C'è chi sostiene che il rock è morto… io non ne sono del tutto convinto.
Mercoledì 11 luglio il palco dell'Hydrogen festival di Piazzola sul Brenta ha ospitato gli australiani Wolfmother che hanno dato prova che il rock non è vivo e vegeto.
Ad aprire la serata sono stati i "The Answer", rock band di tutto rispetto e di ottima presenza scenica. Forse un po' troppo legati a certi cliché degli anni 70, ma comunque molto apprezzabili.
È l'ora dei Wolfmother.
Dopo un inizio scintillante e carico di energia, la serata è stata minacciata da un forte vento che ha impedito la continuazione del concerto per una ventina di minuti circa. "Ringraziamo madre natura!" ha annunciato il leader Andrew Stockdale rientrando sul palco più carico che mai per ricaricare il pubblico con le note incalzanti di "Woman".
I brani proposti erano tratti dai due album finora pubblicati, l'omonimo "Wolfmother" e "Cosmic Egg", ma anche alcune graditissime anticipazioni del prossimo album con Keep moving e Long way to go.
Non sono certo mancati i pezzi che li hanno consacrati all'olimpo del rock come New moog rising, Dimension, la splendida Mind's eye, quasi tutti impreziositi, in vero spirito seventies, da parti soliste e strumentali non presenti nei brani incisi in studio.
A quanto pare siamo giunti alla fine della serata, ma non prima di un acclamato bis.
Due brani, Colossal e la tanto attesa Jocker & the thief prolungata per un totale di circa 15 minuti.
Alla fine Stockdale è rimasto fedele alle vecchie usanze di chitarristi come Jimi Hendrix e Pete Townsend e ha lanciato la propria Gibson a diversi metri di distanza dietro al palco, ha preso a calci microfono e amplificatore e, con l'aiuto del chitarrista ritmico Vin Steele i due sfasciano una Les Paul per poi regalare i pezzi al pubblico.
Forse un gesto un po' "datato" o eccessivo? beh, i Wolfmother ci hanno dimostrato con freschezza che il rock è più vivo che mai!