Teatro

Fauré, Debussy e Schumann: protagonisti il violino ed il pianoforte

Fauré, Debussy e Schumann: protagonisti il violino ed il pianoforte

Ottima prestazione del violinista Domenico Nordio e del pianista Filippo Gamba per la Stagione concertistica dell'Associazione Scarlatti nel Teatrino di Corte del Palazzo Reale di Napoli.

Nell’emozionante complesso del Palazzo Reale di Napoli, dove ha sede il Teatrino di Corte, grazie alla Stagione concertistica dell'Associazione Scarlatti questa volta hanno vibrato le corde del violinista Domenico Nordio e del pianista Filippo Gamba. I due concertisti hanno eseguito un repertorio cameristico di grande difficoltà stilistica ed esecutiva: il programma li vedeva anzitutto cimentarsi nella Sonata in la maggiore op. 13 di Gabriel Urbain Faurè (1845-1924), capolavoro giovanile del compositore francese, un'opera che nel primo movimento Allegro Molto eredita l'inconfondibile l’influenza della scrittura romantica di Schumann, mentre nel secondo movimento Andante si inizia con una melodia che prende le mosse dal violino per estendersi poi al pianoforte, seguita da un Allegro vivo scattante e ritmico ed un finale Allegro quasi presto che ripercorre l’atmosfera melodiosa e scorrevole del primo tempo, riprendendo la tensione compositiva di Schumann. La descrizione vale per comprendere anche la difficoltà con cui i due artisti si sono misurati, anche con riguardo ad un numero di variazioni sempre padroneggiato.

La seconda sonata per violino e pianoforte eseguita è di Claude-Achille Debussy (1862-1918), altro autore francese, fra i maggiori esponenti del simbolismo musicale, ed è una delle ultime sue opere, da egli stesso suonata per la sua ultima apparizione pubblica la sera del 5 maggio 1917 (prima esecuzione) alla Salle Caveau, mentre Gaston Poulet affrontava la parte violinistica. Nel primo movimento (Allegro vivo) non viene evidenziato un tema vero e proprio, ma piuttosto una ininterrotta variazione dell'inciso melodico; il secondo movimento (Intermède. Fantasìque et léger) ha un carattere di improvvisazione, ed il terzo (Très animé) si svolge in modo rapsodico e virtuosistico, secondo i canoni del finale della sonata classica, riproponendo gli sprazzi tematici del primo movimento.

Il concerto termina con la "Grosse Sonate" in re minore op. 121 del compositore tedesco Robert Alexander Schumann (1810-1856). Il primo tempo (piuttosto lento-allegro) si apre con un’introduzione maestosa, mentre il secondo (vivace) ha la struttura di uno scherzo, seguito da un tema con variazioni che deriva da un corale, e da un Agitato che è melodia di grande respiro, divisa in varie sezioni, che gravita nel registro grave del violino. A questo già di per sé ricco programma hanno contribuito in modo magistrale i due musicisti italiani, entrambi strumentisti di grande esperienza, con le note pulite, nitide, brillanti e sonore del violinista Domenico Nordio, ed il tocco elegante, istrionico e preciso del pianista Filippo Gamba, bravissimi entrambi in un repertorio dove due solisti devono avere la capacità di dialogare in modo armonico ed equilibrato; un compito riuscito appieno in quanto, nonostante entrambi risultino protagonisti, la maggiore abilità dimostrata è consistita nel loro sapersi sentire, in un dialogo continuo che ci ricorda H. Heine : “Dove le parole finiscono, inizia la musica”.