Ieri sera, mercoledì 22 luglio, sono stata al Cortile della Pilotta di Parma a vedere ‘Alkohol: Raijka e Champagne’, il nome del nuovo tour di Goran Bregovic and The Wedding & Funeral Band. Il pubblico ha festeggiato con così tanto calore l’artista serbo da lasciare stupito perfino lui, Goran, che sembrava non saper neppure più come lasciare il palco. Il pubblico, tranquillo e attento per quasi tutto il tempo, verso la fine si è alzato in piedi e ha cominciato a ballare, agitarsi e gridare, battendo mani e piedi.
Qualcuno gli ha portato una bandiera serba e l’ha messa sul palco, una donna è saltata sul palco e, rifiutando di essere allontanata dalla sicurezza, si è rilanciata nel pubblico a volo d’angelo. Uno spettacolo nello spettacolo! Ecco come si è arrivati a sentire musica fin quasi a mezzanotte, tra cori e balli. Goran Bregovic aveva spiegato: “Alkohol è diviso in due parti: la prima, RAKIJA, è il nome della bevanda alcolica nazionale serba, il brandy alla prugna, quello che si beve anche quando c’è un caldo torrido e si mangiano carne e crauti acerbi, si ascolta musica e si beve ancora. Lo Champagne potrebbe accompagnare le atmosfere più soffuse della seconda parte. Due modi diversi di godersi la vita”.
Il concerto ha presentato canzoni inserite sia nel CD uscito da poco e dedicato al Rakija, mentre da quello dedicato allo Champagne che uscirà tra breve. Abbiamo quindi sentito brani inediti e nuovissimi, alcuni soltanto nuovi e qualcuno più vecchio e già noto. Seduto accanto ai suoi musicisti, tutti in costume, con babbucce a punta ricurva, in pantaloni neri con camicie chiare o colorate, fusciacca intonata ai calzettoni e gilè nero, Goran indossava un completo tutto bianco e stava seduto con una chitarra elettrica in grembo, suonata con garbo. Si è esibito pure con un piccolo sintetizzatore, oltre che con la sua voce ormai inconfondibile.
Al goc e cantando con voce davvero interessante c’era Alen Ademovic, che ha primeggiato sul protagonista per maestria. Quindi Bokan Stankovic come prima tromba, Dragan Ristevski seconda tromba, un magnifico Stojan Dimov al sax alto e soprano come pure al clarinetto. Ivan Jovanovic era primo trombone, Milos Mihajlovic secondo trombone, Dejan Manigodic alla tuba e infine due belle ragazze bulgare, pure loro in costume, hanno cantato alcuni brani e seguito la musica muovendosi, non proprio ballando ma dando ritmo al tutto: Ludmila Radkova Trajkova e Daniela Radkova Aleksandrova.
Goran Bregovic è nato a Sarajevo, la madre era serba e il padre croato. A soli 16 anni voleva già diventare una stella del rock e aveva formato il suo primo complessino, senza contare che a quei tempi solo con le canzonette i giovani potevano esprimere i loro malumori senza rischiare la galera. Diventato uno degli idoli del rock tra i giovani jugoslavi e dopo aver venduto milioni di copie di dischi, decide di ritirarsi e compone le musiche di un film voluto da Emir Kusturica, ‘Il Tempo dei Gitani’. Emir è un amico d’infanzia ma stanno iniziando i disordini che porteranno alla guerra e i due mollano tutto per andare assieme a Parigi.
La loro intesa permette a Goran di produrre un’altra colonna sonora al film ‘Arizona Dream’, per Kusturica e il risultato è sempre più straordinario. Proprio i suoni imperfetti, che fanno apparire il tutto leggermente dilettantesco e non da professionista quale è, piacciono all’artista serbo che adora lavorare con musicisti di corni di bue e vecchi tromboni. Dopo aver musicato il film ‘La Regina Margot’ diretto da Patrice Chereau, che vince la Palma d’Oro nel 1994 al Festival di Cannes, Goran scrive la colonna sonora di ‘Undrground’, di nuovo con Kusturica e vince la Palma d’Oro a Cannes nel 1995.
Ma infine Bregovic torna a fare musica dal vivo e per la gente e si allontana dal vecchio amico musicando un magnifico film diretto da Radu Michaelanu, ‘Train de Vie’, apprezzato in tutto il mondo. Il cinema sembra volerlo a tutti i costi e Goran diventa attore protagonista di ‘Musiche per Matrimoni e Funerali’ di Unni Strumme, per cui scrive pure la colonna sonora nel 2002. Appare con un ruolo importante e compone le musiche di un film italiano con Margherita Buy, ‘I giorni dell’abbandono’, uscito nel 2005. Vederlo dal vivo in Italia è stato come sempre un grande piacere.
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