Torna a Bologna dal 5 al 10 settembre la XXVII edizione del Festival Danza Urbana. Tra i protagonisti Kinkaleri e la coreografa Premio Ubu Silvia Rampelli.
Da martedì 5 a domenica 10 settembre torna a Bologna Danza Urbana, il primo festival italiano dedicato al rapporto tra danza e spazi urbani, ideato e diretto da Massimo Carosi e Luca Nava.
Danza Urbana, giunta quest’anno alla sua XXVII edizione, presenta i protagonisti più interessanti della nuova danza d’autore e della coreografia italiana ed internazionale, in differenti spazi della città, dal centro alla periferia, che si trasformano in altrettanti palcoscenici in un rituale di condivisione che si rinnova ogni anno.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Dialogo tra danza, performance contemporanea e ambiente metropolitano
"Saranno 14 le creazioni presentate in circa 10 luoghi della città, dal centro alle propaggini più estreme, fino ai colli. L’elemento conduttore dell’iniziativa sarà il rapporto che ogni creazione stabilisce con i luoghi, i contesti e gli abitanti di Bologna" afferma Massimo Carosi, presidente Danza Urbana.
Ad inaugurare il Festival il 5 settembre è la performance itinerante Porpora che cammina, un percorso per 18 spettatori alla volta in cammino insieme a Porpora Marcasciano lungo un percorso di 14km, ideato e curato da DOM.
"Una creazione particolare, fuori formato, di oltre 10 chilometri e della durata di 5 ore, che ci permette di vivere e attraversare luoghi della città e scoprire una Bologna che non conosciamo, nuova e insolita" racconta Carosi.
Da segnalare la prima nazionale di Metis, creazione di Francesca Penzo con Mariagiulia Serantoni, performer e coreografa la cui ricerca da anni si incentra su tematiche legate al femminismo intersezionale e all’inclusione sociale; l’anteprima di Stuporosa del danzatore e coreografo Francesco Marilungo, che ricrea in scena l’ancestrale ritualità legata all’elaborazione collettiva del lutto e lo spettacolo Hello° del collettivo Kinkaleri, che mette al centro la fragilità del corpo e dell’esperienza umana.
A chiudere il Festival la performance Body Farm della coreografa Premio Ubu Silvia Rampelli/Habillé d’Eau, che immerge lo spettatore in un vero e proprio “luogo per la contemplazione”.
Atto politico, rituale condiviso ed evasione
Danza come atto politico, gesto rivoluzionario, come rituale di condivisione e, insieme, danza di ridefinizione delle individualità, danza per ripensare il rapporto con il tempo, danza come contemplazione, attesa, movimento e stasi.
Questa edizione del Festival Danza Urbana presenta un’articolata proposta di performance e spettacoli negli spazi urbani di Bologna, che nella loro eterogeneità come pratiche di relazione, interazione o
negoziazione con i contesti, aprono nel loro insieme una riflessione sul tempo e le sue pieghe.
Danza e performance contemporanea si riappropriano degli spazi pubblici della quotidianità, trasformandoli e rinnovandoli grazie alle azioni performative site specific.
“Il Festival offre dunque la possibilità di evadere, anche se per brevi momenti, dalla dittatura del tempo cronologico: con i suoi eventi negli spazi della città, spezza la percezione di un tempo quotidiano e routinario, increspa la linea del tempo, e invita lə cittadinə a partecipare”.
Il programma completo di DANZA URBANA.