Dopo il grande successo dell’ultimo album ed il concerto del 28 Ottobre a Milano, il pubblico italiano può acquistare già dal 13 Novembre la nuova edizione di “It’s not me, it’s you” di Lily Allen, pubblicato da EMI.
Il disco si apre con la versione acustica di “The fair”: le prime battute sono un manifesto di sfiducia nei confronti dell’amore, l’attacco energico e passionale del piano accompagna e sostiene la voce sottile della Allen in un motivo commovente e al contempo semplice. E’ questo stile melodico, pensieroso e dolce, caratterizzato dalla presenza importante di pianoforte e chitarra, che contraddistingue anche i brani “22” , “Who’d have known” e “I could say” , che a dire il vero si somigliano un po’ tutti, mentre “He wasn’t there” spicca per originalità col suo sound blues ed i toni maliziosi. “Womaniser” fa da spartiacque: è un brano pop molto più ritmato e commerciale, il classico tormentone che entra in testa, ma chitarra e piano sono ancora determinanti. Le canzoni che seguono, invece, prendono tutt’altra direzione; predominanti sono l’allegria, la spensieratezza e l’uso dell’elettronica come in “Mr Blue Sky” e poi, nella seconda versione di “The fear”, in “Not fair”, nell’esplosiva “Fuck you” (che in netto contrasto con il titolo è tutt’altro che arrabbiata) ed in “22” remixata da The Big Pink, si passa alla disco music.
Difficile dare un voto ad un disco così eterogeneo, di certo quest’artista stenta a mostrare la sua identità. Nell’insieme l’album è piacevole ma è anche vero che sono brani di cui ci si dimentica facilmente.
Laura Mancini
Musica