Dopo una lunga e travagliata vicenda la discussa mostra ha trovato la sua sede a Firenze, nella progressista Toscana, segnando un punto a favore della libertà di pensiero. Pensata inizialmente per il Palazzo della Ragione di Milano, l'esposizione fu in luglio bloccata in extremis dopo la preview riservata alla stampa da “Suor” Letizia Moratti (sindaco di Milano), come l'ha definita il curatore Vittorio Sgarbi (assessore alla cultura della città di Milano).
La mostra, che ha l'ironico sottotitolo “vade retro”, indaga per la prima volta in Italia le connessioni tra arte e omosessualità dalla nascita della fotografia ad oggi. La rappresentazione di soggetti connessi all'omoerotismo è presente fin dalla pittura vascolare greca, anche se le valenze culturali che esprime e i significati sono il riflesso di contesti storici e socio-culturali particolari. Il percorso prende il via, come nel titolo, dalle foto del barone tedesco e si chiude con il “San Sebastiano” di Pierre et Gilles; in mezzo, in senso cronologico, fotografi (Herb Ritts, Bruce Weber, Robert Mapplethorpe, David Hockney), pittori e scultori: Tamara de Lempicka, Giovanni Testori, Gilbert & George (celebrati al castello di Rivoli), i disegni di Filippo De Pisis e quelli di Aubrey Beardsley, Agostino Arrivabene, autore dell'immagine iconica della mostra, e altri, tra cui Paolo Schmidlin e Paul Smith, sulle opere si sono diretti gli strali di “Suor” Letizia.
La mostra ha il limite di non chiarire cosa si intende esattamente per arte omoerotica né i contesti, per cui appare più una trovata mediatica che un percorso scientificamente pensato. Ad esempio il catalogo, oggi venduto al prezzo di euro 40,00 (pressochè raddoppiato da Milano a Firenze), che si apre con una pagina di Eugenio Viola, il saggio di Vittorio Sgarbi, le inutili introduzioni di Ignazio La Russa, Vladimir Luxuria e Ivan Cotroneo, e un breve scritto di Michael Cunningham sul ruolo dell'artista, attento sismografo e fedele cronista del proprio tempo che deve lavorare in piena libertà. Contiene un'opera di Lucian Freud, “Naked man with his friend” del 1980 in cui il soggetto ritratto nudo è incredibilmente somigliante a Vittorio Sgarbi. Casualità?
Al pubblico spetta ora valutare la qualità/non qualità dell'esposizione: molti converranno che, al di là del valore artistico, non c'era nessun motivo per vietarla. Segnale pericoloso di ritorno della censura. Bisogna stare attenti: è stato fatto, a Milano, un pericoloso passo indietro.
Firenze, Palazzina Reale (stazione ferroviaria di Santa Maria Novella), fino al 6 gennaio 2008, aperta da martedì a giovedì dalle 14 alle 22, venerdì dalle 14 alle 24, sabato e domenica dalle 11 alle 22, lunedì chiuso, ingresso euro 7,00, catalogo Electa, infoline 0422.410886.
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