Giuseppe Battiston è il protagonista, affiancato dal cantautore Gian Maria Testa, dello spettacolo 18 mila giorni - Il pitone, da un testo originale dello scrittore Andrea Bajani in scena lunedì 19 marzo al Teatro Alighieri alle 20.30.
Il monologo vede al centro un uomo di cinquant’anni che perde il lavoro, scalzato subdolamente da uno più giovane. A questa semplice circostanza si lega l’enigmatico titolo della pièce: diciottomila è il numero di giorni che corrisponde a cinquant’anni e quella del pitone è la figura di un animale che prima se ne sta buono e prende le misure della propria vittima e poi, quando ha raggiunto la sua stessa lunghezza o forza, la fa fuori.
Perdendo il lavoro, il protagonista, perde anche tutta la sua vita e il senso delle cose. Se ne sta asserragliato in un appartamento che è diventato una sorta di discarica di cose, ricordi e sentimenti, solo, senza la moglie e il figlio che lo hanno abbandonato. Il suo è dunque un doppio fallimento, professionale e affettivo, accompagnato dalla consapevolezza di aver consumato la propria vita nelle mani degli altri.
Riflessioni personali e epocali si intrecciano a sottolineare come in soli diciottomila giorni siano radicalmente mutate le prospettive e le aspettative sociali in Italia. Dalla dignità del lavoro di un’epoca passata in cui questo era un diritto e un elemento fondante della condizione umana, al trionfo dell’odierno precariato divenuto forma più o meno palese di ricatto sociale.
Battiston, pluripremiato protagonista della scena cinematografica e teatrale italiana (Premio Hystrio e Premio ETI-Gli Olimpici del Teatro 2009, Premio Ubu 2010 come miglior attore) conferma le sue doti tragicomiche interpretando un personaggio disperatamente ironico, che egli esplora in profondità e insieme con levità, accompagnato in scena dalle musiche di Gianmaria Testa – che ha composto canzoni originali per questo spettacolo – sotto la direzione di Alfonso Santagata con le luci di Andrea Violato. “La perdita del lavoro, accompagnata dalla perdita di identità, è qualcosa di vergognoso, un’umiliazione nei confronti della famiglia, dei vicini e del mondo che ti circonda – afferma il regista. Il protagonista, disoccupato, è ridicolo; non riesce a rialzarsi dai colpi subiti da una società cinica, volubile e consumistica che butta via tutto ciò che non rende più”.
L’autore, Andrea Bajani, rappresentante di una nuova accreditata generazione di scrittori italiani, ha precedentemente affrontato i temi del lavoro nel romanzo Cordiali saluti e nel reportage Mi spezzo ma non m’impiego (Einaudi 2005 e 2006). Di lui si ricorda anche la vittoria del Premio Lo Straniero attribuitogli dall’omonima rivista diretta da Goffredo Fofi e consegnatogli proprio a Ravenna, al Teatro Rasi, nel 2008.
18 mila giorni, prodotto da Fuorivia e Fondazione Teatro Stabile di Torino, è un appuntamento fuori abbonamento della Stagione di Prosa e fa parte al contempo del programma del Nobodaddy, progetto sulla scena contemporanea, a cura del Teatro delle Albe/Ravenna Teatro.
I biglietti hanno il prezzo unico di 15 euro (più diritti di prevendita) e possono essere acquistati presso la biglietteria del Teatro Alighieri, via Mariani 2, Ravenna, telefono 0544 242957 (orario di apertura: feriali dalle 10 alle 13, giovedì dalle 16 alle 18 e da un’ora prima della rappresentazione), presso le agenzie e le filiali della Cassa di Risparmio di Ravenna e IAT di Ravenna. Informazioni presso Ravenna Teatro, via di Roma 39, Ravenna, tel. 0544 36239
www.teatrodellealbe.com/nobodaddy