Dopo il film arriva anche un monologo, scritto e interpretato da Alex Cendron. Utilizzate immagini e musiche originali dell'epoca.
La resistenza degli scout italiani contro il fascismo è diventata uno spettacolo teatrale. A mettere in scena Aquile Randagie: credere, disobbedire, resistere, prodotto da Arca Azzurra, è l’attore Alex Cendron. Dopo alcuni spettacoli di anteprima nel nord Italia, Aquile Randagie è stato presentato in prima nazionale al Teatro della Cooperativa di Milano. E' la prima volta che questa pagina poco conosciuta della storia italiana viene portata a teatro, ma nel 2019 è uscito un film di discreto successo.
"Il fascismo voleva il monopolio dell'educazione dei giovani, e così nel 1928 ha soppresso lo scautismo - spiega Cendron, autore e protagonista dello spettacolo - Le Aquile Randagie erano un gruppo di scout che avevano continuato a fare attività clandestina. Ho scoperto questa storia quando ho partecipato alla scuola capi dell'Agesci, a Colico: me ne sono innamorato e ho deciso di ricavarne uno spettacolo teatrale”.
Nel 2019 esce nelle sale il film Aquile Randagie, con la regia di Gianni Aureli, e così Cendron decide che i tempi sono maturi anche per il teatro. “Per raccogliere il materiale – racconta – ho passato parecchi giorni al Centro studi scout Mario Mazza di Genova: grazie all'aiuto del socio Agostino Volta e della dirigenza ho potuto consultare e toccare con mano materiali originali delle Aquile e raccogliere importanti suggestioni. Ho passato mesi a studiare, ordinare il materiale e riflettere su come scrivere un racconto interessante per un vasto pubblico: da chi è appassionato di storia dello scautismo a chi guarda agli scout con il solito atteggiamento dei 'bambini vestiti da cretini guidati da cretini vestiti da bambini'. Chiuso in casa per il lockdown, sono riuscito a portare a termine il progetto”.
Va in scena la lotta tra luce e buio
Il monologo è storicamente corretto. Cedron ha usato canzoni scout tradizionali, comprese quelle composte dalle stesse Aquile Randagie. Paolo Coletta ha curato gli arrangiamenti, in modo da renderle funzionali alla narrazione. I contributi video sono basati sulle foto originali dell'epoca, elaborate per esprimere la metafora di tutto lo spettacolo: la lotta tra la luce e il buio.
“Il materiale era molto – prosegue Cendron - ma un monologo non può durare più di un’ora e mezza. Per scegliere ho chiesto aiuto. Così ho ascoltato Emanuele Locatelli, che in ambito scout è il narratore delle Aquile Randagie; Federica Frattini e Stefano Bodini, veri esperti della storia di quei ragazzi, e infine Massimiliano Cividati, regista dello spettacolo che di scout non sa nulla".
"Ho scelto di intrecciare due linee narrative. Da una parte c’è la storia dei 17 anni di Giungla Silente delle Aquile. Dall’altro lato ho sfruttato uno dei tanti fili della storia di OSCAR: la rete di collegamento e assistenza che le Aquile tessero per salvare i ricercati da parte dei nazi-fascisti sotto la repubblica di Salò. Nella mia messa in scena non ci sono quinte. Grazie agli amici scout che mi hanno aiutato, ho potuto creare lo spettacolo come lo avevo immaginato: trasportabile e smontabile come una tenda scout, che sta bene sulle tavole di un teatro come sull’erba di un prato, senza perdere nulla dell’impianto scenografico e delle suggestioni che ho cercato di costruire”.
Sono già state confermate alcune date nel 2022. A gennaio saranno a Villorba (Treviso) e a Forma (Latina). Seguiranno altre date durante la stagione.