Dal belcanto al grand-opéra, dalla lirica al musical: la stagione 2016-17 della Lyric Opera conferma il teatro di Chicago fra i grandi del Nord America.
Otto titoli di opera, concerti e iniziative collaterali: questa in estrema sintesi la stagione della Lyric Opera of Chicago, uno dei più prestigiosi teatri americani che ha sede in una splendida sala art déco realizzata negli anni Venti del Novecento e che si affaccia con il retro sul fiume.
La stagione si apre il primo ottobre con Das Rheingold di Richard Wagner, con cui la Lyric Opera dà inizio al ciclo dell'Anello del Nibelungo, un nuovo allestimento con al regia di David Pountney e sul podio Sir Andrew Davis, direttore musicale del teatro, una coproduzione con il Teatro Réal di Madrid (sei le repliche in calendario fino al 22 ottobre). A seguire un titolo popolare e amatissimo, Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, il celebre allestimento del Maggio Musicale Fiorentino (da noi più volte recensito) ideato da Graham Vick; Enrique Mazzola dirige orchestra e coro del teatro e un cast su cui svettano l'aristocratica bellezza di Piotr Beczala e il fascino siberiano di Albina Shagimuratova (sette le repliche in calendario fra il 15 ottobre e il 6 novembre).
L'attesissima nuova produzione del monumentale Les Troyens di Hector Berlioz debutta il 13 novembre e prosegue fino al 3 dicembre con cinque recite; dirige orchestra e coro Sir Andrew Davis, la regia è affidata a Tim Albery e affonda le sue radici nella storia dell'antica Grecia da cui trae suggestioni utili al contemporaneo. Le repliche si intrecciano a un altro capolavoro dell'Ottocento francese, Don Quichotte di Jules Massenet (sei recite tra il 19 novembre e il 7 dicembre): nel ruolo del titolo Ferruccio Furlanetto e la produzione, nuova per Chicago, arriva dalla San Diego Opera e ha la regia di Matthew Ozawa.
Adam Plachetka e Matthew Polenzani, rispettivamente nei ruoli di Papageno e Tamino, sono i protagonisti di Die Zauberflote di Mozart le cui undici recite coprono il periodo natalizio, una nuova produzione con la regia di Neil Armfield e la direzione di Rory MacDonald. Il belcanto è ben rappresentato da Norma di Vincenzo Bellini: Sondra Rodvanovsky interpreta una moderna versione della sacerdotessa nella regia contemporanea di Kevin Newbury, una coproduzione tra Chicago, San Francisco, Toronto e Barcellona; la bacchetta esperta di Riccardo Frizza sale sul podio nelle sette recite tra il 28 gennaio e il 24 febbraio.
Terza opera in lingua francese nel cartellone di questa stagione, Carmen di Georges Bizet debutta l'11 febbraio e prosegue fino al 25 marzo con ben 11 recite; la produzione, nuova per Chicago, arriva dalla Houston Grand Opera con regia e coreografie di Rob Ashford, ambientata in un Mediterraneo rarefatto e luminoso; nel ruolo del titolo si alternano Ekaterina Gubanova e Anita Rachvelishvili, quest'ultima impostasi all'attenzione mondiale dopo il debutto assoluto alla Scala un sette dicembre in questo ruolo; Micaela è la giovane e talentuosa Eleonora Buratto.
Evgenij Onegin di Tchaikovsky chiude il cartellone strettamente lirico con otto recite tra il 26 febbraio e il 20 marzo; la produzione originale del Metropolitan arriva a Chicago nell'allestimento della Canadian Opera Company per la regia di Robert Carsen e la direzione di Alejo Pèrez, uno spettacolo bellissimo tra tradizione e innovazione, denso di colori autunnali e di immagini di grande impatto. Il russo lascia poi il posto alla monumentale produzione di My fair lady con la regia ancora di Robert Carsen, in scena per 24 recite tra la fine di aprile e maggio.
In mezzo i concerti di Lawrence Brownlee - Eric Owens (9 aprile) e Itzhak Perlman (23 aprile), il gala per celebrare Placido Domingo (9 marzo) e quello incentrato sulle voci della lirica (4 febbraio), oltre ad altre iniziative per la musica da camera e l'avvicinamento del pubblico alla lirica.