La celebre étoile internazionale ha presentato a Torino la serata-evento che la vedrà protagonista mercoledì 16 marzo, al Teatro Nuovo, insieme ai giovani danzatori della compagnia Balletto del Sud, diretta da Fredy Franzutti.
Si addentra quasi in punta di piedi, con lo stupore di una ragazzina, lungo i corridoi e nella Sala Grande di Palazzo Graneri della Roccia, sede del Circolo dei lettori, a Torino: Carla Fracci – classe 1936 - esprime la sua gioia di essere tornata nella città della Mole, alla quale è legata da un profondo affetto e dove ha vissuto alcune delle più memorabili esperienze della sua lunga carriera di etoile mondiale della danza.
Adesso, dopo un periodo di lontananza dalle scene e alle soglie di un compleanno importante, ha stupito tutti, tornando a calcare le tavole del palcoscenico, grazie a Fredy Franzutti, che l’ha coinvolta nella sua riscrittura di Shéhérazade e le mille e una notte, balletto in un atto unico e cinque quadri, ispirato ai racconti d’Oriente di Antoine Galland, sulle esotiche melodie del compositore russo Nikolaj Rimskij-Korsakov: un omaggio all’antica città siriana di Palmira, le cui rovine oggi sono occupate dai miliziani dell’Isis.
Uno spettacolo al confine tra la danza e il teatro, in cui l’attore Andrea Sirianni, nel doppio ruolo di Shéhérazade e del Sultano, introduce i quadri danzati.
Accanto alla Fracci, nei ruoli principali si esibiscono il cubano Carlos Montalvan (Sinbad, il marinaio), Nuria Salado Fustè (Zobeide) e Alessandro De Ceglia (il principe Assan).
“Ho fatto veramente tante cose nella mia vita, che è quasi impossibile ricordarle tutte, ma i teatri comunque ti rimangono addosso, ti appartengono”, esordisce la Fracci. “In passato c’era la volontà di promuovere la danza, di portare titoli come Giselle e Coppelia, un po’ a tutti, non solo al pubblico d’élite della Scala. Quando poi ci si spostava per le tournée, c’era questa incredulità che io arrivassi nei teatri più “periferici”, dove poteva mancare tutto.
Sono orgogliosa di quello che ho fatto, a livello, internazionale, con grandi compagnie e coreografi, ma ancora di più lo sono di quello che ho fatto in Italia per promuovere le danza. Andavo nelle piazze e sotto i tendoni, sono andata a finire anche in carcere a ballare, sono stata proprio una pioniera, con l’aiuto di Beppe Menegatti, naturalmente" (suo marito e regista di molti spettacoli che l’hanno vista protagonista, che ancora oggi le resta accanto nei suoi progetti, n.d.r.).
Alcune note sullo spettacolo dalle parole del coreografo e regista Fredy Franzutti: “La regina Thalassa è il filo conduttore dello spettacolo, un personaggio emblematico, un omaggio alla cultura greca, con uno sguardo “orientale” già proiettato sul Mediterraneo. Ricerca e rinuncia del potere sono temi molto attuali. Con Shéhérazade volevo riportare all’attenzione del pubblico il fascino dell’Oriente. La cultura dell’Ottocento subiva il fascino e la lussuria della Persia. Oggi il turbante mette paura. La missione dello spettacolo è non avere paura degli orientalismi, perché forse secoli addietro questa società era milioni di anni avanti a noi, e forse c’è ancora da imparare”.
Appuntamento, dunque, mercoledì 16 marzo, ore 20.45, al Teatro Nuovo di Torino.