Un album doppio, interamente rock progressive di matrice australiana. Già il titolo affascina, ed effettivamente è il preludio di un lavoro interessante.
La band australiana, capitanata dal polistrumentista Sean Timms ed il cantante Mark Trueack, si riaffaccia sul mercato discografico dopo tre anni dall'unico album d'esordio "More Than A Dream".
Il sound è ideale per i nostalgici di band storiche come i Genesis (periodo Gabriel), Emerson Lake & Palmer, Pink Floyd e Yes, senza accantonare i Deep Purple degli esordi.
Tecnicamente eccellente, gli Unitopia riescono a fondere differenti stili, toccando a tratti anche la new age e senza scadere mai nel banale.
Il doppio cd è un lavoro raffinato, dotato di una forte personalità stilistica e decisamente di talento. L'unica nota negativa che si può scrivere sul pentagramma della band è la lunghezza esasperata delle tracce. Un peccato perchè penalizza il risultato totalmente positivo che avrebbe ottenuto se le tracks fossero state più brevi.
Le songs più interessanti sono "Angeliqua", brano sognante e decisamente new age e "Here I am", una ballad romantica che mette in luce la voce calda e sensuale di Mark Trueack. "I wish I could fly" sarebbe la colonna sonora ideale per un lungometraggio.
La seconda parte di “The Garden”, parte con “Journey's Friend”, che nei suoi oltre quindici minuti propone tutta l'energia della band. Da ascoltare attentamente la versatile “Don't Give Up Love”.
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