L'anteprima nell'aeroporto internazionale di Napoli, poi le prime performance: comincia la V edizione del festival.
7 Luglio 2015. L’aeroporto internazionale di Napoli ospita in anteprima l’inaugurazione della V edizione di AltoFest. La scelta della location non è casuale: l’aeroporto, “soglia” verso uno scenario europeo e intercontinentale, costituisce la sede ideale per “dare luogo” a quella vocazione internazionale che anima la manifestazione sin dalla sua prima edizione. Peraltro quest’anno AltoFest vede coinvolte direttamente le ambasciate di diversi Paesi stranieri nonché lo stesso aeroporto di Napoli che, insieme con l’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, costituisce il main partner del festival, in un’ottica di “collaborazione fondata su prospettive comuni: favorire ai cittadini l’accesso diretto all’offerta culturale internazionale, innescando un’azione di rigenerazione urbana/umana”.
L’opening performance è stata affidata ad Azul Teatro che, per l’occasione, “ha invaso” lo spazio quotidiano di Capodichino con il suo “Icaro”. Nella rilettura di Serena Gatti il mitico figlio di Dedalo è diventato un “eroe” della contemporaneità, pronto a tentare nuovamente il volo verso il sole “per arrivare all’ignoto, sregolare i sensi”.
A seguire, nel pomeriggio, in uno spazio ormai “storico” di Alto Fest, casa Fiorellino, è stato ospitato “KöSZEG” di Opera retablO, gruppo assegnatario del premio di produzione Operappartamento 2015 durante la scorsa edizione del festival. Liberamente ispirata alla “Trilogia della città di K.” di Ágota Kristóf, la performance affronta temi quali la ricerca dell’identità all’interno di una complessa dimensione familiare, la guerra, la violenza, declinandoli attraverso un linguaggio asciutto ed essenziale ma di grande forza espressiva.
A partire dalle 17:30, infine, ha preso il via, presso il Riot Studio, Texture, “Laboratorio Internazionale di pratiche e visioni di Rigenerazione Urbana Culture-led e Performing Heritage”. Il workshop, ideato da Creactivitas e Alto Fest in collaborazione con l’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, punta a creare un momento di scambio e dialogo tra artisti, operatori culturali, esperti provenienti da ambiti disciplinari differenti, al fine di rintracciare percorsi culturali che, attraverso progetti di natura performativa, possano attribuire nuovi significati agli spazi e alle dinamiche della città.
Domani avranno inizio le cinque giornate dell’edizione 2015; che ci si trovi tra le stradine della Sanità o lungo le scale della Pedamentina, l’invito per lo spettatore, o meglio, per il “viaggiatore” di Alto Fest è ormai lo stesso da cinque anni: “attraversare il festival e farsi attraversare”.