... Un’intervista, apparentemente come altre, tra il burbero premio Nobel per la letteratura Prétextat Tach e la giornalista Nina si trasforma pian piano,… prendendo le caratteristiche del giallo…
Tratto dall’omonimo romanzo pubblicato con successo nel 1992 dalla scrittrice belga Amélie Nothomb, “Igiene dell’assassino”, il nuovo allestimento del Teatro Stabile d’Abruzzo, coprodotto dalla Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival Italia, debutterà in prima assoluta domani, 08 giugno, alle ore 21:30, e sarà replicato fino al 10 giugno, presso il Teatro Nuovo di Napoli, nell’ambito della Rassegna Internazionale Napoli Teatro Festival Italia.
La pièce, che annovera Eros Pagni nel ruolo di Tach e Federica Di Martino in quello di Nina, è adattata, oltre che diretta, da Alessandro Maggi, con collaborazioni di Marta Crisolini Malatesta per le scene e i costumi, Antonio Di Pofi per le musiche e Valerio Tiberi per le luci.
Il regista Alessandro Maggi spiega che ha voluto allestire questo testo della Nothomb per via dell'amore che ha sempre nutrito per la scrittura quasi teatrale dell'autrice belga, scegliendo, in particolare "Igiene dell'assassino" perchè essendo incentrato sulla letteratura, rappresenta un grande amore per la cultura (in generale) e per la lettura (nello specifico): “ Ho voluto portare in scena il testo di Amélie Nothomb perchè i suoi romanzi mi hanno sempre ispirato il desiderio di una trasposizione in teatro della sua scrittura e dei suoi temi: alcune sue opere, e non soltanto "Igiene dell’assassino", presentano dialoghi tra personaggi che nulla hanno da invidiare a drammaturgie nate per la messinscena.
L’ironia tagliente della scrittrice belga nel trattare temi quali l’amore, la morte, il decadimento dopo la fine dell’infanzia: questa una peculiarità che è diventata un elemento classico e imprevedibile al tempo stesso. Ma il pensiero che ha fatto nascere in me la volontà di portare in scena "Igiene dell’assassino" è scaturito dall’apologia di quella che Prétextat Tach, il protagonista del testo, chiama “lettura carnivora”: alla lettura pulita che, come dice il protagonista della storia, è «un’invenzione meravigliosa, molto gradevole da praticare a letto prima di dormire» perché «rilassa e non sporca nemmeno le lenzuola», si preferisce una lettura che valuti la metafora senza farsene incantare, individuandone la matrice di una visione autentica. Ecco che il testo diviene anche una difesa della scrittura, della lettura, della cultura in senso lato. "
Raccontare una propria composizione letteraria spesso implica l'uso di un linguaggio adeguato, che vada oltre, ma senza anticipare o svelare troppo e che, sicuramente, risulta diverso da quello utilizzato in fase di scrittura: qui risiede parte della ricchezza e della complessità filosofico-letteraria del testo della Nothomb. Alessandro Maggi, adattandolo alle scene teatrali, ne ha sfruttato questo approccio di fondo, fornendo in più un'immagine drammatica sia al testo che, sopratutto, al contesto... ben conscio che, come il gioco prevede, tutto avrà, infine, un nuovo punto di vista con l'osservazione degli spettatori. Il regista è consapevole della vertigine filosofico-letteraria in cui vive il suo "Igiene dell'assassino" ... e questo, in fondo, è ciò che sembra piacergli, tanto da affermare: "Quando si racconta un qualcosa che si è scritto, si comprende che la scrittura comincia là dove si ferma la parola, ed è un grande mistero il passaggio dall’indicibile al dicibile. La parola e lo scritto si danno il cambio e non combaciano mai. Allo stesso modo, nulla può raccontare di più su uno spettacolo che l’esserne spettatore. "
La stessa scenografia dello spettacolo è incentrata sulla letteratura al 100%: " Prétextat Tach vive in uno stato di stallo. Il suo tempo è fermo, il suo ultimo romanzo pubblicato è incompiuto. Anziché optare per una scenografia che fosse lo squallido appartamento di un uomo profondamente polemico che non ha alcuna cura né del suo aspetto, né della sua arte, si è preferito, puntualizzare l’aspetto mentale dando la sensazione di un interno attraverso 2 pareti a 90 gradi volutamente in disequilibrio, sommerse da mobili e oggetti che non hanno alcuna personalità. Pareti che ricordano un libro aperto, il suo Libro. Il pavimento è un foglio/tappeto scritto a macchina, disteso sul palcoscenico. ”
Daltronde il lavoro registico si accorda bene alle dinamiche autoriali letterarie e, anzi, assodate le potenzialità drammatiche, ne è il corrispondente a livello a pratico. Maggi afferma: " La trasposizione poi ha implicato l’elaborazione di una stesura drammaturgica che, seguendo e rispettando il testo del romanzo, ne privilegiasse le parti più potenti teatralmente. Di qui, il lavoro con gli attori è stato caratterizzato da una disponibilità totale, con un senso di scoperta che ha reso il periodo di prove intensissimo. Eros Pagni è uno straordinario attore che si mette in gioco giorno dopo giorno, Federica Di Martino è un’attrice che si accorda con naturalezza e capacità al percorso creativo. Non so mai quanto durerà una prova, ma so quel che desidero provare ogni giorno. In genere, dedico una prima parte a singole scene, con correzioni puntuali o di merito più ampio. Ma posso passare dal palcoscenico al tavolino e viceversa, a seconda della necessità. Lo spettacolo è stato allestito tra Roma, L’Aquila e, in fine realizzazione e preparazione dei dettagli tecnici, Napoli. "