Teatro

DISGRACED: l’occhio conflittuale tra occidente e religione

DISGRACED: l’occhio conflittuale tra occidente e religione

Debutta il 6 Marzo al Teatro India di Roma lo spettacolo dell’autore Ayad Akhtar, Premio Pulitzer nel 2013. Uno spaccato sull’occidente in cui tensioni politiche, sociali e religiose ardono costantemente.

Jacopo Gassmann traduce e dirige il testo di Ayad Akhtar, autore americano di origini pachistane che ha collezionato per ”DISGRACED” già numerosi premi. (Joseph Jefferson Award nel 2012 come miglior Nuovo testo, Premio Pulitzer 2013 per il Teatro e Obie Award 2013 per la Drammaturgia).
Al Teatro India in scena dal 6 fino al 18 Marzo, lo spettatore sarà osservatore della difficile e necessaria convivenza fra le diverse identità etniche. Sul palco, una cena tra quattro amici, con in tavola più religioni, diventerà il conflitto che esplode violento, specchio delle tensioni culturali alle quali assistiamo quotidianamente e dove intolleranze ed ipocrisie si manifestano sovente in modo velato, il più delle volte addirittura negate.

Una tragedia greca di stampo metropolitano

Ambientata in una Manhattan ricca, colta e liberale, Jacopo Gassmann porta in scena DISGRACED assegnando i ruoli dei protagonisti ad attori che appartengono realmente alle etnie descritte, mantenendo così lo stampo della tragedia classica dato da Akhtar. Un invito a cena quello di Amiré, educato e cresciuto in America, ma di origini pakistane, e sua moglie Emily, una pittrice newyorchese, rivolto ai loro amici Jory e Isaac, lei afroamericana e lui ebreo. Quello che apparentemente è un semplice conviviale, si trasforma presto in un acceso confronto su alcune delle più complesse questioni del dibattito politico e religioso contemporaneo.


Le origini e la doppia coscienza

”Disgraced è un testo di chiara matrice americana, soprattutto nella misura in cui ognuno dei personaggi, a suo modo, sente fortemente sia il desiderio che la pressione di doversi allineare a un certo modo di essere dettato dalle narrazioni dominanti, che spesso costringono le minoranze ad interiorizzare un senso di oppressione: ‘la doppia coscienza’, come diceva DuBois,’questa particolare sensazione di guardarsi sempre attraverso gli occhi degli altri’ – racconta Jacopo GassmannEd è all’interno di questo orizzonte, così fortemente esacerbato in seguito agli eventi dell’11 settembre, che l’autore esplora quanto profonde possano essere le contraddizioni e le difficoltà di rappresentazione di sé per chi proviene da altri retaggi culturali e sta oggi cercando una sua identità nel nuovo paese d’adozione, come Amir Kapoor, moderna figura shakespeariana”.


Per info e dettagli leggi la Scheda dello spettacolo