Teatro

Al Teatro Massimo emozionante finale per «Palermo capitale italiana della cultura 2018»

Al Teatro Massimo emozionante finale per «Palermo capitale italiana della cultura 2018»
© Ph. Rosellina Garbo

Il presidente della Repubblica Mattarella condivide con le autorità locali il lusinghiero bilancio dell’esperienza in occasione della prima de La Bohème

«Palermo, a Renaissance»: la pregnante titolazione scelta dalla stampa estera definisce bene l’essenza dei significativi traguardi raggiunti dalla città di Palermo, suggellati dall'anno appena trascorso come capitale italiana della cultura

Una carica di energie positive che ha trovato festosa corrispondenza nella serata di gala del 13 dicembre per il debutto de La Bohème allestita dal Teatro Massimo di Palermo, svoltasi alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e delle maggiori autorità cittadine e regionali. Alla conferenza stampa preliminare, è seguito il saluto del Presidente ad artisti e maestranze del Massimo, quindi la lunga ovazione del pubblico in sala.

Secondo il sindaco Orlando, con Palermo 2018 è giunta a compimento «una missione collettiva che parte da lontano», rispetto alla quale i palermitani si sono resi «attori di un cambiamento prima impensabile»: affrancarsi dall'etichetta di 'centro della mafia e del malaffare’ per rivalorizzare un’identità culturale dalle gloriose stratificazioni multietniche e poggiante sulla coesistenza pacifica, sul riconoscimento dei diritti, sull'interscambio fruttuoso di genti e di  idee. 

«Raccolta la sfida e capitalizzata l’occasione» - ha commentato infine il presidente della Repubblica - «la condizione di capitale della cultura per un anno ha fatto di Palermo un faro per l’intero Paese».
 

Il presidente Mattarella con il Coro di voci bianche del Teatro Massimo

Palermo crogiuolo di civiltà

Sita in posizione strategica al centro del Mediterraneo, nel corso della sua storia plurimillenaria e fino al recente risveglio Palermo ha dimostrato «il suo ruolo di città riferimento internazionale dei diritti - ha spiegato poi Orlando - divenendo vessillo di accoglienza per aver saputo includere e armonizzare in modo pacifico e democratico le diversità culturali. La valorizzazione delle specifiche espressioni artistiche di tanti popoli, coadiuvata in tempi recenti da strumenti amministrativi virtuosi quali la Carta per la mobilità umana internazionale 2015 e la Consulta delle Culture, si riflette nella straordinaria vivacità intellettuale che ha contraddistinto la città nell'anno appena trascorso. Ne rappresenta perfetto emblema il logo plurilingue della manifestazione, che raffigura l’iniziale di Palermo declinata in arabo, aramaico, fenicio, greco antico: come nella famosa stele quadrilingue normanna al Palazzo della Zisa, esemplifica il concetto di un unico linguaggio universale che ha come segno la creazione di una visione comune di sviluppo, l'’identità cittadina fatta di aperture, sincretismo, contaminazioni positive».
 

Teatro Massimo di Palermo

Uno sviluppo a misura d’uomo

Se la riappropriazione degli spazi pubblici e la riqualificazione delle aree degradate sono le evidenze più tangibili lasciate in eredità dall'evento sul territorio, d’altra parte la Biennale delle arti Manifesta ha provato sul campo il richiamo esercitato da Palermo sulle migliori iniziative progettuali a livello internazionale. Un’attrattività non solo turistica, ma anche economica, culturale e umana.

Non si poteva scegliere luogo più significativo del Teatro Massimo -specchio fedele dei rivolgimenti attraversati da Palermo come della sua rinascita- per concludere degnamente l’anno da capitale italiana della cultura: sicché il successo di questa Bohème traslata nella Palermo Liberty (direttore Daniel Oren, regia di Mario Pontiggia), in occasione di un evento dalla forte valenza simbolica come la visita del presidente della Repubblica, lasciano sperare che il felice momento possa proseguire a tempo indeterminato.