Musica

Le orme celtiche di Loorena lasciate all'Auditorium di Roma

Le orme celtiche di Loorena lasciate all'Auditorium di Roma

Dopo quattro anni di assenza dai palchi europei, la signora del 'celtico ecletico' è tornata in altrettante serate per regalare al suo affezionato pubblico la magia della sua inimitabile musica. Padova, Bologna, Firenze ed infine ieri all'Auditorium Parco della Musica di Roma, hanno accolto il suo viaggio nel passato musicale fatto di decine di album dagli anni 80 ad oggi, ricchi di sonorità che partono dall'Asia Minore all'Irlanda.
Lampade con candele ed effetto notte sul palco hanno creato immediatamente l'atmosfera a richiamo di epoche senza tempo. Incorniciata da un disegno luci suggestivo, con spot per ogni singolo artista, è cominciata l'avventura di Loorena.

Ed è bastato poco per entrare nel suo mondo musicale, raffinato e ricercato dove l'ARTISTA si fa portavoce di un linguaggio universale, anche attraverso strumenti musicali tradizionali. Le sue ballate infatti, per quanto così lontane dal nostro vissuto e con il gaelico ormai ricordo, riescono a trascinare l'ascoltatore in un limbo dove tutto-è-compreso, e goduto.

Sicuramente i temi che lei ha trattato e di cui ha fatto partecipe il pubblico prima di ogni esibizione, sono temi impressi nel dna di ognuno di noi. Ma raramente passione, amore, abbandono hanno l'effetto che inspiegabilmente hanno con i suoi testi e le sue musiche.

Ottimamente affiancata sul palco con tre elementi storici nella sua band (la violoncellista Caroline Lavelle, il violinista  Hugh Marsh e il chitarrista Brian Hughes) Loorena ha alternato sul palco la sua maestria passando dal pianoforte all'arpa, accennando qualche passetto folk con una piccola fisarmonica tra le braccia.

La magia di Mummers' Dance e The Mystic's Dream, la potenza di The Old Ways, la dolcezza di Highwayman sono ormai impresse nell'anima di chi ha avuto ieri la fortuna di ascoltare la singolare voce di questa piccola grande donna.