Sibylle Geiger. Una retrospettiva di bozzetti e dipinti.
a cura di Vittorio Riguzzi
Castello Pasquini
Castiglioncello (LI)
7 aprile - 6 maggio 2007
dal martedì al venerdì ore 16 – 20
sabato e domenica e giorni festivi dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 20
Il lunedì la mostra resta chiusa.
ingresso gratuito
catalogo Bandecchi e Vivaldi.
organizzazione e allestimento mostra a cura di Armunia
Vernissage con aperitivo sabato 7 aprile ore 17,30
con il patrocinio del Comune di Rosignano Marittimo Assessorato alla Cultura
Costumi, bozzetti di scenografie e dipinti di Sybille Geiger, in una retrospettiva a Castello Pasquini di Castiglioncello. La mostra resterà aperta dal 7 aprile al 6 maggio 2007.
Si inaugura sabato 7 aprile 2007, alle 17,30 a Castello Pasquini di Castiglioncello(LI) la mostra dal titolo “Sibylle Geiger. Una retrospettiva di bozzetti e dipinti”. L’esposizione curata da Vittorio Riguzzi, resterà aperta fino al 6 maggio 2007. Saranno esposti nelle sale di Castello Pasquini circa 90 bozzetti, 38 dipinti e alcuni costumi, una sala sarà interamente dedicata a documenti e testimonianze del periodo cinematografico con foto e lettere. Sibylle Geiger ha lavorato come scenografa e costumista nei più prestigiosi teatri d’Europa.
Il lavoro esposto nelle prime due sale è un punto di congiunzione tra esperienze artistiche non solo visive, ma anche acustiche, essendo l’Autrice entrata nel cuore del teatro lirico, della prosa e del cinema, dove note, suoni, parole vestono l’anima dei protagonisti come i suoi costumi le loro figure, le sue scenografie i loro ambienti. Dal 1965 Sibylle Geiger lavora come costumista per il cinema italiano. Sono anni in cui, a fianco della produzione di film “impegnati”, ha grandissimo successo il cinema di genere, nel quale spiccano i filoni della commedia d’intrattenimento e lo “spaghetti western”. La produzione e l’indotto economico di quest’ultimi è impressionante. Solo negli anni Sessanta vengono realizzate - senza contare i cicli di eroi amatissimi come quello di Zorro - più di settanta pellicole western tra Cinecittà e la Spagna, dando vita ad un vero e proprio modo di scrivere sceneggiature e fare cinema, con metodi di inquadratura, montaggio, impiego della colonna sonora che diverranno in seguito i leit motiv di un cult internazionale. Oggi gli estimatori di questo genere tutto italiano sono tra i maggiori registi e soggettisti americani grazie soprattutto ai quali, per un curioso destino, è stato possibile restituire agli attori e registi nostrani, un tempo sotto pseudonimo inglese, i nomi originali. Tra questi sono Sergio Leone, Alfonso Brescia, Giuliano Gemma, Lucio Fulci, Sergio Sollima, Michele Soavi, Sergio Grieco, Rosalba Neri.
Gli sguardi torvi, le passioni furenti, la spettacolare aggressività di quegli antieroi ispirati ai fumetti di Tex Willer vestono i costumi di Sibylle, indossano i panni della sua fantasia.
La Geiger lavora anche per molti film di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, diventa una piccola tessera del grande mosaico della commedia umoristica, ambientata nei luoghi più remoti d’Italia come nelle grandi città, a fianco dei registi Gianni Grimaldi e Marcello Ciorciolini. Le centinaia di bozzetti, i costumi di volta in volta concepiti, scelti o realizzati sono quasi una cronaca di questa arte della scena, dell’avventura, delle passioni e - sulle note di Ennio Morricone o di Riz Ortolani - degli spari di pistola, delle risate accese e dei tramonti sospirati.
La carriera artistica di Sybille Geiger, nata a Basilea in Svizzera, inizia a Parigi, dove si è trasferita giovanissima per frequentare la Scuola di Scene e Costumi per Teatro e Balletto.
Conseguito il diploma, per alcuni anni ha lavorato allo Staatstheater di Stoccarda come assistente alle scene e costumi, e avviando la sua collaborazione con lo scenografo Gerd Richter con il quale ha creato scenografie e costumi per i teatri di Stoccarda, Berlino, Monaco, Amburgo e Vienna.
Divenuta costumista del Teatro di Lucerna, ha collaborato con la prestigiosa compagnia di Katherine Dunham, la grande coreografa - antropologa statunitense, precorritrice del multiculturalismo, famosa per aver integrato i movimenti derivati dalla danza classica a elementi afro-caraibici. Per i balletti coreografati da Katherine Dunham, Sybille Geiger creerà molti variopinti e eccentrici costumi, seguendo la compagnia durante la tournee europea.
Dopo quest’esperienza si trasferisce a Roma dove lavora come costumista per il cinema.
Nel 1996 presenta la sua prima personale di opere su tela e nel 1998 espone a Roma, presso la Galleria al Vicolo, scene e costumi da lei realizzati nella sua lunga carriera artistica.
L’esposizione castiglioncellese, nelle sale di Castello Pasquini, proporrà bozzetti di scene e costumi di numerose opere liriche, spettacoli teatrali, balletti che l’artista ha creato per registi e teatri europei e alcuni dipinti ad olio. “Sibylle Geiger è un punto di congiunzione di esperienze artistiche diverse,- scrive il filosofo dell’arte Vittorio Riguzzi, curatore della mostra di Castiglioncello- non solo visive, per quanto si tratti, nella sua opera, sempre di dipinti o disegni, ma anche acustiche, avendo lavorato sia per il teatro lirico che per il cinema. Un cammino denso fatto di emozioni diverse come lo sono stati gli ambienti culturali che l'hanno portata in giro per l'Europa.
Nella trama di questa sua lunga attività, Sibylle si dedica alla pittura ad olio, con opere dal sapore impressionista che mostrano tutta la freschezza di chi ha sempre vissuto l'arte come fonte di vita emotiva e spirituale. Sibylle Geiger si muove lungo un ampio spettro di abilità che vanno dalle scene teatrali alla pittura. Ma ciò che questa esposizione dei suoi disegni e bozzetti intende testimoniare è il suo imprescindibile ruolo di sostegno all’arte attraverso l’arte. Sibylle ha lavorato come scenografa e costumista nei maggiori teatri d’Europa e con coreografi del calibro di Katherine Dunham. Attraverso il linguaggio della moda di epoche diversissime tra loro ha attraversato lo spirito creativo che anima la commedia di Plauto, il genio di Mozart, i crescendo di Rossini, la passione di Garcia Lorca, la visione sociale di Brecht. Ha impiegato la propria capacità di immaginare scene e oggetti così riferiti all’identità e alla personalità di ciascuno, come lo sono i vestiti che indossiamo, per dare voce al linguaggio visivo di autori quali Samuel Barber, Lope de Vega, Giraudoux, Verdi, Gluck, Ibsen. I dipinti ad olio di Sibylle Geiger- conclude Riguzzi- rivelano un’artista con speciali doti di raffinatezza, fantasia ed equilibrio che le hanno permesso di giocare con le forme, i colori e le impressioni esattamente al modo in cui andrebbero impiegati i concetti e le percezioni quando si dà un pronunciamento sul mondo.
Biografia
1930 Sibylle Geiger nasce a Basilea in Svizzera, dove frequenta per quattro anni l'Accademia di Belle Arti.
Durante gli studi, lavora per la Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea ed entra in contatto con vari artisti, tra cui gli esponenti del Gruppo 33.
1946 Frequenta a Parigi la Scuola di Scene e Costumi per Teatro e Balletto. Conosce Alberto Giacometti, Jean Tinguely e Niki de Saint-Phalle. Inizia a lavorare con Yves-Bonnat, scenografo del Balletto di Monte Carlo e del Ballett des Champs Elysées.
1950 Disegna i costumi per Gli spettri di Ibsen.
1952 Firma con lo Staatstheater di Stoccarda come assistente di Gerd Richter. Suoi, tra le molte opere di questo periodo, i costumi per Opernball di Heuberger,
1955 Collabora per i costumi e le scenografie del Don Giovanni di Mozart, rappresentato in occasione della riapertura del Lindenoper di Berlino.
1956 Lavora presso a Kassel per il Teatro e ad Amburgo per il Cinema.
1957 Diventa costumista per lo Stadttheater di Lucerna. Un periodo di tre anni durante i quali disegna per il Don Carlos di Schiller, Il Barbiere di Siviglia di Rossini, Medea di Barber, Iphigenie auf Tauris di Gluck, Ondine di Giraudoux.
1959 Tournee europea a fianco dell’antropologa, coreografa e ballerina americana Katherine Dunham.
1962 A Milano, come scenografa per la Compagnia Italiana di Prosa ne Il male del gelato di Mario Landi, e per Allora vai da Toerpe, con Giorgio Albertazzi e Anna Proclemer.
1962 Entra nell’organico della Nuova Compagnia del Dramma Italiano, diretta da Ruggero Jacobbi presso il Ridotto del Teatro Eliseo di Roma.
1963 Ad Ancona per i costumi e le scene de Gli ipocriti per la regia di Giulio Bosetti, al Teatro Sperimentale.
1965 Entra a Cinecittà come costumista, fino al 1976. Lavora a fianco di registi cult come Enzo G. Castellari, Marcello Ciorciolini, Joaquin Luis Romero Marchent Amerigo Anton, Alfonso Brescia.
1968 Disegna i costumi per L’anima buona di Sezuan di Brecht
1976 Torma in Svizzera per un lungo periodo di riposo.
1989 Tra le montagne di Davos, inizia a dipingere.
1993 In visita a Roma, incontra il suo futuro marito. Insieme aprono la Galleria d’Arte “Al Vicolo”, in vicolo Sforza Cesarini, dove inizia a esporre le proprie opere dal 1996.
2000 Si trasferisce col marito a Cecina, in Toscana.
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