Teatro

Da novembre a marzo, la stagione del Teatro Dei Marsi di Avezzano (AQ)

Da novembre a marzo, la stagione del Teatro Dei Marsi di Avezzano (AQ)

Sono otto gli spettacoli, all’insegna della contemporaneità, ma senza tralasciare alcuni classici, della stagione teatrale 2013-2014 organizzata al Teatro dei Marsi dal Comune di Avezzano (AQ) in collaborazione con l’ATAM.
Ad aprire le danze, il 15 novembreVolare, omaggio a Domenico Modugno”, interpretato da Gennaro Cannavacciuolo, per la regia di Marco Mete. “Volare” è uno dei suoi spettacoli più fortunati, consacrato da centinaia di repliche, con un impianto scenico semplice ed originale e che propone un itinerario rapsodico nella storia di un personaggio come il “Mimmo nazionale”, simbolo della grande canzone italiana. 
Il 17 dicembre è la volta di “Non è vero, ma ci credo” di Peppino De Filippo. Il povero commendator Savastano è talmente succube della superstizione da incoraggiare la figliola a sposare un suo impiegato dotato di vistosa gobba, assicurandosi così i vantaggi connaturati, secondo credenza popolare, a tale deformità. La regia di Michele Mirabella arricchisce la commedia con i sapidi elementi della Commedia dell’arte; in scena con Sebastiano Lo Monaco, Lelia Mangano De Filippo, compagna d’arte e di vita del grande Peppino.
Atmosfere brillanti e provocatorie con “Tacchi misti”, in scena il 10 gennaio, da "Accessories" di Gloria Calderon Kellett, per la regia di Ferdinando Ceriani. Quattro attrici per sedici personaggi e sedici paia di scarpe in una commedia tutta al femminile portata per la prima volta in scena fuori dagli Stati Uniti. Sono ritratti di donne attuali, in cui l’uomo fa parte della loro vita, hanno i loro problemi con gli uomini, ma hanno anche i problemi con loro stesse, con le loro madri, con i loro padri della messa in scena. Uno spettacolo che è una celebrazione della donna moderna che si racconta in chiave ironica, audace e divertente.
Ancora tematiche dei nostri tempi e storie reali con “Questo bimbo a chi lo do?” Scritto e diretto da Eduardo Tartaglia, che ne è anche interprete insieme a Veronica Mazza, lo spettacolo è in cartellone il 12 febbraio. Al centro della vicenda c’è la maternità surrogata con un “utero in affitto”, che una coppia di vip acquista per salvare la carriera di lei. Ma non tutto andrà come previsto e le sorprese  saranno molte.
Un tuffo nel romanticismo più puro e commovente con “Cyrano sulla luna; ovvero L’altro mondo o Gli stati e gli imperi della luna”, liberamente tratto da un testo di Cyrano de Bergerac che Alessandro Prezioni porta in scena nella doppia veste di regista e interprete. L’appuntamento è per il 26 febbraio.
Ancora una incursione nella classicità, il 6 marzo, con “Don Giovanni” di Molière. La regia è di Antonio Zavatteri che sarà anche in scena con Alberto Giusta, Massimo Brizi, Mariella Speranza, Alex Passatelli e Ilara Falini. Scorrevole e ritmico, dotato di freschezza disinibita, ironico materialismo e scettico vitalismo, rivela la drammatica inadeguatezza dell’uomo moderno, uomo senza qualità, sfiduciato e disonesto, malfidato e inaffidabile, dissoluto e empio. In una parola amorale.
Il 18 marzo appuntamento con una nuova produzione del TSA con il Khora Teatro, “Costellazioni” di Nick Payne e la regia di Silvio Peroni. Protagonisti Margot Sikabonyi e Alessandro Tiberi. Il testo parla della relazione uomo-donna, ispirandosi alle idee della teoria del cao ed esplora le infinite possibilità degli universi paralleli. In questa danza, giocata in frammenti di tempo, la più sottile delle sfumature può drasticamente cambiare una scena, una vita, il futuro. Nel testo si ripercorrono più versioni dei vari momenti cruciali della relazione di Roland e Marianne: dalla conoscenza, alla seduzione, al matrimonio, al tradimento, alla malattia, alla morte.
La stagione teatrale si conclude il 27 marzo con “Girotondo” di Arthur Schnitzler: regia di Francesco Branchetti, interpreti Gaia de Laurentis e Lorenzo Costa. L’autore propone una riflessione sulla condizione umana in cui l’amore talvolta diviene soltanto piacere fisico, pur inteso in tutte le sue infinite sfumature, e spesso e volentieri sfocia in una banale, arida e fredda abitudine. La regia restituisce al testo la straordinaria capacità d'indagare l'animo umano e le tortuose relazioni che abbiamo con noi stessi e poi con gli altri.  Ansie, paure, malesseri, malinconie, dolori, solitudini si confondono in una danza macabra e straziante che ci trascina nell'inferno privato di un  rapporto di coppia, di una relazione, di un incontro.