Teatro

Annig Raimondi dirige LE BOCCHE INUTILI

Annig Raimondi dirige LE BOCCHE INUTILI

PACTA. dei Teatri inaugura la nuova sede nel marzo 2010 al Teatro Oscar di via Lattanzio 58, Milano con il Progetto DONNE PER UN TEATRO DEI DIRITTI UMANI (www.donneteatrodiritti.org), a cura di Annig Raimondi. In prima assoluta fino a domenica 28 marzo 2010, sarà messo in scena l’unico testo teatrale di Simone De Beauvoir Le bocche inutili. Lo spettacolo è una delle tappe di un progetto articolato che propone una profonda riflessione sui diritti spesso negati e sulla condizione delle donne, che ha nel pensiero della De Beauvoir un prezioso punto di riferimento e si sviluppa nei mesi di marzo e aprile. Ruota attorno a tre realtà femminili: Simone de Beauvoir, antesignana del movimento femminista, Dacia Maraini, scrittrice e drammaturga da sempre attenta al mondo femminile e le voci delle detenute del carcere femminile, raccolte da Donatella Massimilla. Numerosi gli appuntamenti: fino al 21 marzo nel foyer del Teatro Oscar mostra fotografica a cura della Cooperativa Chico Mendes dal titolo “Donne nel mondo”; martedì 30 marzo nel Carcere di Bollate presentazione del libro di Emilio Pozzi “Recito e quindi sogno. Teatro e Carcere 2010” e di “Princese, diario di bordo: memorie di teatro e carcere. Sezione femmine” voci delle detenute messe in scena dal CETEC, in replica al Teatro Oscar il 25 aprile. Sempre il 25 aprile è prevista alle ore 15.30 la presentazione del libro "Le donne reggono il mondo. Uno sguardo di genere all'economia globale", a cura di Elena Sisti e Beatrice Costa (Altreconomia Edizioni 2010). Lunedì 26 aprile spazio a Dacia Maraini che alla Mondatori Multicenter di Piazza del Duomo a Milano incontra il pubblico in occasione dello spettacolo “Passi affrettati”, in scena all’Oscar il 27 e 28 aprile, su testimonianze di donne raccolte dalla scrittrice. Il Progetto tematico ‘Donne per un Teatro dei diritti umani’, partendo da grandi figure e ritratti emblematici di donne, ha l'obiettivo non solo di mettere in evidenza l'attualità del pensiero ma, nell’ottica di una moltiplicazione dei punti di vista, saranno diversificati i luoghi di intervento, dal teatro alle carceri, in spazi teatrali e non. L'opera di Simone de Beauvoir, una delle più importanti voci femminili di tutta la cultura europea del Novecento, continua ad appassionare anche per lo straordinario intreccio fra vissuto, creazione romanzesca, elaborazione teorica, interminabile e articolato racconto autobiografico. Donna e intellettuale scomoda, sempre presente nella scena filosofica, letteraria e politica, fu pioniera nell’opposizione a quella dimensione culturale e sociale che caratterizza la discriminazione di genere. La scrittrice francese ha sottoposto all’analisi critica le pratiche educative, le norme sociali, l’insieme dei comportamenti familiari che determinano la passività e la condizione subalterna delle donne. In lei permane la consapevolezza intellettuale di non poter accettare deroghe al rispetto dei diritti umani, come nel caso delle sevizie inflitte alla giovane algerina Djamila Boupacha, contro cui si espose personalmente con pubbliche denuncie Il progetto presenta, in prima nazionale, “Le bocche inutili”, unico testo teatrale della De Beauvoir per la regia di Annig Raimondi, una riflessione diretta sull’uomo che diventa straniero a se stesso ma che alla fine sceglie di stare dalla parte gli uomini e non degli ideali astratti. Le Bocche Inutili, in prima assoluta dal 12 marzo, racconta una storia estrema in cui emerge il conflitto eterno tra legge civile e legge morale: una città delle Fiandre è sotto assedio e, dato che i cittadini sono allo stremo delle forze, il governo decide di sacrificare “le bocche inutili” alla Ragion di Stato decretando che malati, vecchi, bambini e donne vengano cacciati dalle mura e abbandonati ai nemici. La decisione però scatena un vivace dibattito nella città perché, se l’eliminazione delle “bocche inutili” potrebbe realmente rappresentare l’unica possibilità di sopravvivenza, la loro perdita segna la rinuncia definitiva alla vera “anima” della città. Il testo dell’autrice francese apre così una riflessione netta e diretta sull’uomo che diventa straniero a se stesso ma che alla fine sceglie di stare dalla parte gli uomini e non degli ideali astratti. Dacia Maraini, conosciuta e tradotta in tutto il mondo, fin dal suo primo romanzo ha interrogato la vita delle donne e , fin dalla fondazione, nei primi anni 70, del Teatro della Maddalena gestito e diretto da donne, è impegnata a valorizzarne la creatività, instancabilmente presente nelle battaglie contro ogni forma di violenza sulla donna. Nonostante la sua intensa attività di scrittrice di romanzi, il teatro resta per lei il miglior luogo dove informare e sensibilizzare il pubblico riguardo a problematiche politiche e sociali. Passi Affrettati raccoglie storie di donne violate di ogni parte del mondo, un pugno nello stomaco da far ascoltare soprattutto ai giovani per non dimenticare. Princese, Diario di bordo della sezione femminile di San Vittore, racconta infine in modo autodrammaturgico storie di donne recluse e disegna un affresco pieno di emozioni, storie troppo spesso invisibili. La narrazione in prima persona dell’autrice, Donatella Massimilla, insieme ad attrici e attori ex detenuti, è accompagnata dalle canzoni suonate dal vivo di Fabrizio De Andrè. Attraverso il ricordo e la memoria affiorano percorsi di vita al femminile segnati spesso fin dalla nascita in luoghi poveri o in terre di mafia. Per poi narrare, senza commiserazione ma con grande umanità, come attraverso il teatro, si può realizzare la visione di Bertolt Brecht “Arte come luogo e via di trasformazione”: uscire dal carcere e ricominciare…