E’ giunta, finalmente, ieri sera a L’Aquila la pièce “Cyrano de Bergerac” con Alessandro Preziosi, co-prodotta dal Tsa, di cui Preziosi è, da quest’anno, direttore artistico. Il capoluogo abruzzese in cui risiede l’ente teatrale che si è fatto carico di questo spettacolo (insieme a Khora teatro, dello stesso Preziosi) è stato praticamente l’ultimo a poter assistere a quest’evento tanto atteso che ha girato quasi tutta l’Italia facendo circa 80 repliche a soli tre mesi dal debutto.
Lo spettacolo si sarebbe dovuto tenere al Ridotto del Teatro Comunale, ma vista l’eccezionale richiesta che ne ha fatta la cittadinanza, la produzione si è attivata per spostare l’evento al ben più spazioso Auditorium della Guardia di Finanza. Un luogo un po’ insolito per un spettacolo teatrale, con un palco (sul quale per l’occasione sono state montate delle quinte finte) sporgente a semicerchio verso la platea e le gradinate dove siedono gli spettatori tutt’intorno a fare da cornice alla storia di Cyrano e del suo microcosmo di guasconi.
Il “Cyrano de Bergerac” diretto e interpretato da Alessandro Preziosi è indubbiamente uno dei più bei spettacoli teatrali che si sono visti sulle scene italiane negli ultimi anni.
Molto scorrevole la traduzione dall’originale e l’adattamento realizzato da Tommaso Mattei (uno dei produttori dello spettacolo insieme a Preziosi e Aldo Allegrini, tutti e tre di Khora Teatro e il TSA, di cui Alessandro Preziosi è, da quest’anno, direttore artistico), scorrevolissimo e piacevolissimo, anche nelle parti scritte in versi.
L’allestimento annovera un cast ottimo e numeroso, notevole. Una regia curatissima. Ricca la scenografia e interessanti i costumi. Belli gli effetti dei movimenti scenici, musiche gasanti ed energetiche (a cura di Andrea Farri). Il tutto per oltre due ore di spettacolo puro. Praticamente un colossal teatrale. L’allestimento ha armonia estetica in tutti i codici artisti coinvolti e nello spettacolo nell’insieme (benché questo si divida in tre parti nettamente differenti: la corte cittadina, l’assedio di Arras e la dimora di Rossana 14 anni dopo). Il neo-regista Preziosi si è riservato una parte da attore (ciò che effettivamente è) senza perdere di vista l’equilibrio globale del lavoro, ma anzi proponendo una regia creativa, convincente, vivida. Lo spettacolo mostra una magica coinvolgenza di tutti i suoi linguaggi: recitativo, coreografico, scenografico, …. Ottimo, quindi, il debutto alla regia di Alessandro Preziosi: una vera e propria rivelazione!
Il celebre attore in scena è stato un vero mattatore, rivelandosi forse uno degli ultimi attori geniali e completi rimasti nel panorama teatrale italiano. Possiede presenza scenica, agilità fisica, armonia e capacità recitative enormi.
Coinvolgente anche Valentina Cenni, con i suoi sospiri, nel ruolo di Rossana, la fortunata amata da ben tre uomini, il cugino-poeta Cyrano, il bel Cristiano de Neuvillette e l’odioso conte De Guiche (interpretato da Massimo Zordan).
Da apprezzare anche lo sforzo dell’attore danese Benjamin Stender, nel ruolo di Cristiano, il quale, sebbene avesse un evidente accento straniero, era comunque “in parte” riguardo all’emotività trasmessa e ai duetti-dialoghi con Cyrano.
Bravo anche il resto del cast, come Marco Canuto nel ruolo del pasticcere Regenau, e gli attori in ruoli secondari, come l’esilarante Natasha Truden nel ruolo di Montfleury e poi in quello di Lisa, moglie del pasticcere.
Nel complesso la compagnia è apparsa omogenea e affiatata, con un ottimo ritmo recitativo, sia da parte degli attori professionisti che dei giovani attori diplomati di fresco alla Link Academy, diretta dallo stesso Preziosi. La recitazione era chiara e scandita. La presenza in scena è sempre stata energica e comunicativa, davvero emozionante. Ogni interprete ha mostrato di avere doti fisiche e vocali, oltre che energetiche, adatte al personaggio a cui dava vita.
Eccezionali gli “effetti” dei movimenti scenici creati da Nikolaj Karpov. Le azioni fatte dagli attori erano in ottimo rapporto con lo spazio e i suoi praticabili, con gli oggetti usati, o lanciati, e con gli altri personaggi presenti. Veramente ad effetto! L’insieme dei movimenti della compagnia mi è sembrato impeccabile e i duelli (quasi una danza) a ritmo di musica erano avvincenti e coreografici. Ottimi i movimenti dei singoli attori, perfetti, dotati di agilità plastica e coreografica.
Pratica e ad effetto era la scenografia stilizzata e senza-tempo di Andrea Taddei. Funzionale, ma anche elegante, fatta di praticabili e di parti mobili, aperture e chiusure ad effetto. Uno spazio vissuto integralmente dagli attori. I cambi di scena sono stati quasi inavvertiti, se non fosse per lo spostamento di qualche elemento di scena, e comunque sempre integrati nella narrazione registica. Belli e curati i costumi curati da Alessandro Lai, anche se forse quello celeste di Rossana era un po’ da favola.
Parlando del “Cyrano de Bergerac” è impossibile non pensare alle celebri frasi d’amore che Rostand fa dire al poeta (in realtà realmente vissuto) Cyrano; sono tanto romantiche le sue parole, quanto sono divertenti le situazioni e i movimenti scenici-duetti creati con Cristiano nella struggente, e contemporaneamente grottesca, scena del balcone. Complice il buio, Cyrano rivela il suo amore a (la ignara) Rossana, lasciando al più prosaico Cristiano (che ama Rossana e ne è riamato) il compito di apparire. Il bel giovane, infatti, non ha quel naso protendente che tanto fa soffrire il poeta innamorato.
In realtà, il Cyrano interpretato da Preziosi non ha, fisicamente, il famoso nasone, anche se, ovviamente, ne parlava; ma alla regia e all’interpretazione di Preziosi si può perdonare questa omissione, d’altronde non se ne è sentita la mancanza e tutto il resto era perfetto. Il “Cyrano de Bergerac” di Preziosi ci ha realmente trasportato in un altro mondo, un mondo fiabesco, per qualche ora.
E alla fine, morto Cristiano e passati 14 anni, Cyrano è volato, come da tradizione, sulla luna… Ma non prima di essersi svelato, forse involontariamente, alla sempre amata cugina Rossana.
La pièce, bellissima nel complesso, è stata godibile, fluida e molto curata dall’inizio alla fine.
“Cyrano de Bergerac” è una delle storie d’amore più romantiche e tenere della storia del teatro.
Amore, romanticismo, tenerezza, dinamismo e un accenno di grottesco, sono le caratteristiche di questa pièce adatta per sognare, ridere, amare e sospirare, scritta da uno dei più anomali autori del secondo Ottocento, Edmond Rostand (romantico dopo il romanticismo, grottesco durante il naturalismo) ed allestita da uno dei più bravi e affascinanti attori (ed evidentemente anche regista) della nostra generazione, Alessandro Preziosi.
Già qualche anno fa Preziosi era stato osannato per la sua interpretazione di “Amleto”. Con questa pièce il plauso è rinnovato. Apprezzatissimo in tv e al cinema, bello dal vivo tanto quanto sullo schermo, il popolare attore ha una lunga e prolifica carriera alle spalle, sia in cinematografia che in teatro, in entrambi i casi con alcuni dei migliori e dei più noti registi che tuttora abbiamo (Armando Pugliese, Cinzia Th Torrini, Pupi Avati, Ferzan Ozpetec, …). Ma credo che da questo spettacolo ne esca un’immagine nuova (a cominciare dallo sguardo più vissuto e dai capelli più corti che gli scoprono il viso) e più completa, quella di un artista popolare ed energetico, attento ai dettagli ed esperto, colto ma anche divertente.
Teatro