Chiusura con la ciliegina sulla torta per il Ravenna Festival 2008. Sabato 19 luglio, ad illuminare il grande palco allestito all’esterno del Palazzo Mauro De André, è stata la performance live dei Massive Attack. La band di Bristol è tornata ad esaltare il proprio pubblico dopo quasi cinque anni di silenzio, proponendo brani inediti e particolarmente emozionanti, che hanno dato un assaggio di ciò che ci aspetterà ad ottobre, mese in cui uscirà il nuovo album dal titolo “ Weather Underground”.
Alle 21,40 un boato dalla platea ha accolto Robert Del Naja e compagni, i quali hanno risposto con altrettanto calore regalando due ore di musica a 360°. Un mix di emozioni che ha accarezzato i generi più diversi, dall’hip hop, al dub, passando per il raggea e il punk. Un’esibizione infuocata, arricchita da una splendida scenografia che ha saputo giocare al meglio con luci, immagini e parole. Le note suggestive di pezzi storici come “Teardrop”, “Angel” e “Unfinished Sympathy” si sono mescolate perfettamente alle frasi “di denuncia” che scorrevano sul tabellone alle spalle della band, oltre a quelle pronunciate in passato da dittatori del calibro di Pinochet e di Stalin. I Massive Attack cantano l’amore e i sentimenti ma non dimenticano di rivendicare diritti e democrazia.
Le esibizioni di Grant Marshall, del cantante jamaicano Horace Andy, e le voci femminili di Stephany e Iolanda, hanno impreziosito il concerto e hanno fatto ballare e sognare gli oltre 3000 fan accorsi nella città romagnola per questo impedibile evento. Impossibile riuscire a stare fermi e a non lasciarsi trascinare dal trip hop dei Massive Attack. Il ritorno di Daddy G, inoltre, ha riportato nel loro sound sonorità elettroniche più vicine all'house, caratteristica che gli ultimi album avevano decisamente perso.
Una serata magica, organizzata in una location, il Pala De Andrè, che negli ultimi anni ha avuto il grande merito di ospitare spettacoli ed eventi live internazionali. Una notte speciale, che ha segnato il ritorno tanto atteso di un gruppo che ha fatto la storia della musica “made in Britain”.
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