“Quando abbiamo aperto questo cammino per una proposta live nella nostra città, eravamo convinti che giocare sulle differenze, su personaggi e suoni in arrivo dai margini del grande business, ma ben radicati nella storia e nei gusti del pubblico più avvertito, fosse sostanzialmente una preziosa opportunità di scambio, informazione, indagine e, perché no, scoperta di mondi a rischio di oblio(…). Anche la nuova puntata di Music Club si ripromette di giostrare tra soluzioni che altrimenti resterebbero escluse dal nostro panorama sonoro”
Introdotto dalle parole di Enzo Gentile, che di Music Club è inventore e curatore, il programma 2012 della rassegna ospitata dal Teatro Dal Verme di Milano riparte dove si era conclusa la passata stagione ovvero abbandona la fascia oraria notturna (che comunque aveva riscosso notevole successo) e, dai confini della notte toccati questa primavera con la quinta edizione, torna ad orari già collaudati.
Le proposte di Music Club #6, cinque appuntamenti che ci riscalderanno e ci accompagneranno nel percorso stagionale che, dalle nebbie autunnali, ci porterà alle brume invernali, sono in linea con la ricerca sonora e la qualità che hanno contraddistinto i passati appuntamenti. Si va dal rock autorale ed autunnale di Mick Harvey ( già nei Bad Seeds di Nick Cave) e di Robin Guthrie (ex Cocteau Twins) alle interessantissime nuove proposte Thony e Josephine Foster Band e alla (ri)scoperta di un gruppo di nicchia quale gli Spain, fino alla chiusura, in sala grande del Teatro Dal Verme, con il graditissimo ritorno a Milano di Alice.
Sabato 27 ottobre – ore 22,00
MICK HARVEY
Mick Harvey – voce, chitarra, percussioni | Rosie Westbrook – voce, contrabbasso
Trent’anni di militanza nella musica che conta, una storia di creatività, ricerca e puntuale focalizzazione sul suono: Mick Harvey è uno dei grandi talenti che ha espresso il rock australiano, riconosciuto primattore della scena elettrica, sia nella dimensione solista che come stretto collaboratore e animatore di formazioni quali Birthday Party, Crime and The City Solution e soprattutto nei lunghi anni in veste di partner di Nick Cave dalle fila dei Bad Seeds. La carriera a proprio nome ha attraversato anche i territori del cinema, con la partecipazione a numerose colonne sonore, per accreditarsi, però, in particolare con dischi in cui la linea compositiva sposa una sapiente forma di esecuzione, come testimoniato anche dall’ultimo lavoro, Sketches from the book of dead (2011).
Harvey che vanta anche un’attività di produttore – i dischi più significativi sono stati per P.J. Harvey (compreso il recente Let England shake) – è stato più volte premiato per la sua opera, si è distinto infine per la traduzione e rivisitazione del canzoniere di Serge Gainsbourg, efficacemente riproposto in due dischi degli anni Novanta, Intoxicated man e Pink elephants.
Giovedì 8 novembre – ore 18,30
THONY / JOSEPHINE FOSTER BAND (Josephine Foster, voce e chitarra; Paz Lechantin, basso;
Victor Jose Herrero Acevedo, chitarre)
Due nomi relativamente ancora poco diffusi, ma dalla sicura potenzialità, che ci piace porre all’attenzione degli appassionati dal nostro osservatorio privilegiato. Thony ha 29 anni, ed è cresciuta tra la Sicilia e la Polonia (il paese del padre) prima di stabilirsi a Roma dove, chitarra a tracolla, ha frequentato i locali della musica per promuovere le sue canzoni, poi anche autoprodotte in un cd del 2010. Come in una bella fiaba a lieto fine, la musicista viene scovata attraverso My Space e indicata a Paolo Virzì, che la impiega prontamente nel suo film Tutti i santi giorni, in cui Thony/Francesca Caiozzo (questo il suo vero nome) è attrice co-protagonista e responsabile della colonna sonora. Meglio di così…
Anche l’avventura di Josephine Foster, dal Colorado, porta con sé tutte le caratteristiche di una bella, positiva storia di affermazione, dopo un rodaggio, da ragazza, come cantante di matrimoni e funerali. Con una discografia che allinea episodi molto diversi tra loro – compreso un album centrato su poesie di Federico Garcia Lorca – Josephine ha riscosso i favori maggiori con le sue tenui ballate di folk psichedelico, e lo scarno minimalismo di un titolo come All the leaves are gone (la rivelò nel 2004): e quindi tornare in auge con Blood rushing del 2012, che insieme a ottime, unanimi recensioni, le è valso anche l’onore di una copertina nel numero di settembre dell’autorevole rivista The Wire. Un certificato di garanzia.
Giovedì 22 novembre – ore 18,30
ROBIN GUTHRIE TRIO
Robin Guthrie – chitarre, tastiere, elettronica
Steve Wheeler - basso
Aanti Makinen - batteria
Tra le tante anime di Robin Guthrie, quella più nota e apprezzata dal grande pubblico è legata alle gesta di un gruppo tra i più amati e audaci degli anni Ottanta-Novanta, i Cocteau Twins, fondati e guidati insieme a Elizabeth Fraser. Scozzese, 1962, Guthrie che da tempo si è stabilito in Francia, può esibire però un ragguardevole ventaglio di interessi professionali. Oltre che polistrumentista e compositore, Guthrie si è messo in luce per le sue esplorazioni, per le sperimentazioni in ambito elettronico e per una eccellente impresa come la creazione dell’influente e raffinata etichetta Bella Union Records, inaugurata nel 1997 insieme a Simon Raymonde. Al di là di una apprezzata discografia a suo nome (Emeralds del 2001 è il disco più recente – realizzato per il film di Gregg Araki, con cui aveva già lavorato nel 2004, in Mysterious skin – seguito da un singolo dell’estate scorsa), Guthrie conta una fitta serie di collaborazioni e progetti collettivi, in particolare con un guru dell’avanguardia come Harold Budd, presente anche nel trio cui si aggiunge l’italiano Eraldo Bernocchi (Winter garden, 2011).
Nelle fitte performance di elegante pop strumentale, Guthrie ammette anche show multimediali, con il conforto di video e proiezioni a interagire con quel suo mondo di suoni immaginifici, eterei, lievi, che ne hanno distinto il cammino fin dai primi passi, più trent’anni fa.
Giovedì 29 novembre – ore 18,30
SPAIN
Josh Haden – voce, basso
Daniel Brummel – chitarra solista
Dylan McKenzie – chitarra acustica
Randy Kirk – chitarra, tastiere
Matt Mayhall - batteria
Quasi vent’anni di storia, ma con pochi album all’attivo, presenze rare e uscite discrete: gli Spain sono uno dei tesori più discosti e meglio conservati della musica di oggi. Dalla costituzione del 1993 l’unico elemento di continuità è il leader e autore principe, Josh Haden, figlio d’arte di Charlie, grande contrabbassista jazz. Dopo un abbrivio che li rivelò con un album capace di folgorare pubblico e critica, The blue moods of Spain, il gruppo ha vissuto in una postazione laterale rispetto alla mischia del mercato, e distillando con molta tranquillità le proprie opere è giunto solo nei mesi scorsi al quarto capitolo discografico, The soul of Spain: qui hanno confermato una vena di raffinate atmosfere, good vibrations distribuite in una scrittura soffice e delicata, che ha pochi riscontri nei linguaggi comuni della canzone. Dispongono di una visione assai ampia, gli Spain, che in quella dimensione ombrosa e ispirata, riescono a manifestarsi con una originalità godibile e severa, dove nulla si lascia al caso, né al facile consumismo, come dimostrato in una delle loro pagine più raccomandabili, World of blue, ballata sofferta, tesa, palpitante nei suoi quattordici minuti. Oggi, dopo qualche stagione sospesa tra lo scioglimento e pause di riflessione, gli Spain hanno ripreso la strada, per un tour in cui eseguire anche i materiali dell’acclamato esordio, compreso il gioiellino Spiritual, di cui diede una toccante cover anche il leggendario Johnny Cash.
Martedì 11 dicembre – ore 21 – sala grande
ALICE
Non tutti i ritorni sono uguali. Alcuni allietano e stimolano più di altri: come nel caso di Alice, le cui performance – su disco e dal vivo – sono decisamente rarefatte, distanziate tra loro per consentire a ogni progetto di crescere, svilupparsi, prendere forma e sostanza nel lavoro peculiare della scrittura, degli arrangiamenti, delle registrazioni in studio. Come è avvenuto anche per Samsara, album uscito a settembre, e ora portato in concerto con un rinnovato ensemble: nel tour che condurrà l’artista forlivese nei maggiori teatri italiani, non mancheranno ovviamente i capisaldi di una carriera scattata all’inizio degli anni Settanta, ma uno spazio importante viene riservato ai passaggi principali dell’album appena pubblicato.
Samsara lancia uno sguardo sulle diverse anime e sensibilità di Carla Bissi/ Alice, tra composizioni proprie, brani scritti appositamente da Franco Battiato, Tiziano Ferro, Mino Di Martino, e il recupero di titoli che pur distinti e distanti tra loro per origine e fattura, rientrano nel concetto di qualità e coerenza tanto caro all’artista: Il cielo, un’intensa pagina del primo Lucio Dalla, ‘A cchiù bella, che si avvale di una poesia di Totò musicata da Giuni Russo, fino a un dimenticato brano anni Sessanta dei Califfi, Al mattino, giustamente recuperato, con una grazia, un’adesione e una cura sottile e pregiata.
Il tutto evolverà anche dal palco, insieme alla rivisitazione di classici come Per Elisa, Alexander Platz, Nomadi, per uno spettacolo racchiuso nel senso della parola che dà il titolo al disco (dal sanscrito) e indica lo scorrere del tempo, della vita, il mutare quotidiano delle relazioni con quanto ci circonda.
Biglietti in vendita presso:
Biglietteria del Teatro Dal Verme – via San Giovanni sul Muro 2 – Milano
Orario Apertura
Dal martedì al venerdì ore 10.00 – 20.00
Sabato e Domenica ore 10.00 – 13.00
Biglietteria online
Ticketone.it