Dal 7 al 18 settembre Bologna ospita “Aut Out”, la XVIII edizione del Gender Bender Festival: danza, cinema, performance, workshop, incontri, conversazioni e dibattiti.
Confermata la XVIII edizione del Gender Bender Festival in scena a Bologna dal 7 al 18 settembre 2020, rassegna internazionale e interdisciplinare prodotta dal Cassero LGBTI Center con la direzione artistica di Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli.
Dodici giorni di danza, performance, cinema, incontri, laboratori, dibattiti e conversazioni, tutti esclusivamente all'aperto, nel verde urbano del parco del Cavaticcio: è questa la nuova formula dell'edizione 2020 del Gender Bender!
Gender Bender 2020: cambia forma!
Quest’anno Gender Bender diventa maggiorenne e si reinventa, cambia forma, coglie la sfida lanciata alla cultura e al mondo dell'arte dalle restrizioni post lockdown e la trasforma in un’opportunità per operare un cambiamento radicale: il festival anticipa la sua programmazione a settembre e si sposta all'aperto, per poter celebrare l'evento in totale sicurezza, sperimentando nuovi spazi e nuove possibilità di stare insieme.
Questa XIII° edizione si svolgerà infatti al Parco del Cavaticcio, al Cassero LGBTI center, al MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna e da Attitudes spazio alle arti.
"Aut out": fuori dagli schemi
"Aut Out" è il titolo scelto per questa edizione, “un invito chiaro rivolto agli artisti e alle artiste, alla città e alle comunità a cogliere le sfide, a immaginare e realizzare alternative che siano più vicine al mondo che vogliamo e alle relazioni che desideriamo, per godere di un festival en plein air, estivo, in rivoluzione”, affermano i direttori artistici Daniele Del Pozzo e Mauro Meneghelli.
Uscire all'aperto può e vuole essere un atto liberatorio: nel mondo attuale “andare fuori” - fuori dagli schemi, dalle case, dalle scelte obbligate - comporta una visibilità che è assunzione di una responsabilità personale, sociale e politica. È questa la rivoluzione che Gender Bender vuole praticare: attenzione e cura verso artiste e artisti e verso il loro lavoro, verso la città e le molte soggettività che fanno parte del pubblico e delle comunità.
Danza, cinema, incontri e dibattiti (all'aperto)
L’edizione di quest’anno eccezionalmente ha una ridotta dimensione internazionale, ma ha sviluppato una proposta organica e articolata sulla danza contemporanea italiana.
Nelle sezione CINEMA sono stati selezionati 5 film che raccontano le storie, le vicende e i personaggi di quel variegato mondo che ruota attorno alle differenze legate agli orientamenti sessuali e alle identità di genere. Da segnalare Le Milieu de l’Horizon, secondo lungometraggio di Delphine Lehericey, una coproduzione svizzera e belga, con Laetitia Casta e le prime nazionali: My name is Baghdad della regista brasiliana Caru Alves de Souza e Breaking Fast dello statunitense Mike Mosallam.
Undici le compagnie presenti nella sezione DANZA, che si conferma uno dei linguaggi centrali del festival.
Da segnalare Les Miserables di Carlo Massari e C&C Company - rappresentazione spietata, tra il pop e il glam, degli stereotipi della nostra contemporaneità; Graces di Silvia Gribaudi, in una versione totalmente rinnovata a causa delle norme sul covid-19; Dialogo Terzo: In a Landscape, brano coreografico realizzato da Alessandro Sciarroni (Leone d’Oro alla carriera 2019) per CollettivO CineticO, la compagnia diretta da Francesca Pennini e ispirato all’omonimo brano di John Cage, eseguito sulla scena dal performer e musicista Stefano Sardi.
Debutterà in prima assoluta Corpi Elettrici, il risultato dell’omonimo progetto di Gender Bender, nato durante la quarantena dall'incontro tra cinque dance-maker del Collettivo MINE e gli studenti e studentesse della Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio G.B.Martini di Bologna.
Per il programma completo: www.genderbender.it
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