Teatro

2003-2013. Il Globe Theatre di Roma compie 10 anni e Proietti torna alla regia

2003-2013. Il Globe Theatre di Roma compie 10 anni e Proietti torna alla regia

Il Silvano Toti Globe Theatre di Roma compie 10 anni e li festeggia regalandosi e mettendo in cartellone una nuova edizione di "Romeo e Giulietta" firmata dal suo direttore artistico Gigi Proietti (prod. Politeama srl), cioè la stessa pièce con la quale aveva aperto i battenti, e proponendo, per la prima volta, un balletto, ispirato alla stessa opera teatrale del bardo inglese.

Inoltre, in occasione del decennale, la Fondazione Silvano Toti ha rinnovato interamente la segnaletica interna ed esterna.

Era il 27 settembre 2003 e Villa Borghese aveva appena festeggiato il suo Centenario, quando i riflettori della prima Notte Bianca si accesero sul Teatro Elisabettiano costruito (in 3 mesi da 150 maestranze) nel cuore verde di Roma. In quella notte memorabile il Silvano Toti Globe Theatre (con i suoi 1200 posti), nato grazie all’impegno dell’Amministrazione Capitolina e della Fondazione Silvano Toti, per una geniale intuizione di Gigi Proietti, ospitò le prove del “Romeo e Giulietta” con la sua regia.
Durante gli anni ha visto l’alternarsi sul palco delle più belle opere di Shakespeare: dal "Sogno di una notte di mezza estate" all’"Otello", dalla "Tempesta" al "Giulio Cesare", fino alla "Bisbetica domata" e al "Riccardo III", solo per citarne alcune. Dunque un decennale in grande stile che lo vede protagonista del teatro shakespeariano in Italia.

Quest'anno il regalo che il direttore artistico, Gigi Proietti, vuole fare alla città e al grande pubblico del Globe è il suo ritorno alla regia shakespeariana, proponendo  - come dieci anni fa – un nuovo allestimento di "Romeo e Giulietta". Le prove sono già cominciate, ma su chi siano gli interpreti ancora c'è riserbo. Bisognerà aspettare ancora qualche giorno, prima di arrivare alla conferenza stampa ufficiale di presentazione della pièce per saperne di più. Per ora si sanno solo le date: dal 9 al 18 luglio e poi dal 6 all’11 agosto.

Tra le due tranche di repliche, si colloca il balletto dedicato al "Romeo e Giulietta" di Shakespeare. Lo spettacolo di danza si terrà, infatti, dal 31 luglio al 3 agosto ed è coreografato e diretto da Massimo Moricone. "Romeo e Giulietta" giunge in Italia dopo ventidue anni dalla sua prima messa in scena. Viene presentato in Italia con il Balletto Nazionale Slovacco e due Etoiles del Royal Ballet di Londra, nei ruoli principali: Alina Cojocaru e Federico Bonelli, in alternanza, con Anbeta Toromani e Alessandro Macario.
Interpreti di eccezione, Alina Cojocaru è una vera star della danza di fama mondiale che si esibisce per la prima volta a Roma con Federico Bonelli, eccellenza italiana interprete raffinato e sensibile.
Gli altri interpreti sono: Orazio Di Bella nel ruolo di Mercuzio, Ruan Crighton come Benvolio, Amilcar Moret Gonzalez e Peter Dedinsky si alterneranno nel ruolo di Tebaldo, Frantisek Ŝulek ricoprirà quello di Frate Lorenzo, Viola Mariner sarà Madre Capuleti, mentre Josef Dolinsky sarà padre Capuleti, Cosmina Zaharia la nutrice, Michal Velciky sarà Padre Montecchi ed infine Vladimir Kotrbanec sarà Paride. A loro si affiancheranno gli artisti del Balletto Nazionale Slovacco.
E’ la prima volta nella storia del Globe che uno spettacolo di danza calca le sue scene.

Dopo lo spettacolo ed il balletto dedicati alla più famosa storia d’amore di tutti i tempi, dal 13 al 25 agosto, ci sarà, come da tradizione ormai da sette anni, “Sogno di una notte di mezza estate” per la regia di Riccardo Cavallo.
La commedia è stata scritta dal bardo inglese in occasione di un matrimonio e rappresenta, come una scatola cinese, un mondo stregato in cui dominano il capriccio e il dispotismo. Linguaggi diversi che si intrecciano: quello delle fate che alterna al verso sciolto, canzoni e filastrocche, quello degli amanti dominato dalle liriche d’amore e quello degli artigiani, in cui la prosa di ogni giorno è interrotta dalla goffa parodia del verso raffinato. Una rappresentazione che ci racconta il tempo breve della felicità con un sottofondo sottile di malinconia.
Gli interpreti sono gli stessi dello scorso anno: Claudia Balboni ha il ruolo di Titania, la regina delle fate,  Francesca De Berardis, invece è Ippolita, la regina delle Amazzoni, Carlo Ragone è Oberon, il re degli Elfi, Nicola D’Eramo è Teseo, il Duca d’Atene, Alessio Sardelli ricopre il ruolo di Egeo, padre di Ermia, la quale è interpretata da Valentina Marziali, Elena è interpretata da Federca Bern, Sebastiano Colla ricopre il ruolo di Demetrio e  Daniele Grassetti quello di Lisandro, Fabio Grossi è Puck,  Gerolamo Alchieri nel ruolo di Nick, Bottom, Roberto Della Casa è Snug, Claudio Pallottini è Tom Snaout, Marco Simeoli è Peter Quince, Roberto Stocchi è Francis, Flut; infine, Andrea Pirolli è Fairy e Raffaele Proietti è il Maestro di cerimonie.

A seguire, dal 29 agosto all’08 settembre, sarà allestito “Riccardo III”, regia (traduzione e scene) di Marco Carniti. La Storia si compie grazie al prodotto geniale della bestialità umana, il Potere.
Riccardo III è un uomo straordinario mix di crudeltà, amoralità, egocentrismo sfrenato e, allo stesso tempo, purezza e straordinaria ironia. Una rappresentazione nella quale Riccardo, passando su tutti i cadaveri che lo separano dalla corona, opera un orribile necessario percorso di redenzione, dove ogni crimine è offerto in dono per aiutare la metamorfosi dell’uomo.
Questo è quello che afferma il regista nelle sue note: << Affrontare Riccardo III di Shakespeare è come entrare in un intricato labirinto di relazioni che passano dal politico al personale e che come spettatore ti lasciano completamente stordito e anche un po' perduto. È l'indagine giovanile dell'homo politicus Shakespeare che ripercorre impietosamente le tappe storiche di un periodo particolarmente sanguinoso e corrotto dell'aristocrazia inglese e della sua feroce lotta per il potere.
Non è però l'intricato gioco politico a catalizzare totalmente la nostra attenzione ma bensì gli innumerevoli ed efferati crimini sanguinari del protagonista assoluto dell'opera, Riccardo, compiuti metodicamente e con una ripetizione quasi al limite della monotonia svelando al mondo un'anima di spietata disumanità che può solo cercare di appagare la sua sete di potere, come in un ciclico gioco al massacro nel quale sono tutti coinvolti. […] Il grande gioco del potere al servizio dell'uomo produce solo mostri. Ed è qui che Shakespeare rivela il genio contemporaneo. Costruisce un personaggio che specchia continuamente se stesso riflettendo l'immagine del marcio nascosto nell'essere umano, dietro le apparenze, e che rappresenta la deformità congenita nell'uomo. Che è di tutti, nessuno escluso. […] Il grande gioco del potere al servizio dell'uomo produce solo mostri.
Ed è qui che Shakespeare rivela il genio contemporaneo. Costruisce un personaggio che specchia continuamente se stesso riflettendo l'immagine del marcio nascosto nell'essere umano, dietro le apparenze, e che rappresenta la deformità congenita nell'uomo. Che è di tutti, nessuno escluso. […] Vedo questo spettacolo come un incontro psichiatrico con il “mostro” che è in tutti noi. >>
Il ruolo cardine di Riccardo III è interpretato da Maurizio Donadoni. Ad affiancarlo ci saranno: Federica Bern come Lady Anna, Marco Bonadei come il Conte di Richmond, Tommaso Cardarelli nel ruolo del Duca di Clarence, Patrizio Cigliano in Lord Hastings, Massimo Cimaglia come Lord Stanley, Sandra Collodel nel ruolo di Elisabetta moglie di re Edoardo, il quale a sua volta è interpretato da Nicola D’Eramo, Raffaele La Tagliata nel ruolo del Conte di Rivers, Gianluigi Fogacci interpreta il Duca di Buckingham, Melania Giglio, nel ruolo di Margherita d’Anjou, Enrico Gimelli interpreta il principe Eduard, Paila Pavese la duchessa di York, Emanuele Salce è Sir William Catesby, Gabriele Granito il Duca di York e Pasquale Di Filippo è un cittadino.

Infine, a chiudere la programmazione sarà “Re Lear. Uno studio”, regia di Daniele Salvo, dal 12 al 22 settembre. Già in passato, nel 2008, Salvo aveva diretto lo spettacolo, affidando il ruolo che da il titolo alla pièce a Ugo Pagliai. Stavolta, invece, vuole farne uno studio (e quindi non uno spettacolo ricco di elementi scenografici) per giovani attori. Gli altri attori del cast sono: Francesco Biscione (Gloucester), Graziano Piazza (King Lear), Selene Gandini (Fool), Mimosa Campironi (Cordelia), Marcella Favilla (Goneril), Silvia Pietta (Regan), Simone Ciampi (Duca di Albany), Elio D’Alessandro (Conte di Kent), Marco Bonadei (Duca di Cornovaglia), Tommaso Ramenghi (Duca di Borgogna, Curan), Pasquale Di Filippo (Edgar), Roberto Laureri (Edmund), Giuliano Scarpinato (Oswald), Alessio Genchi (Re di Francia, medico), Enrico Gimelli (Primo cavaliere, un servo) e Diego Facciotti (Capitano, cavaliere).
Il regista nelle sue note dice: << Lear è un leggendario sovrano della Britannia, vissuto alcuni secoli prima di Cristo che, vicino alla vecchiaia, decide si dividere il suo regno tra le figlie e i mariti, pur mantenendo la sua autorità regale.
E' la tragedia dei padri incapaci di capire i loro figli, padri che sono ciechi di fronte all'adulazione dei figli che li vogliono ingannare e ciechi di fronte alla devozione dei figli che invece li amano. Lear pagherà i suoi "errori politici" a caro prezzo: non riconoscerà l'affetto e la sincerità di Cordelia e affiderà il potere nelle mani sbagliate con effetti distruttivi.
Sino a quel momento Lear aveva potuto dettare leggi e norme. Improvvisamente la sua vita viene sconvolta da un'esperienza che lo pone non dal punto di vista del dominatore ma del dominato. Lear si rifugia così in una sorta di "seconda infanzia" che gli procura un'innocenza che rende ancora più crudeli le azioni delle due figlie Goneril e Regan e nel momento in cui finalmente inizia a dire la verità  viene considerato pazzo. […] si tratta di un analisi puntualissima del Potere e dei suoi effetti sulla psiche umana. La lente deformante dell'ego e del dominio acceca gli occhi del sovrano e del politico e lo spinge al più totale isolamento affettivo. Per non distrarre lo spettatore dal lavoro sull'interiorità di questi straordinari personaggi, ho pensato di sottrarre quanto più possibile elementi decorativi, effetti e trovate registiche per giungere ad un'essenzialità e nitidezza interpretativa quanto mai necessaria, a mio avviso, alla messinscena di questo testo. […] Gli elementi naturali dominano: la pioggia, i tuoni e i lampi sono metafora della condizione interiore dei personaggi rispecchiandone l'emotività tormentata. Si tratta di un lavoro "sperimentale", low budget, frutto di un laboratorio rivolto a giovani artisti (con l'eccezione di due attori di grande esperienza come Graziano Piazza e Francesco Biscione, nei due ruoli principali)  ma non cercate in questa occasione elementi performativi o di ricerca visiva accattivante: non è mia intenzione e non è questa la sede giusta. Intendo invece qui lavorare esclusivamente sull'interpretazione e sulla direzione degli attori. >>

Si alzerà, dunque, a breve il sipario sulla magia estiva di Villa Borghese a Roma, il teatro elisabettiano accende le sue luci e ricomincia ancora una volta l’incanto del bardo.