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Robbie Williams, trionfo bollente a San Siro

Robbie Williams, trionfo bollente a San Siro

Se Geldof-Garrone, una vita per le buone cause, se ne va a casa senza gloria, Robbie Williams, il Franti ghignante dei Take That, raccoglie a San Siro il trionfo annunciato. E come i Rolling Stones, celebra il trionfo dell’Italia ai mondiali rotolandosi nel tricolore, baciandolo e cantando «Trippin’» avvolto nella nostra bandiera e poi calciando palloni verso la folla. «Vi amo tutte», grida alla fine delle canzone rivolto alle fans. E, più avanti, parolacce in italiano e in inglese fatte ripetere coralmente agli spettatori e l’immancabile frecciata ai vecchi compagni d’avventura.

Il brutto anatroccolo, che nessuno notava nei Take That mentre tutti vezzeggiavano Mark Owen, è riuscito a trascinare per quasi due ore settantatremila spettatori di ogni età col suo repertorio pop orecchiabile e un invidiabile apparato scenico. Il discolo è apparso in gran forma, nonostante le voci diffuse da un tabloid britannico, secondo il quale Williams avrebbe esagerato con le prodezze amorose distribuite su cinque partner in quattro giorni durante la tappa svedese, dovendo ricorrere poi all’aiuto di un medico e una iniezione tonificante per andare in scena.
E mentre «Sin Sin Sin» risuona nelle radio e fa impazzire gli stadi, quello che sembrava un solista improbabile si rivela depositario di un pop che sembra trasgressivo, ma è formato famiglia e cattura un pubblico traversale. Anche il concerto di ieri ha dimostrato la capacità di Robbie di navigare nelle certezze della tradizione,macon linguaggi nuovi, alte tecnologie gusto del teatro.
Il «Closer Encounters tour», è uno dei più grandi concerti pop della storia: qualità della produzione, scorrevolezza delle canzoni in repertorio, spessore e personalità dell’artista, generano una sorta di cabaret formato stadio, praticamente privo di concorrenza sul mercato, che spiega in parte l’esosità dei prezzi.
Il sipario, fra botti e fiammate, si apre con il brano «Radio». Ed è subito isteria collettiva nonostante i 40 gradi di temperatura percepita. Scatenato il birbone scorrazza per i camminamenti dopo essere apparso da una botola fra fumi rutilanti sempre pronto a sfoderare i vecchi trucchi delle rockstar maledette. Le ragazze spiegano cartelli giganti come «Porta noi 2 nel tuo hotel» (in inglese per essere sicure che abbia capito).
Nella seconda canzone "Rock Dj" lo stadio canta e balla mentre i megaschermi sciorinano immagini di donne mozzafiato. Sfida il caldo tenendo addosso mantello sui jeans. I megaschermi lo rilanciano a torso nudo in atteggiamenti da sex symbol. Alla terza canzone il numero del tricolore. L’intonazione non è perfetta, ma la gente è distratta da ben altro. L’agilità comincia a far difetto e non sempre l’insaziabile riesce a tener dietro sul piano atletico al ritmo dance-retrò del brano.
Prima di «Monsoon» (anch’essa eseguita sventolando il tricolore) ha ringraziato il pubblico: «Non ho mai visto una cosa simile. Siete nella mia mente». E prima di «Millennium »: «Il dottore mi ha detto che stasera non potevo cantare. E mi ha costretto a porgergli il deretano per una iniezione. Così mi sono fatto il c... per voi». Un modo pittoresco di raccontare con un campionario di facce da vero cabarettista. Più avanti zona romantica con «Millennium», «Make me Pure», «Me and my shadow» (acustica).
Nei bis Williams ha anche presentato in anteprima «Rudebox», che anticipa l’album in uscita il 18 settembre e annuncia omaggi a Madonna, Bowie e Pet Shop Boys. Il nuovo brano è un mix di pop ed elettro-funk, che Robbie così descrive: «Potrebbe essere una vibrazione rilasciata da una navicella spaziale diretta allo studio, una ragazza davvero provocante che balla mezza nuda, o ancora è un soundsystem gigante. Oppure una scatola che ti dice di andare affan....».