A cinque anni dal suo ultimo progetto discografico, Irene Grandi torna con un nuovo brano (in gara tra i Big a Sanremo 2015) e un bellissimo album di inediti, tra yoga, vita in campagna e sorprese live. Ecco cosa ci ha raccontato.
Irene Grandi torna con un nuovo album, “Un vento senza nome”, in uscita il prossimo 12 febbraio per Sony Music. L’artista fiorentina, in gara al sessantacinquesimo festival di Sanremo, racconta il suo percorso di rinascita, una nuova Irene, attraverso undici brani particolarmente intensi ed emozionanti.
Irene, bentornata!
Grazie. In realtà non ho mai smesso di lavorare e non mi sono nascosta. Ho soltanto deciso di prendermela con più calma, senza ansie e senza più paure.
Cosa è accaduto in questi cinque anni? Come li hai vissuti?
Ho raggiunto una sorta di maturità artistica. Ho cambiato tutto. Stile di vita, management, casa discografica, staff. Ho iniziato a scrivere un nuovo capitolo della mia vita, personale e professionale.
In che senso?
Mi hanno sempre definita un animale da palcoscenico, grintosa e capace di dare il meglio durante i live. A un certo punto del mio percorso ho sentito l’urgenza di cambiare qualcosa, di ritrovare l’autenticità dei sentimenti, di raccontarmi attraverso la musica. Durante la mia carriera ho trascurato le amicizie e gli affetti, ho sempre avuto poco tempo da dedicare alle relazioni vere. Così non poteva andare avanti. Mi sono dunque messa in gioco, ho lasciato che i contratti scadessero, ho staccato il telefono, ho vissuto, respirando la vita a pieni polmoni.
Una fuga dallo stress?
Non volevo scappare dalle mie responsabilità per rifugiarmi nel silenzio. Avevo soltanto bisogno di ritrovare la calma e la pace interiore. Mi sono messa a fare yoga, mi sono trasferita in campagna, ho cominciato a mangiare in modo più sano e naturale. Insomma, ho rallentato la corsa, per cercare nuovi stimoli.
Il brano che porterai a Sanremo parla di questo cambiamento?
“Un vento senza nome” è un brano che ho scritto durante un momento di liberazione. Si tratta di una ballad nella quale immagino una vita senza frenesia. Non una fuga totale, di quelle che ti fanno cambiare nome e ti rendono irraggiungibile, ma un plasmare la propria identità. Scrivendo questa canzone mi sono scoperta autrice e ho potuto buttar fuori ciò che custodivo nella mia anima.
Vento che spazza via le paure e che apre nuovi orizzonti.
Sì, ho immaginato un vento che soffia e spazza via l’inverno, per portare una primavera dei sentimenti e di bellezza. E’ qualcosa di incontrollabile che sentivo crescere nel cuore. Per questo brano mi sono ispirata anche alle storie di molte donne che conosco e che mi sono vicine.
Cosa ti aspetti dal festival?
Partecipo perché ho qualcosa da raccontare. E perché voglio farvi conoscere una Irene Grandi più matura e consapevole a livello musicale. Una donna libera dai cattivi pensieri e dai sensi di colpa, più serena. “Un vento senza nome” presenta un intro di piano (di Stefano Bollani, ndr) inaspettato, con un ritornello molto forte che si ripete. Un pezzo meno rock rispetto al mio passato, ma che non punta nemmeno all’amore romantico.
Come sarà il tuo prossimo album?
“Un vento senza nome” conterrà undici canzoni inedite, frutto di un percorso ricco di scoperte e di incontri. Ho lavorato con Saverio Lanza, il quale mi ha aiutato a valorizzare e a interpretare al meglio gli spunti musicali. Fondamentali anche Cristina Donà e Marco Parente, che con i loro testi hanno saputo dare un valore aggiunto al disco, descrivendo i miei pensieri e i miei sentimenti.
Concerti?
Ci siamo già portati avanti su questo e stiamo lavorando per definire un percorso acustico. Il tour sarà in chiave più minimale, senza però rinunciare al rock, soprattutto nei vecchi pezzi. Novità assoluta, l’aggiunta dei fiati. Un desiderio che avevo da tempo. Gli arrangiamenti saranno completamente rivisti. I musicisti saranno tutti fiorentini. Anche da questo punto di vista ho voluto riscoprire le mie origini e sentirmi a casa.