Teatro

Ed ora anche la Democrazia fa spettacolo

Ed ora anche  la Democrazia fa spettacolo

Il prolifico regista Antonio Syxty, che da anni dirige il Teatro Litta di Milano con grande energia, ha scelto come nuova produzione un happening, Democracy AD, che usa il suo stesso teatro come contenitore, come piattaforma per esibirsi in quello che può essere definito Lo spettacolo della democrazia ovvero La democrazia che fa spettacolo. Sbeffeggiare il potere ormai non soddisfa più nessuno e tanto vale provare a giocare lo stesso gioco. Così, fino al 2 maggio, vedremo salire sul palco tre aspiranti leader politici di altrettanti movimenti che hanno debuttato sul web in quest’ultimo periodo con proposte originali e innovative rispetto al dibattito politico attuale. Antonio Syxty, curatore del progetto e il giornalista Paolo Sciortino, che conduce con lo pseudonimo di Nino Santantuono, hanno intercettato nuove figure della politica e hanno proposto loro lo spazio scenico di Democracy per presentarsi, partecipando così all’esperimento di comunicazione che sta alla base dell’happening. Strutturato come un talk show televisivo diretto e condotto da un giornalista, Democracy è un circo perchè la democrazia è spettacolo, è un’arena perchè i candidati si cimentano nel confronto tra di loro e con il pubblico, è una palestra perché è il primo talent show della politica in teatro che propone le prove per il debutto e per la presentazione pubblica di nuove personalità della politica. Lo staff di Democracy ha cercato questi potenziali candidati e li ha addestrati perché potessero presentare le proprie istanze al pubblico, invitato a votare la sua preferenza. Perché, proprio tramite la votazione, si può esprimere il proprio assenso o dissenso. Insomma, questo spettacolo è un test di gradimento per il pubblico-elettore riguardo alla politica italiana. Ed ecco i profili dei candidati di Democracy AD: Giovanna Bertacchi, una donna del bresciano; una neomaschilista, ha nostalgia dell’uomo di una volta, è per un revisionismo storico del femminismo. Il suo movimento si chiama Famiglia e Progresso e propone uno stipendio famigliare da 1000 euro per le madri di famiglia. Guillermo Avilar Saroyan De Mayo è in turnèe globale per presentare il suo movimento ecumenico Mondo Aperto. Lui è convinto che la battaglia del futuro non sarà più per il posto di lavoro ma per il diritto a non lavorare. È per l’abolizione del lavoro. Infine: Alessandro Zibellini viene dalla Toscana, è un giustizialista estremo, fondatore di Ordine e Giustizia, vuole la pena di morte. Una personalità sofferta, un uomo che ha fatto della giustizia il suo ordine di vita dopo un’esperienza molto dolorosa. Chi vincerà? Ogni sera al Litta si gioca alla democrazia...