Musica

Riccardo Chailly e Stefano Bollani ottavi nella top 100 Gfk!

Riccardo Chailly e Stefano Bollani ottavi nella top 100 Gfk!

Mai così in alto in classifica la musica classica: Riccardo Chailly e Stefano Bollani all’OTTAVO posto della classifica ufficiale top 100 Gfk con “Rapsodia in Blue”.

A pochi giorni dalla pubblicazione “la strana coppia”, come è stata ribattezzata da stampa e pubblico, si piazza ai primissimi posti fra i dischi più venduti in Italia spodestando alcuni fra i più celebri divi della musica pop.

Un disco davvero unico nato da una collaborazione senza precedenti: Riccardo Chailly, da oltre trent’anni fra i più celebrati direttori d’orchestra classici, Stefano Bollani, pianista jazz apprezzatissimo in tutto il mondo, e la Gewandhausorchester di Lipsia, l’orchestra più antica in Europa.

Era facile prevedere un risultato artistico eccezionale; era meno facile prevedere un successo di queste dimensioni.

Un successo che, al contrario di molti luoghi comuni, dimostra che la musica classica non ha barriere e può essere apprezzata anche dal grande pubblico.

Così, dopo i recenti esempi di Maurizio Pollini (disco di platino con i “Notturni” e in classifica con i suoi ultimi 4 CD), Claudio Abbado (“Il flauto magico”), Luciano Pavarotti, Ramin Bahrami (Arte della Fuga bachiana), Cecilia Bartoli (“Maria”, dedicato a Maria Malibran, e “Sacrificium”) e Lang Lang (“Sogno d’amore” e Concerti di Chopin), anche Riccardo Chailly e Stefano Bollani approdano alla classifica dei CD più venduti, segnando un autentico record per l’Italia: l’entrata nella “top 10”.

Un successo davvero degno di nota, che promette di replicarsi prossimamente all’estero, visto che il disco uscirà in Europa in ottobre.

Concerti con repertorio gershwiniano sono in programmazione nel prossimo biennio a Parigi, Amsterdam, Lipsia e Milano, mentre è in corso di definizione una tournée estiva per il luglio del 2011.

L’unione sinergica di due mondi.

Una delle più antiche orchestre del mondo l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia, “classica” per definizione, diretta da Riccardo Chailly, celeberrima nelle più diverse pagine della musica sinfonica, da Bach passando da Mozart, Mendelssohn, Beethoven, Schumann e Mahler per arrivare alla musica contemporanea, si unisce a Stefano Bollani, un pianista italiano appartenente alla più alta sfera jazzistica internazionale.

Il repertorio scelto, rigorosamente di George Gershwin, ci trascina nelle atmosfere degli anni ‘20 e ‘30 del ‘900, nel pieno della cultura americana del Secolo breve, nel mondo dello “swing”: un’atmosfera di confine fra la grande tradizione classica e l’altrettanto grande tradizione jazz, due mondi non sempre facili da conciliare.

Le registrazioni, effettuate nella fantastica acustica del Gewandhaus di Lipsia, spaziano dalla Rapsodia in blue, definita dallo stesso compositore: “«…una sorta di policroma fantasia, un caleidoscopio musicale dell’America, col nostro miscuglio di razze, il nostro incomparabile brio nazionale, i nostri blues, la nostra follia metropolitana»”, nella versione per pianoforte e jazz band orchestrata da Ferde Grofé, al Concerto in fa con cui il compositore si cimentò in una delle forme compositive più tradizionalmente classiche, passando attraverso la suite Catfish Row, composta nel 1936; chiude il programma Rialto Ripples, un brano di rarissima esecuzione che ci mostra gli esordi di un Gershwin diciottenne, qui nella versione per pianoforte e orchestra.

Riccardo Chailly torna a Gershwin a quasi trent’anni dalla registrazione effettuata a Cleveland, e la ragione è chiara: l’affiatamento fra questi due grandi artisti si avverte immediatamente sin dalle prime note.

Un disco nuovo per un nuovo modo di vedere la musica di Gershwin, in cui il criterio di riferimento è la qualità, senza appartenenza di genere. E come in tutte le perfette fusioni, non si distingue più dove termini il classico e inizi il jazz, dove le note scritte si trasformino in improvvisazione (ma sempre con gusto e misura!), in un caleidoscopio di colori irripetibile e in un’unione che sembra davvero essere emblematica di un termine, “sinergia”, di cui oggi ogni tanto si abusa, ma che sembra davvero appropriato per questa incisione.