Micha van Hoecke regala a Castiglioncello l’anteprima del suo nuovo spettacolo, Le baccanti da Euripide, con un cast d’eccezione. Oltre ai danzatori dell’Ensemble saranno in scena domenica 28 giugno a Castello Pasquini, anche Pamela Villoresi e Chiara Muti. Lo spettacolo inizierà alle 22,30, un orario anomalo per la messa in scena dell’anteprima organizzata da Armunia, che avrà il compito di chiudere il festival del Cinema “Parlare di cinema a Castiglioncello” in corso in questi giorni nella “perla del Tirreno”. Un evento che farà da ponte anche con l’apertura del festival di teatro e danza di Armunia, Inequilibrio, prevista per il 2 luglio. Baccanti debutterà ufficialmente al Festiva di Ravenna, che con il festival Teatro dei due mari di Tindari, produce lo spettacolo che vede la firma della regia e della coreografia di Micha van Hoecke, mentre per quanto riguarda il testo la traduzione è di Filippo Amoroso, con l’adattamento di Chiara Muti. Gli splendidi costumi ancora una volta sono stati creati dalla stilista Marella Ferrera. Ancora una volta la danza del maestro Micha van Hoecke non si esaurisce nel semplice gesto: abbraccia e assorbe in sé canto, parola, musica, come sempre mossi alla ricerca del senso più profondo dell'espressione artistica. E per questa sua nuova creazione, che segna i vent'anni di una fertile e ininterrotta collaborazione con Ravenna Festival, il coreografo (ma anche danzatore, attore, regista...) belga di origine russa, insieme al suo storico Ensemble, si affaccia a uno dei più importanti testi teatrali di tutti i tempi: Le baccanti di Euripide, affondando le mani nel mito di Dioniso e in quello delle folli donne – le Menadi – che, liberando il corpo e la mente, prendevano parte ai riti orgiastici in suo onore. Ma in una lettura insospettabile e notturna, "perché solo di notte siamo fino in fondo noi stessi".
“Euripide mette in scena in maniera particolarmente cruda la follia umana. Parto dalla demenza di Agave, che, invasata dal delirio dionisiaco, uccide suo figlio Penteo per il fatto di negare la natura divina di Dioniso, considerandolo un comune mortale. . spiega il maestro van Hoecke- Questo suo rifiuto del culto che rovescia gli schemi, inverte i ruoli, mescola i generi, causerà la sua perdizione.
Agave rivive, partendo dalla fine dell’opera, come un flashback, la storia di questa tragedia, dove troviamo un Dioniso che dice “mi sono trasformato io – il dio – in un uomo”. Virilità e femminilità mescolati, a volte qui e altrove. Dioniso ci fa viaggiare, è di passaggio, è straniero? È autoctono? È dappertutto. Il dio oltraggiato per non essere riconosciuto come figlio di Zeus arriva a Tebe, patria della madre Semele, per vendicarla. La sua irruzione nelle città disturba il potere e trasforma le abitudini, il rigetto al suo culto è portatore di malore e morte, ma è anche il dio della natura, del vino, del teatro e della danza. “Da tempo Zeus mio padre aveva messo i sigilli sul vostro destino… perché ritardare l’ineluttabile?”
Attraverso Dioniso, le musiche di Wagner, dell’Asia, della Grecia, si fondono in un baccanale dove la danza, il gesto e la parola compenetrano in una dimensione spirituale e religiosa dell’opera per conferire al rito un significato di trascendenza e anelito all’infinito.” Interpreti dello spettacolo sono : Chiara Muti, Pamela Villoresi e l’ensemble di Micha van Hoecke: Antonio Aguila Carralero, Michela Caccavale, Rosa Cariulo, Viola Cecchini, Marzia Falcon, Silvia Giuffrè, Antonella Grigoli, Laura Licciardello, Miki Matsuse, Raffaele Sicignano, Michele Francesco Simone, Erica Tamagnini, Giusi Vicari
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