Teatro

Afterplay: dalla residenza teatrale alla prima assoluta

Afterplay: dalla residenza teatrale alla prima assoluta

Debutto nazionale per l'opera di Brian Friel, drammaturgo contemporaneo irlandese

Nell'ambito di "Correlazioni - Stare al mondo", la rassegna di prosa del Teatro Ca' Foscari di Venezia, debutta "Afterplay" per la regia di Mattia Berto, mentre Alex Cendron e Sara Lazzari sono i due protagonisti in scena. Uno spettacolo che è anche una prima assoluta per il nostro paese, grazie alla voglia di scommettere di un gruppo di giovani professionisti su un testo e un autore quasi del tutto sconosciuto in Italia.

All'ombra di Beckett
Brian Friel, drammaturgo irlandese scomparso poco meno di due anni fa, è cresciuto praticamente all'ombra del più famoso dei suoi conterranei, ovvero Samuel Beckett. Eppure il suo è un testo che, pur partendo da un gioco squisitamente letterario, in un caffè di Mosca all'inizio del secolo scorso si incontrano la nipote di Zio Vanja, Sonja, e Andrej, fratello di Irina, Olga e Masha, ovvero le tre sorelle di Cechov, parla della vita e di tutti quegli irrisolti che ogni essere umano si porta dentro, la cui soluzione spesso non appare all'orizzonte finché qualcuno o qualcosa, per esempio un incontro del tutto casuale, non interviene a cambiare il corso della quotidianità.

L'importanza delle residenze teatrali
Un tale progetto ha trovato nella residenza teatrale il suo naturale luogo di nascita. La residenza teatrale permette di coinvolgere, infatti, quante più forze possibili e coagularle intorno ad uno spazio che è al tempo stesso spazio di creazione e di riflessione.
Il Teatro Ca' Foscari di Venezia, infatti, è uno di quesgli spazi dove il teatro può essere declinato in tutte le sue potenzialità.
Non solo spettacoli di ospitalità, infatti, ma anche spettacoli frutto di una progettualità più estesa, come può essere quella delle residenze.
Da diversi anni si avvicendano momenti di residenza teatrali nati con lo scopo di dare voce a quella drammaturgia contemporanea straniera che spesso fatica a trovare visibilità sui palcoscenici italiani.
Così, grazie all'opera attenta di giovani traduttori, in questo caso Monica Capuani, e all'impegno di registi e attori che trovano per l'appunto residenza all'interno del teatro, autori poco conosciuti o anche poco esplorati vengono alla ribalta, regalando al panorama della drammaturgia contemporanea una ricchezza espressiva inaspettata.

Per tutte le informazioni vedi SCHEDA SPETTACOLO