Commedia dell’arte e contaminazioni futuriste in “Petito Blok. Il baraccone della morte ciarlatana”, quarto appuntamento in cartellone al Teatro Dei Marsi di Avezzano (AQ) per la stagione curata da Teatro Lanciavicchio, il 24 gennaio alle ore 21:00.
Liberamente ispirato alle opere di Antonio Petito e Aleksandr Blok adattate da Antonio Calone e diretto da Emanuele Valenti, lo spettacolo di Punta Corsara è stato vincitore di un premio UBU nel 2012 per “miglior attore under 30”.
Petito è stato uno dei più grandi interpreti di Pulcinella, la maschera napoletana per eccellenza, mentre Blok, poeta e drammaturgo, è qui simbolo di quell’idea di teatro che oggi chiameremmo “accademica”, ma anche autore di un’opera come “Balagancik – Il baraccone dei saltimbanchi”, messo in scena da Mejerchol’d. Due visioni, dunque, che paiono antitetiche e contrastanti ma che Calone mette in relazione trasportando un Russia le maschere di Pulcinella e Felice Sciosciammocca.
Dice così la presentazione della compagnia napoletana Punta Corsara:
<< Totonno ‘o Pazzo, al secolo Antonio Petito, il più grande interprete di Pulcinella della seconda metà dell’Ottocento e sgrammaticato autore di numerosi testi teatrali, viene ricordato per il suo gusto particolare di mescolare, in arditi déguisements, le tradizionali pulcinellate napoletane con storie rubate al melodramma e ai romanzi d’appendice italiani e francesi, in grande voga nel pubblico dell’epoca. Di lui si ricorda anche la capacità di inserire nei suoi spettacoli elementi di attualità, in un approccio col pubblico diretto e smaliziato, che metteva a nudo le convenzioni teatrali a volte quasi anticipando le avanguardie simboliste e futuriste. Facciamo nostro questo spirito di contaminazione, facendo dialogare Petito con il poeta russo Aleksandr Blok e il suo testo teatrale del 1906 “Balagancik (Il baraccone dei saltimbanchi)” che Mejerchol’d stesso mise in scena e a cui Stravinskij e Diaghilev si ispirarono per il celebre balletto Petruska.
Indagando un immaginario al confine tra la favola e la farsa, il nostro lavoro racconta le tragicomiche sventure in cui si cacciano Pulcinella e Felice Sciosciammocca in fuga da una Signora Morte improbabile e disperata. Questa volta, a dar loro filo da torcere, è un eccentrico Ciarlatano, ex commediante napoletano in esilio nei teatri d’avanguardia di San Pietroburgo, tornato in patria proprio con il progetto di ammazzare, o meglio, cancellare dal mondo del teatro Pulcinella e Felice.
Imprigionati nel suo sgangherato Baraccone in compagnia di Colombina, una marionetta meccanica candida e coraggiosa, il nostro duo di avventurosi perdigiorno sperimenta e confonde il lato umano e quello meccanico della paura, della fame e dell’amore. Ne nasce un gioco tra verità e finzione, un ballo vorticoso come quello che travolge il Pierrot e l’Arlecchino di Blok in cui, forse tutti sotto effetto delle illusioni del Ciarlatano, non distinguiamo più la maschera dal personaggio, la marionetta dall’essere umano.
Persi in uno spazio vuoto, che potrebbe essere tanto una piazza quanto una collina scura, come in un sogno, mentre la notte avanza, i nostri personaggi, si incontrano e da lì cominciano il loro viaggio, incoscienti e ingenui come due bambini, vincono perché è scritto così, sfuggono perché è così che deve andare a finire.
Pulcinella e Felice, in qualche modo resistono alle avanguardie e alle tradizioni, ai loro autori e a chi li rievoca e li interroga; col privilegio della loro natura molteplice, queste maschere/marionette, nessuno le ammazza. Eppure abbiamo provato stavolta a non salvarli fino in fondo, a non dargliela del tutto vinta, arrabbiati e annoiati come il Ciarlatano, stanchi come lui dei loro vuommeche, dei loro continui siparietti. >>
In scena ci sono Giuseppina Cervizzi che interpreta la Morte, Christian Giroso, nel ruolo di Felice Sciosciammocca, Giovanni Vastarella in quello di Pulcinella, Valeria Pollice come Colombina ed Emanuele Valenti nelle vesti del Ciarlatano.