Teatro

Antonio Florio festeggia 30 anni di ricerca sulla Scuola Napoletana

Antonio Florio festeggia 30 anni di ricerca sulla Scuola Napoletana

Grande successo al Teatro di Corte di Palazzo Reale di Napoli per Antonio Florio studioso ed interprete della Scuola Napoletana: la Cappella Neapolitana propone (le famiglie) Mascitti, Marchitelli e Scarlatti.

L’appuntamento concertistico dell'Associazione Scarlatti questa volta è stato dedicato alla celebrazione dei  trent’anni di attività del gruppo musicale già conosciuto col nome di Cappella della Pietà dei Turchini ed oggi rifondato come Cappella Neapolitana, ensemble diretto dal maestro Antonio Florio che ha sviluppato negli anni un repertorio incentrato sulla musica barocca ed in particolare sugli autori di Scuola Napoletana. Florio, ricercatore appassionato di questo repertorio, e revisore consapevole di partiture purtroppo poco eseguite se non addirittura abbandonate all'oblio, ha saputo concertare l’ensemble con la consueta sicurezza, imprimendo i giusti tempi a musica di così grande fascino. Va elogiato il valore di non poco conto dell’opera svolta in questi decenni dal maestro e dai musicisti che lo hanno via via affiancato; certamente da lodare l’importanza di riproporre un così notevole repertorio musicale e di operare con costanza il doppio binario dell’incisione di tali capolavori per etichette di prestigio e di eseguire dal vivo musica ineseguita da secoli, rendendola così nuovamente pulsante, appartenente alla nostra dimensione reale e così capace ancora di dialogare col nostro spirito.

La serata (che prendeva il nome di Padri e figli, zii e nipoti nella Napoli del XVII e XVIII secolo) ha avuto inizio con l’esecuzione del Concerto Grosso in La minore di Pietro Marchitelli (1657 – 1729?), musicista di origini abruzzesi e grande virtuoso di violino formatosi al Conservatorio di S. Maria di Loreto, divenuto nel tempo primo violino della Reale Cappella di Napoli. La solidità dell’impianto compositivo è notevole per quanto la felicità delle idee musicali sembra subordinata più alla fluidità della scrittura violinistica piuttosto che ad una originale vena creativa. A seguire abbiamo potuto apprezzare una brillante esecuzione del Concerto grosso n. 5 di Alessandro Scarlatti, uno dei lavori strumentali di maggior fascino del maestro palermitano, così come la Sinfonia per archi di Domenico Scarlatti ed il caratteristico Concerto Grosso di Michele Mascitti (1664 – 1770) nipote del Marchitelli hanno lasciato stupito il pubblico in sala per la scorrevolezza della scrittura.

Scopo del programma infatti era proprio mettere in risalto la grande capacità artigianale delle famiglie di musicisti napoletani, la consanguineità fra molti nomi noti e meno noti e quindi la presenza di una “linea madre” nella produzione artistica dei tanti compositori che operarono nel regno in quei secoli. Dopo l’esecuzione della Sonata in re del Marchitelli e di altri brani di D. Scarlatti e dello stesso Marchitelli, la serata si è conclusa con una trascinante interpretazione della Passacaglia variata in la maggiore del Mascitti, brano di straordinario effetto sia per l’eleganza ritmica che per la malinconica trama melodica. Ben tre bis, pezzi di H. Purcell dalla squisita fattura, hanno accontentato il pubblico prodigo di applausi per i musicisti del gruppo tra cui sono da segnalare il primo violino Alessandro Ciccolini, ottimo musicista oltre che curatore di alcune revisioni delle opere eseguite, ed il duo di basso continuo formato da Alberto Guerrero (violoncello) e Giorgio Sanvito (contrabbasso) che hanno saputo esprimere al meglio le sonorità e la ritmica di musica così accattivante e che vorremmo poter apprezzare con maggior frequenza nelle sale da concerto del nostro paese.