La terza settimana di ottobre prosegue all'insegna di VIE Festival, rassegna organizzata da ERT per indagare la scena contemporanea italiana e internazionale, che si muove tra l'Arena del Sole, Il Teatro delle Moline, Teatri di Vita e Hotel Carlton, con prime italiane e prime assolute.
Fino al 18 ottobre va in scena, in prima assoluta, A porte chiuse. Dentro l’anima che cuoce, il nuovo lavoro di Andrea Adriatico, che inaugura la stagione di Teatri di Vita. Basato sull’omonimo testo teatrale scritto dal filosofo francese Jean-Paul Sartre nel 1944, A porte chiuse ci mostra la discesa ad inferos di tre personaggi che, dopo la loro morte, si ritrovano rinchiusi in un salotto borghese per l’eternità. Condannati alla convivenza forzata i tre si sfogano rigettandosi in faccia verità scomode, in un gioco al massacro che diventa efficace metafora delle relazioni sociali. Dopo aver attraversato gli “inferni” di Copi, Elfriede Jelinek, Koltès, Beckett e Pasolini, Andrea Adriatico con questo lavoro approda all’opera più esplicita riguardante la pressione sociale come fonte di sofferenza per l’uomo moderno.
Dal 18 al 22 ottobre, presso l’Hotel Carlton di Bologna, il debutto assoluto di RAFFICHE. Rafales > Machine (Cunt) Fire, il nuovo spettacolo di Motus. Il lavoro inaugura ‘HELLO STRANGER’, la rassegna che la Città di Bologna dedica alla compagnia riminese in occasione dei suoi venticinque anni di attività.
Lo spettacolo nasce dall’impossibilità di riallestire Splendid’s di Jean Genet con un cast di sole donne a distanza di quattordici anni dalla storica interpretazione di Motus, perché le regole dei copyright internazionali prevedono il rispetto del sesso dei personaggi. Da questo diniego è nata la volontà dei registi di lavorare sul tema dell’identità e della rivolta, creando uno spettacolo per suite d’albergo che mette in scena l’impulso eccitante ed eversivo della rivoluzione.
Il 18 e 19 ottobre l’Arena del Sole ospita Kiss & Cry della coreografa belga Michèle Anne De Mey e Jaco Van Dormael, autore e regista dei film Dio esiste e vive e Bruxelles e Mr. Nobody, pluripremiata pellicola del 2009. Kiss & Cry è la più originale creazione tra danza e cinema della scena europea degli ultimi anni, dove cinema, danza, nanodanza e performance si mescolano fluidamente, creando un collage di linguaggi e contaminazioni che suscita meraviglia e accende la fantasia degli spettatori. Una creazione originale e sempre nuova che si compie sotto gli occhi di chi guarda, intrecciando sapientemente arti diverse e scardinando il confine fra l’una e l’altra, aprendo le porte all’immaginazione pura e alla magia di cui sono fatti solo i sogni, la poesia e i ricordi infantili.
Il 21 e 22 ottobre al Teatro delle Moline è la volta di un’altra prima nazionale, A Man Who Flies Up to the Sky, regia di Li Jianjun e drammaturgia di Zhang Weiyi. Opera teatrale sul concetto di visione lo spettacolo, nato nel 2015, si ispira all’installazione artistica L’uomo che volò nello spazio dal suo appartamento del russo Ilya Kabakov. Nello spettacolo vengono raccontate molte storie attraverso altrettante fotografie. Il percorso dei personaggi e la loro implicita relazione rappresentano il trait-d’union delle fotografie. A Man Who Flies Up to the Sky mostra un collage di ciò che è opposto al “volare in alto”: essere legati, confinati e soffocati. Quarantadue momenti teatrali rappresentano la vita di ogni giorno di un’intera genealogia di donne e uomini. Otto attori mascherati recitano più di trenta parti: è l’esperienza quotidiana comune del cinese contemporaneo. Un dramma potente che apre grandi spazi di riflessione, una nuova scoperta del teatro cinese moderno.
Il 22 e 23 ottobre debutta in prima assoluta all’Arena del Sole Delirio Bizzarro, spettacolo scritto, interpretato e prodotto da Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi, in collaborazione con La Corte Ospitale. La pièce, che ha recentemente vinto il Premio di produzione e circuitazione Forever Young 15/16, racconta di un Centro di Salute Mentale. Protagonisti due personaggi: Mimmino, in condizione di “pazzo per attribuzione”, trascorre la propria vita a interrogare le stelle, sconvolto dal futuro, discorde con il presente; Sofia, perfettamente integrata, ossessionata dalla carriera, progresso come religione, ma che avverte un’insania incipiente. Né pazzi né sani, Mimmino e Sofia in un dialogo serrato – braccio di ferro tra due esperienze di vita completamente opposte – si scopriranno simili, umani, sorridenti, autoironici, sebbene parti inconsapevoli di un sofisticato meccanismo congegnato per rendere l’uomo prigioniero di se stesso e sempre infelice.
Il 22 e 23 ottobre, in prima nazionale al Teatro Arena del Sole andrà in scena The Misfits on the Outcasts. 1978-2016, scritto e diretto da Mattias Andersson. Lo spettacolo è un’indagine scenica su come la gerarchia sociale e la necessità di capri espiatori portino alla nascita di una categoria di disadattati. Foto, testimonianze, scritti e musica del Backa Teater, dal 1978 al 2016, si uniscono alle narrative fluttuanti sugli esclusi, sulla gioventù bruciata e sugli emarginati attraverso mezzi di informazione, musica e cinema. In questo pezzo coreografico e visuale, 14 attori ed un musicista rivelano immagini, caratteristiche e gesti in continuo mutamento di quella realtà antagonistica che è The Misfit.