La bellezza, soprattutto quella femminile, fu il terreno della ricognizione estetica e dell'indagine psicologica di Boldini. Questa antologica predilige il particolare punto di vista artistico ed umano inerente alcune storie d'amore vere o presunte e le molteplici passioni vissute dall'insaziabile amatore, che spesso duravano il tempo di un ritratto o di una serata. A cominciare da Berthé, la sua prima modella ed amante francese, una figura idealizzata per l'avvenenza aristocratica ed emancipata. Quindi Alaide Banti, figlia del pittore Cristiano, osservata con sguardo affettuoso. Centrale la figura della moglie, Emilia Cardona: i numerosi disegni a matita dedicati dal pittore a “Milli”, come i biglietti da visita, le fotografie, i cimeli e le immagini degli arredi della casa, mai resi noti, completano il quadro di una lunga esistenza contrassegnata dalla convulsa attrazione per le donne.
Le opere sono esposte ordine cronologico, sistemate nelle sfarzose sale liberty e neoromantiche delle Terme Tamerici (purtroppo su brutti ed anonimi pannelli bianchi), e consentono un percorso totale nell'arte di Boldini, anche se l'assenza di datazioni non facilita la visita.
Si comincia con “Alaide Banti sulla sedia a dondolo” in cui si percepisce il legame con i macchiaioli e al tempo stesso la distanza dal movimento: come i toscani forte è la sintesi formale, resa con modi concisi e abbreviati, invece si distacca dai loro modi razionali nell'uso del colore. Il periodo fiorentino è lontano nei primi ritratti di Berthé in posa davanti allo specchio e intenta a gomitolare la lana (in entrambi, curiosamente, con lo stesso abito), oppure mentre legge una dedica su un ventaglio. Dev'essere apparso quasi hard all'epoca il ritratto di “Giovane donna intento ad asciugarsi” (in cui si ravvisano i tratti somatici della contessa de Rasty), audace ancora oggi.
Tipico del suo stile è il “Ritratto di Emiliana Concha de Ossa” con il viso delineato in modo quasi fotografico e il contorno di lunghe e vorticose pennellate. Negli autoritratti lo vediamo sempre con i baffetti appuntiti. Lungo è l'elenco dei ritratti femminili, spesso nelle dimensioni allungate che piacevano anche a Sargent: “Mademoiselle De Nemidoff”, “Mademoiselle De Gillespie”, “Olivia Concha”, “Lady Michelham”, vicini ad altre opere non esenti dall'esibizione di puro virtuosismo. Nell'ultima produzione la pennellata si fa più allungata ed indistinta.
Ricca la presenza di contemporanei. Vittorio Matteo Corcos (un ritratto tondo di Maria Josè di Savoia), i toscani Cristiano Banti e Telemaco Signorini, Paul César Helleu in un motivo consueto, la lettura di una lettera sul divano, l'impressionista italiano Antonio Mancini, Giuseppe De Nittis (vedi la recensione sulla Pinacoteca De Nittis a Barletta qui pubblicata), Picabia (suo un ritratto caricaturale di Boldini), e un'intera sezione per Federico Zandomeneghi.
Ricca la presenza di disegni da collezioni private o dal lascito testamentario della vedova Boldini (particolarmente vivo “Il cappello piumato”), tutto documentato nel monumentale catalogo.
Con questa mostra Montecatini vuole rendere omaggio al Boldini frequentatore delle Terme, fastosamente liberty, immerse in un verde e riposante parco: come essere ancora nella Belle Epoque.
Montecatini terme (PT), Terme Tamerici, fino al 30 dicembre 2008, aperta tutti i giorni dalle 10 alle 20 (dal 1° novembre chiuso il lunedì), ingresso euro 9,50, catalogo Pacini editore, infoline 389.6870791.
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