Giovanni Boldini nasce a Ferrara nel 1842 e riceve i primi insegnamenti artistici dal padre. A vent'anni lascia il ristretto, provinciale ambiente ferrarese e si trasferisce a Firenze, dove frequenta l'Accademia negli anni in cui la città è la capitale d'Italia. Al Caffè Michelangelo incontra i macchiaioli, che lo stimolano verso l'arte europea, francese in particolare. Boldini inizia a viaggiare; va una prima volta a Parigi nel 1867 (dove conosce Courbet e Manet), nel 1870 è a Londra (dove esegue piccoli ritratti). Torna poi in Toscana e lavora a villa Falconer (Pistoia), dipingendo scene campestri sulle pareti delle stanze. Nel 1871 riparte per Parigi, città che diviene sua patria di elezione. All'inizio dipinge quadri di genere e di costume, vedute di piazze e strade parigine; poi perfeziona il suo stile personalissimo, fatto di tratti rapidi e sintetici; i soggetti preferiti divengono il teatro, i cavalli, la società borghese, dedicandosi in particolare ai ritratti delle signore della società mondana, dove raggiunge esiti di eleganza originale, che, esprimendo la bellezza e la gioia di vivere, lo fanno apprezzare anche da Degas e Sargent. Gli ultimi due decenni dell'Ottocento sono gli anni più importanti nella sua produzione, viene celebrato come una star, capace di inventare meravigliosi ritratti delle personalità più in voga dell'epoca, sconfinando a volte nel virtuosismo. Muore a Parigi nel 1931.
La mostra è dedicata in parte a Boldini e alla sua attività internazionale, in parte ad altri artisti italiani coevi (De Nittis e Zandomeneghi, anch'essi a Parigi, senza tralasciare Vittorio Corcos) che consentono di comprendere i cambiamenti del “nuovo mondo” e l'evoluzione dello stile pittorico in quegli anni cruciali in cui avviene l'emancipazione dell'individuo anche nell'ottica della crescita della consapevolezza femminile.
La prima sezione segue Boldini nel 1871, l'arrivo a Parigi ed i primi contatti. Le opere hanno sempre ad oggetto una figura inserita in un ambiente esterno o interno, la pennellata è ancora vicina al realismo, anche se, nei ritratti della contessa de Rasty, già emerge il segno inconfondibile di Boldini. Nella seconda sezione il pittore è già bene inserito nella Ville lumière, dove esegue i primi ritratti ufficiali (splendido quello di Emiliana Concha de Ossa del 1888). La terza sezione è dedicata al ritratto della vita borghese parigina, mentre nella quarta si segue la raffigurazione di una nuova femminilità: ancora la Concha de Ossa (1901), vicino alla celebre Mademoiselle de Nemidoff tra donne consapevoli del proprio fascino, protagoniste della vita pubblica.
Il confronto con De Nittis è reso possibile dai numerosi ritratti e l'imperdibile “Salotto della principessa Matilde”, idem per Zandomeneghi e Corcos, di cui è esposto “Sogni” del 1900 della Collezione Fernandez Affricano.
Tra gli altri artisti esposti, doveroso segnalare il “Nudo di donna” di Vito D'Ancona, il paesaggio francese e l'incontro nel bosco di Telemaco Signorini, il bellissimo ritratto femminile di Ettore Tito con quel panno rosso trattenuto con la mano che si staglia sui colori della laguna veneziana.
Il catalogo Silvana Editoriale si apre con una presentazione di Sergio Gaddi, curatore della mostra e assessore alla cultura del comune di Como e una di Tiziano Panconi, altro curatore della mostra. Emanuela Angiuli racconta l'eleganza della vita nell'opera di De Nittis, Maria Fratelli avvicina Boldini ai futuristi, quindi Alberto Longatti e Chiara Rostagno descrivono la Parigi dell'epoca, chiudendo Elena Di Raddo con il rapporto tra Boldini e la moda. Il catalogo presenta le foto delle opere in mostra divise per sezioni introdotte da saggi descrittivi.
Como, Villa Olmo, fino al 24 luglio 2011, aperta da martedì a giovedì dalle 9 alle 20, da venerdì a domenica dalle 9 alle 22 (lunedì chiuso), ingresso euro 10,00, catalogo Silvana Editoriale, infoline 031.571979, sito internet www.grandimostrecomo.it