Ho ricevuto alcune richieste per ricordare vecchi attori della rivista e dell’avanspettacolo ed accolgo volentieri il suggerimento però ritengo prima di tutto necessario chiarire bene le differenze tra : varietà , rivista e avanspettacolo , tre generi teatrali leggeri che non sempre sono collocati nel giusto panorama teatrale.
Il teatro di varietà, detto varietà, o anche variété, è un genere di spettacolo teatrale di carattere leggero nato alla fine del XIX secolo a Napoli come imitazione del Cafè-chantant francese. sinonimo di divertimento della Belle époque parigina. Ovviamente era uno spettacolo di arte varia con naturale inclinazione al comico e tra gli anni 1930 e 1950 si specializzò, chiamandosi “rivista “ con un cliché costituito da un misto di prosa, musica, danza , scenette umoristiche ispirate all'attualità spicciola e ai tradizionali temi erotico-sentimentali, uniti da un tenue filo conduttore e dalla presenza di personaggi fissi come la soubrette .
Nel nostro paese, tra i suoi maggiori rappresentanti si ricordano Ettore Petrolini, Erminio Macario, Totò, Carlo Dapporto, Renato Rascel, Gino Bramieri, Anna Magnani e tanti altri. Tra le soubrette più celebri vanno citate almeno Isa Bluette, Anna Fougez, Milly e l'indimenticabile Wanda Osiris. L'era delle soubrette si concluse con l'avvento di attrici brillanti (Delia Scala, Sandra Mondaini, Marisa Del Frate, Bice Valori e tante altre) che diedero nuovo impulso e statura artistica alla loro figura, non privilegiando soltanto l'aspetto della bellezza.
Nello stesso periodo , in piena epoca fascista , nacque una forma breve e più povera di teatro di rivista detto avanspettacolo , perché era l’intrattenimento posto prima dello spettacolo cinematografico . Bisogna ricordare che negli anni ’30 la cinematografia ancora molto giovane era la vera novità nel mondo dello spettacolo da sostenere con ogni mezzo. , per cui alcune sale cinematografiche cominciarono a spingere le proprie progammazioni con uno spettacolino “ solleticante “ prima dell’inizio della proiezione. In questo contesto, le compagnie di varietà dovettero elaborare una forma di spettacolo abbreviato, che potesse intrattenere il pubblico in sala in attesa del film (o del "filmo" secondo il termine usato dai fascisti in ossequio al principio dell'autarchia). Considerato il "fratello povero" del Teatro di rivista per la brevità dei numeri e la scarsità dei mezzi, fu spesso considerato un genere teatrale minore: molte volte, in senso spregiativo, si utilizzava il termine avanspettacolo per indicare teatro comico di scarsa qualità. Ma oggi , dopo avere visto quali grandi attori hanno calcato quelle scene ,possiamo senz’altro dire che anche l’avanspettacolo è un genere teatrale degno di tutto rispetto. Diciamo che la fine dell’avanspettacolo non fu proprio gloriosa : tra gli anni sessanta e settanta del Novecento, l'avanspettacolo variò dai numeri comici agli spogliarelli, preludio di film a luci rosse o erotici.
Queste poche e lacunose notizie spero che servano semplicemente ad inquadrare la tematica per andare a collocarvi , le prossime volte , ricordi di personaggi che mi vorrete sollecitare.
Teatro