Teatro

'Condivisione di affetti': dal museo degli Uffizi a Santo Stefano di Sessanio

'Condivisione di affetti': dal museo degli Uffizi a Santo Stefano di Sessanio

Dal 27 luglio scorso, fino al 30 settembre, a Santo Stefano di Sessanio (AQ) è allestita una mostra di 23 opere d'arte provenienti da uno dei maggiori musei del mondo: la Galleria degli Uffizi di Firenze.
La scelta di esporre le opere nel comune abruzzese è di auspicio per una rapida rinascita per il borgo abruzzese e l'area aquilana colpita dal sisma.

L’evento, promosso dal Comune di Santo Stefano di Sessanio e la Galleria degli Uffizi, si inserisce nei programmi di recupero dei borghi dell’aquilano devastato dal terribile sisma del 2009, offrendo un supporto e un’occasione di rinascita importante per il turismo nel territorio.
Un’iniziativa di rilancio turistico e valorizzazione che vede il nuovo Sindaco Antonio D’Aloisio, tutta la Giunta comunale e gli abitanti dello splendido borgo mediceo uniti per la realizzazione di un gemellaggio che da storico e culturale, forse un giorno diverrà anche istituzionale.

Un percorso che vede in prima fila il giovane imprenditore Daniele Kihlgren che, nel 2004, ha deciso di investire sul patrimonio artistico e ambientale di Santo Stefano di Sessanio, acquistando una parte del borgo  per realizzarci un “albergo diffuso”, dal nome "Sextantio", un'iniziativa unica nel territorio regionale abruzzese e poco imitata anche a livello nazionale. Un modo nuovo di fare turismo, coniugandolo con il recupero di un patrimonio quasi totalmente abbandonato (ristrutturato con sistemi conservativi) e della cultura agro-pastorale del territorio montano abruzzese
Un proficuo “incontro” tra pubblico e privato (Comune, Ente Parco e Sextantio), sancito dalla Carta dei Valori, divenuto negli ultimi anni un significativo modello di sviluppo internazionale per tanti borghi storici abbandonati o spopolati, e che ha fatto di Santo Stefano uno dei luoghi più famosi d’Italia e apprezzato a livello internazionale come modello di sviluppo turistico e simbolo ddi recupero dei borghi dell'aquilano distrutti dal sisma.

La mostra, nata con l’impulso determinate del Comitato per il rilancio di Santo Stefano di Sessanio presieduto da Walter Mazzitti, è concretamente, così come sottolinea il titolo stesso della manifestazione, una condivisione di affetti tra la città di Firenze e il borgo abruzzese. Entrambe vittime di due eventi che hanno provocato lutti e dolore. Nel 1993, a Firenze una bomba, in via dei Georgofili, ferì in maniera crudele e senza giustificazione alcuna uno dei simboli dell’Italia nel mondo, la Galleria degli Uffizi, a Santo Stefano di Sessanio, nel 2009, un evento naturale, il terremoto, ha cambiato la geografia dei luoghi.

Le opere, come sottolineato da Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi “nel 2003 furono in gran parte esposte agli Uffizi, nella sala delle Reali Poste, in una mostra che volli intitolare Inventario di affetti, perché si trattava per lo più di acquisizioni nuove e dunque di nuovi numeri inventariali; e però ognuno di quei numeri corrispondeva più a un sentimento che a un manufatto. Sicché oggi – ha concluso Natali – mutata l’occasione, ma pur sempre di sentimenti trattandosi, il titolo s’è di poco variato e in epigrafe s’è voluto fosse scritto: “Condivisione di affetti”. L’evento è perciò un segno concreto di solidarietà da parte del prestigioso museo fiorentino nei confronti d’un luogo d’incanto, Santo Stefano di Sessanio, stretto da un legame indissolubile con la città di Firenze.

Per chi si stesse chiedendo cosa c'entra questo antico borgo abruzzese, arroccato sul Gran Sasso e nel suo Parco Nazionale, con la città toscana, la risposta non può che essere di tipo storico. Santo Stefano di Sessanio, infatti, fu territorio di dominio della Famiglia dei Medici nel Rinascimento (il marchesato di Capestrano, di cui Santo Stefano di Sessanio faceva parte, venne acquistato da Francesco I Medici nel 1579, cioè due anni prima che egli creasse la sua Galleria nel Palazzo degli Uffizi) e proprio in questo periodo raggiunse il suo massimo splendore come base operativa della Signoria di Firenze per il commercio della pregiata lana “carfagna”, qui prodotta e poi lavorata in Toscana e venduta in tutta Europa.
Il rapporto tra il borgo abruzzese e la città toscana, quindi, è antico ed ora è stato irrobustito dalla tragedia

Testimonianza di questa storia, oltre gli stemmi medicei presenti nei portali del borgo suggestivo ad ancora incontaminato di Santo Stefano di Sessanio, era anche la Torre Medicea, simbolo del paese, andata purtroppo distrutta durante il sisma del 6 aprile 2009 assieme ad altre autentiche perle dell’architettura aquilana. Interi borghi, testimoni di una storia millenaria tra le vette del Gran Sasso d’Italia e del Sirente-Velino, fortificazioni, chiese e palazzi storici, letteralmente sgretolati e trasformati, emblema oggi della distruzione di un patrimonio di cultura e di arte tra i più belli d’Italia.

La mostra “Condivisioni Di Affetti”, si inserisce in questo contesto con un significativo valore culturale e scientifico, testimoniato dal prestigio della Galleria degli Uffizi e del suo direttore, nonché curatore della mostra, Antonio Natali. Opere di pregio provenienti dal patrimonio del museo fiorentino, che spaziano dall’antichità al Novecento, attraversando i secoli grandi della tradizione figurativa, con un’attenzione particolare a quella fiorentina. Tante le opere interessanti da guardare con attenzione. La “Madonna della Gatta”, ritratto del ’600 di Federico Barocci, scelto anche come locandina della mostra; l'"Adorazione" di Gherardo delle Notti è il simbolo dell'unione emotiva e di rinascita dalla tragedia, tra il borgo abruzzese e la città di Firenze, infatti era stato molto danneggiato dall'attentato di via dei Georgofili del 1993; il "Ritratto di Sisto IV" di Tiziano; la “Madonna col Bambino e i Santi Martino e Dorotea”, del pittore del ’500 Benvenuto Tisi detto Garofalo; i ritratti novecenteschi di Giacomo Balla.

L'evento prevede la collaborazione anche del Teatro Stabile d'Abruzzo per completare l'allestimento visivo in direzione dell'eccellenza culturale. Infatti, in date da atabilirsi, lungo il percorso che dall’edificio del Comune sale nel borgo mediceo alcuni attori, presenze senza tempo, narreranno della storia dei quadri, del loro periodo storico, delle vicende della vita dei pittori accompagnando il pubblico in un itinerario magico ed avvolgente.

La mostra, che è stata inaugurata il 27 luglio scorso, alle ore 18.00 (con apertura al pubblico dal 28 luglio) e che chiuderà i battenti il 30 settembre, è allestita nell’edificio comunale e in alcune caratteristiche sale del borgo mediceo, Le Carceri e le Botteghe dell’artigianato domestico, dei decotti e dei fermentati, dove sarà possibile ammirare le pregevoli opere d’arte.