Musica

JOE COCKER @ PALASHARP - MILANO 14/11/2010

JOE COCKER @ PALASHARP - MILANO 14/11/2010

Assente già da qualche anno dalle scene live italiane, è tornato in ottima forma per l’unica data nel nostro Paese Joe Cocker. I dubbi su una rentrèe dignitosa c’erano tutti in quanto le notizie sullo stato di salute dell’ artista lo davano in non buone condizioni fisiche. Ci ha pensato l’ ottimo concerto al Palasharp di Milano ( per me, sempre il glorioso (ex) Palatrussardi, dall’ acustica a volte pessima ma dove, entusiasta, ho visto miei i primi indimenticabili concerti…) a fugare ogni dubbio. La platea non è quella delle grandi occasioni, il palazzetto è pieno per circa tre quarti ma mai come questa volta gli assenti hanno avuto torto.
Alle 20 in punto sale coraggiosamente sul palco Morgan, apripista di lusso. Accolto con moderato calore, ha via via convinto i presenti grazie ad una scaletta forse un po’ troppo breve ma eclettica come si confà al personaggio. Ecco quindi, dopo l’apertura con la spietata Contro Me Stesso seguita da La Sera, estrarre dal cilindro invisibile Parla Più Piano, versione italianizzata di Speak Softly Love, conosciuta ai più come la colonna sonora de “ Il Padrino”. Prima di concludere con Altrove, Morgan si concede anche il vezzo di omaggiare/oltraggiare il padrone di casa della serata con una You Can Leave Your Hat On che si trasforma in Bandiera Bianca di Battiato. Risultato strepitoso per un opening act che, sulla carta, poteva sembrare poco affine al concerto in programma e che invece si è rivelato un perfetto elemento aggiuntivo.
Dopo circa un’ ora di attesa si spengono nuovamente le luci del Palasharp e, preceduto da un filmato che lo mostra nel backstage, tra gli applausi e le ovazioni fa il suo ingresso Joe Cocker. Accompagnato da due coriste e dalla potente band, attacca subito con Get On dal nuovo album Hard Knock. Il timore che il concerto possa essere la riproposizione per intero del nuovo lavoro più qualche classico per accontentare il pubblico viene anche in questo caso fugato: a fine esibizione si potranno contare su una setlist di quasi venti brani, solo quattro canzoni “nuove”. Il primo boato della serata lo strappa When The Night Comes, arrivata dopo Feeling Allright e The Letter, ed è qui che ci si rende conto che la voce del “Leone di Sheffield” è ancora intatta e che tanti strumentisti sul palco non sono un trucco per nascondere incertezze vocali. Alla molto bella Unforgiven, sempre dal nuovo cd, segue immediatamente un’ altra hit del nostro, Summer In The City, che dà il via ad un fuoco di fila di classici cockeriani. Ecco così dopo Simple Thing, lo strepitoso duetto con una delle coriste su Up Where We Belong, dal film “Ufficiale e Gentiluomo”, e la delicata (e un po’ mielosa, ma ci sta bene, via! ) You Are So Beautiful. Dopo tanta delicatezza per fortuna la voce torna a ruggire con Hardknocks, Hitchcock Railways e con la cover beatlesiana Come Together, che chiude a piena potenza rock il primo set. Nota di merito va alla bellissima N'oubliez Jamis, proposta appena prima di Come Together, gioiello nascosto forse un po’ troppo sottovalutato e fortunatamente recuperato per questa serie di concerti.
Pochi minuti di pausa e il leone rientra portando l’entusiasmo dei presenti alle stelle con un’ altra sequela di canzoni da far tremare le vene ai polsi: You Can Leave Your Hat On, Unchain My Heart ma soprattutto – questa si aspettava!! - With A Little Help From My Friends. Appena le note si fanno riconoscibili dopo una lunga ed acida introduzione all’ organo Hammond, la canzone con cui Joe Cocker si è fatto conoscere al mondo dal palco di Woodstock strappa l’ ovazione che è dovuta ai classici. Cocker non si risparmia e quando giunge il momento del growl, ruggito famoso quanto quello di Janis Joplin, mentre l’ aria del Palasharp viene riempita dagli applausi e dalle urla di entusiasmo, ci si accorge che non un filo di ruggine ha attecchito sulle corde vocali di Joe.
Dopo tanta potenza, il concerto potrebbe essere tranquillamente finito, si è già ampiamente soddisfatti, ed invece il leone, giusto il tempo di dissetarsi, torna sul palco ormai assediato dal pubblico entusiasta. I classici non sono finiti, per fortuna, e così arrivano Bathroom Window e Cry Me A River a surriscaldare nuovamente gli animi. Ancora grande entusiasmo, Joe stringe qualche mano e si accinge ad uscire ma nuovamente non basta, gli applausi non accennano a calare. Finalmente sorridente, dopo una serata in cui non ha concesso alcuna ruffianeria al pubblico, Cocker abbandona la tensione accumulata e ringrazia con l’ intima, dolce Thankful. Altre strette di mano, qualche sorriso e poi via verso il backstage mentre la band suona le ultime note e le luci si riaccendono.
Nessun altro commento serve, gran serata davvero.