Debutta in prima assoluta la nuova produzione di Ert, la tragedia shakespeariana “Antonio e Cleopatra” diretta da Valter Malosti.
Antonio e Cleopatra, la nuova produzione di Emilia Romagna Teatro, debutta in prima assoluta a Modena per poi approdare a Bologna. La tournée prosegue nelle principali città italiane fino a giugno, chiudendosi al Piccolo Teatro di Milano.
Tragedia rappresentata di rado in Italia, ma tra le vette poetiche del corpus drammatico del celebre autore inglese, Antonio e Cleopatra è il testo scelto dal direttore di ERT / Teatro Nazionale Valter Malosti per la sua nuova regia, di cui cura anche la nuova traduzione italiana in versi insieme a Nadia Fusini.
La storia d’amore tra Antonio e Cleopatra è una delle più intense e famose dell’antichità, soggetto di innumerevoli riscritture: dalla versione di William Shakespeare del 1607 alla tragedia di Vittorio Alfieri del 1774, l’amore e i destini di due imperi è al centro di alcune celebri pellicole, tra cui Cleopatra di Joseph Mankiewicz, con Liz Taylor e Richard Burton, colossal il cui successo è anche dovuto al parallelismo con il tormentato amore tra i due attori nella vita reale.
Antonio e Cleopatra, è un’opera disincantata e misteriosa, che mescola tragico, comico, sacro e grottesco e che santifica l’eros con alcuni dei versi più alti ed evocativi di tutta l’opera shakespeariana.
Antonio e Cleopatra: tra erotico e politico
Valter Malosti e Anna Della Rosa, già finalista ai Premi Ubu 2021 come miglior attrice per la sua interpretazione della regina d’Egitto in Cleopatràs di Giovanni Testori, interpretano i due protagonisti della grande tragedia scritta da William Shakespeare tra il 1607 e il 1608.
Valter Malosti si confronta con Antonio e Cleopatra dopo un lungo e appassionato percorso shakespeariano e afferma: ”I due straripanti protagonisti eccedono ogni misura per affermare la loro infinita libertà. Politicamente scorretti e pericolosamente vitali, al ritmo misterioso e furente di un baccanale egiziano vanno oltre la ragione e ai giochi della politica. Inimitabili e impareggiabili, neanche la morte li può contenere".
La celebre opera di Shakespeare insegue un difficile equilibrio tra dramma storico e tragedia individuale. Schiavo della sensualità e del fascino maturo di Cleopatra, Antonio abbandona la sposa Ottavia e abdica al ruolo di triumviro.
Battuto da Ottaviano prima ad Azio, poi ad Alessandria, alla falsa notizia della morte della regina d’Egitto si lascia cadere sulla spada spirando infine tra le braccia dell’amata che a sua volta riconosce nel suicidio l’unica decisione onorevole.
Se l’integerrimo Ottaviano incarna la vera politica imperiale, il mondo dell’ordine e dell’efficienza romana, il corrotto Antonio esprime la tragedia dell’uomo d’azione che soccombe ad una lussuria tanto indegna quanto irresistibile, ma anche la grandezza d’animo di chi rinuncia al freddo tornaconto politico in nome della spontaneità e dell’intensità dei propri sentimenti.
Sui due protagonisti maschili campeggia Cleopatra, cortigiana d’Oriente, principessa ammaliatrice, donna ingegnosa, ma soprattutto eroina di una storia d’amore che attraverso la poesia di Shakespeare sfida la morte e il tempo.
Un conflitto politico e scientifico
Afferma Malosti che questa tragedia di Shakespeare è la metafora di uno scontro generazionale, della tensione tra una generazione nuova, rampante e un’altra ancora in forze, ma destinata a soccombere. È una pièce complessa: apparentemente racconta la storia di due amanti e insieme la storia politica della Roma dell’epoca, ma molti studiosi hanno messo in luce tracce di Giordano Bruno, di Copernico.
La storia d’amore tra Antonio e Cleopatra permette a Shakespeare di raccontare l’incontro e il conflitto tra Oriente e Occidente, un conflitto politico ma anche scientifico. Nel 1580 infatti Giordano Bruno si trovava in Inghilterra, qui recuperò le scienze astronomiche degli antichi egizi e diffuse nella cultura occidentale le sue teorie rivoluzionarie ritenute una delle eresie più potenti che si potesse pronunciare e che gli sarebbero poi costate la vita.
La straordinarietà di Shakespeare è questa: offrire un testo popolare ma ricco di sfaccettature e con molteplici piani di lettura. Un’opera di profonda ed elevata poesia, ma al tempo stesso molto concreta, intimamente legata alla nostra esperienza.