E’ un Renga molto motivato e in gran forma quello che ci troviamo di fronte oggi, in una piacevole mattinata di sole sanremese. Il sorriso di Francesco, che ci ha raggiunti in sala stampa, si noterebbe anche a un chilometro di distanza per quanto splende e mette di buon umore. Se ne esce con un “Buongiorno a tutti, come state?” e con qualche battuta sul proprio look e gli amici della Sony, la sua nuova casa discografica. Sì, perché il cantante bresciano è arrivato a questo festival con una nuova squadra e un nuovo modo di fare e di vivere la musica.
“Ho cambiato tante cose a livello professionale e personale. E’ un Sanremo all’insegna della novità. La mia casa discografica ora è Sony, il mio produttore è Michele Canova. Arrivo a questo festival carico, dopo quattro anni di assenza e due di intenso lavoro su me stesso e sul mio modo di cantare”.
In che senso?
Ho lavorato molto per dare vita ad un album ben radicato nella contemporaneità, ho cambiato il mio modo di scrivere testi e di arrangiare i pezzi. Con Canova, il miglior interprete della contemporaneità, ho scelto canzoni più attuali, moderne, toccando e manipolando tutti i capisaldi di ciò che ho fatto fino ad ora, voce compresa. Sentivo l’esigenza di togliere la patina obsoleta che avevo intuito ci fosse nella mia espressione vocale. Ho esplorato registri diversi, nuovi timbri e colori.
Il titolo del tuo nuovo album, Tempo reale, rende bene l’idea della contemporaneità di cui tu parli.
E’ un disco vario, con un mood completamente diverso dai miei lavori precedenti. Contiene canzoni non scritte da me. Sono un cantautore più per necessità che per virtù. Nel senso che è un’esigenza esistenziale, un bisogno che sento addosso per risolvere e sgarbugliare i disastri dell’animo. Il rischio che si corre, però, è di ripetersi e di proporre sempre le stesse cose.
E difatti a Sanremo hai portato un brano scritto da Roberto Casalino e uno da Elisa.
E’ la prima volta che mi presento al festival come interprete puro. Ho voluto appoggiare la mia voce su melodie e parole scritte da altri. Credo che la vita sia fatta di ricerca continua. Quella di Elisa è una canzone bellissima ma scomoda perché richiede un particolare esercizio vocale.
Come è nata la collaborazione con Elisa?
Stimo Elisa da sempre e credo sia l’artista più centrata e a fuoco del panorama musicale italiano. Amo il suo nuovo disco e chiamandola per farle i complimenti, le ho chiesto di scrivermi un pezzo. Dopo una settimana è arrivata “Vivendo adesso”.
Felice che sia passato proprio questo brano?
Molto. E’ una canzone che mi dà molte soddisfazioni e raggiungerà risultati importanti anche oltre Sanremo. A un isolato da te, invece, sarà una hit a prescindere.
Le tue impressioni sulla 64esima edizione del festival?
Uno dei motivi per cui mi trovo qui è perché stimo Fabio Fazio e mi piace il suo festival contemporaneo, senza lustrini, che rispetta il momento che stiamo vivendo. Ho partecipato sette volte a Sanremo, talvolta poco convinto, come nel 2005 con il brano Angelo. Fu Paolo Bonolis a farmi cambiare idea. E sappiamo come è andata. Quest’anno arrivo molto motivato, tutti noi siamo consapevoli di fare qualcosa di bello.
Cosa può fare la musica in questo momento difficile?
La musica è un filtro per distribuire la bellezza e la speranza di cui ha bisogno il mondo. La canzone pop, in particolare, è utile a questo. E la creatività è fonte di bellezza che si evolve, cambia in funzione della musica. Come artista ho cercato di adeguarmi al mood del momento, cambiando la scrittura.
Cos’è la bellezza per te?
Dicono che la bellezza salverà il mondo. Ed è vero. La bellezza non sono le Maldive ma tuo figlio che ti fa sorridere. La bellezza è condivisione, incontro con altre persone, altre culture, nuovi Paesi. Negli ultimi anni ho viaggiato molto e ho conosciuto tante realtà in cui si soffre e si fatica ad andare avanti, come in Italia. Solo a contatto con la gente si capisce dove stiamo andando.
Foto: Raffaele Della Pace