Teatro

'The Early Joke': i Barokkensolistene alle Innsbrucker Festwochen 2016

'The Early Joke': i Barokkensolistene alle Innsbrucker Festwochen 2016

I'ts just old pop music: un concerto assolutamente insolito del violinista Bjarte Eike ed i suoi Barokkensolistene

Un viaggio musicale nel tempo, ravvivato da lampi di ironia e di contagioso umorismo: questo è “The Early Joke”, lo spettacolo messo in piedi da Bjarte Eike insieme ai suoi Barokkensolistene, cui abbiamo assistito nell'ambito delle Innsbrucker Festwochen der Alten Musik 2016.
Uno spettacolo presentato per la prima volta nel 2011 allo Stockholm Early Music Festival, e nel quale incontriamo una esplosiva miscela di musica scritta e di musica improvvisata, di danza e di recitazione. Tutto affidato ai versatili compagni di viaggio del bravissimo violinista norvegese, vero specialista del genere barocco ed anima dell'intero gruppo.

Spesso impegnati sul frontline, Thomas Guthrie e Steven Playe sono attori e mimi bravissimi - il secondo anche ballerino “folk” di indubbio talento - oltre che suonare rispettivamente violino e chitarra; ma anche gli altri, cioè Milos Valent (violino), Per Buhre (viola), Siri Hilmen (al violoncello, unica donna del gruppo), Johannes Lundberg  (contrabbasso), Hans Knut Sveen (cembalo), Fredrik Bock (liuto, chitarra, charrango), Helge Norbakken (percussioni) oltre a suonare i loro strumenti molto bene, sono sovente chiamati a cantare ed a far persino da attori, creando situazioni di irresistibile humour.

Perchè quello che propongono i Barokkensolistene è un felice misto di musica e teatro, attraverso un viaggio immaginario che prende il via dal Carnevale a Venezia, simpatica rievocazione degli antichi lazzi della Commedia dell'Arte offerta da Thomas Guthrie e Steven Playe in veste di mimi, mentre gli altri compagni – anche loro con grandi maschere in volto - si prodigano in improvvisazioni su movimenti di danza di Giorgio Maniero, Andrea Falconieri e Antonio Vivaldi. E' poi giunge la volta di Lipsia e della figura di Don Quixote, rivisitata nella celebre suite di G.Ph. Telemann le cui pagine musicali vengono collegate dal racconto di Bjarte Eike; e quindi addirittura di New York, con la fantasiosa invenzione di una cantata di uno sconosciuto P.D.Q. Bach (1807-1742, sic), presentato come “il ventunesimo dei venti figli del grande J.S. Bach”. Bizzarro ovviamente il titolo - Ifigenia in Brooklin – e stravagante la compagine cui viene consegnata: un controtenore alquanto sguaiato e stonato, trombette a boccaglio, ance doppie, bottiglia di vino (ora soffiata, ora bevuta), clavicembalo e quartetto d'archi: insomma, una spassosa parodia di una “vera” cantata, genere barocco per eccellenza.

E per finire, approdo sulle rive del Tamigi, con il chiasso di An alehouse session, trasportati nella fumosa atmosfera di una ipotetica birreria seicentesca di Londra dove - insieme a Bacco, Tabacco e Venere – canti e balli pare non mancassero mai. Si comincia con qualche musica da ballo di Purcell – abituale frequentatore di quei luoghi non sempre raccomandabili - per finire con vorticose improvvisazioni su temi popolari inglesi, scozzesi, irlandesi e scandinavi, il tutto condito da canzoni non sempre virginali (i marinai, si sa, sono specialisti nei doppi sensi), e spassosi siparietti comici. Il tutto, naturalmente, innaffiato da grandi bevute di birra in scena. 

Certo, “The Early Joke” non è per nulla il solito concerto canonico, come quelli cui siamo soliti presenziare. Però è assolutamente coinvolgente e spassoso, inutile negarlo. E, ad ogni modo, bisogna tenere conto di una cosa: solamente essendo dei buoni virtuosi, avendo molto talento, e si è in possesso di una grande musicalità, ci si può permettere di offrire al pubblico una serata anticonvenzionale e coinvolgente come questa. Il pubblico lo ha compreso sin da subito, ed ha tributato ai Barokkensolistene applausi calorosi e interminabili.

(visto al  Tiroler Landestheater di Innsbruck il 17 agosto 2016)