Il 20 febbraio 1909 veniva pubblicato su Le Figaro il Manifeste du Futurisme di Marinetti, con il cui originale si apre la mostra: “E' dall'Italia che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente incendiaria, col quale fondiamo oggi il Futurismo perchè vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologi, di ciceroni, e d'antiquarii”. Come spiega il titolo, la mostra è incentrata sulla figura di Filippo Tommaso Marinetti, la cui entusiastica attività si rivolse a letteratura, pittura, scultura, musica, moda, teatro, danza, fotografia, cinema e persino cucina. Poeta, intellettuale, mecenate, organizzatore culturale, Marinetti fu un “professore di energie”.
Al centro dell'esposizione la sezione delle “parole in libertà”, cui si aggiungono le tavole “parolibere” di Azari, Balla, Benedetta, i Cangiullo, Carrà e Depero. Le ricerche sul paroliberismo di Marinetti sono documentate anche da libri; poi le lettere prestampate del movimento futurista e le cartoline del napoletano Cangiullo, nonché una lettera inedita di Marinetti a Cangiullo con interventi paroliberi suoi e di Boccioni. Completano la mostra alcune opere pittoriche emblematiche di Boccioni, Balla, Cangiullo, Depero, Prampolini, Rougena Zatkova che facevano parte della collezione personale di Marinetti (Alessandria d'Egitto 1876/Como 1944) o da lui fatte acquisire al Comune di Milano. Tra queste il ritratto di Marinetti della Zatkova (1915), fra liberty e postimpressionismo l'originale e il bozzetto del Sogno di Paolo e Francesca di Boccioni, di cui è esposto anche il collage su tela “Sotto il pergolato a Napoli”, “Espansione di primavera” di Balla, Corrado Govoni con “Rarefazioni e parole in libertà”, l'acquerello “Treno sul ponte” di Pasqualino Cangiullo.
Centrale nel percorso la tavola parolibera “Bombardement d'Andrinople” di Marinetti. Durante il conflitto turco-bulgaro del 1912 Marinetti si reca come corrispondente di un settimanale in zona di guerra ed assiste alle operazioni militari. L'opera esposta, la sua prima, grande tavola parolibera, è ispirata all'assedio della città turca di Adrianopoli, odierna Edirne, e proviene dall'archivio del poeta inglese Harold Monro, fervente ammiratore del futurismo. La dinamica composizione dal forte impatto visivo è costituita dall'intreccio di parole in libertà e prevede l'utilizzo di termini onomatopeici che riproducono il rimbombo cupo dei cannoni, il ripetitivo e martellante rumore delle mitragliatrici, il sibilo acuto dei proiettili. Infatti “parole in libertà” è una delle principali innovazioni di Marinetti in campo letterario. Per potenziare il significato della parola in sé e adeguare l'espressione letteraria alla civiltà moderna, basata essenzialmente sulla velocità, il poeta teorizza: l'abolizione della sintassi, della punteggiatura e dell'avverbio, l'uso dei verbi all'infinito, l'impiego di segni matematici e musicali e di caratteri tipografici di dimensioni e colori diversi, con effetti visivi di straordinaria efficacia. Oltre Marinetti, altri poeti e pittori hanno sperimentato le parole in libertà, interventi ampiamente documentati in mostra. La rivista mensile “Poesia”, presente nelle bacheche in copie originali, è strettamente legata alla nascita del futurismo ed ha fatto conoscere in Italia molti poeti e pittori europei, nonchè inediti italiani.
Al piano inferiore, un nuovo spazio espositivo recuperato, si ricordano le serate futuriste, combinazioni di teatro, concerto, declamazione, dibattito, tumulto, per diffondere le idee futuriste. Inoltre molti estratti dai vari manifesti del futurismo che si sono succeduti negli anni e cartoline originali: fanno riflettere i concetti di “bombardamento sola igiene” e “per la guerra, sola igiene del mondo”, mai condivisibili.
Tra i motivi di interesse della mostra i tanti ritratti e caricature di Marinetti: “Ritratto di Filippo Tommaso Marinetti poeta nel golfo della Spezia” (Prampolini, 1933), “Ritratto di Marinetti poeta parolibero” (ancora Prampolini, 1929), “Marinetti altoparlante italico” (Ernesto Michahelles Thayaht, 1935), “Ritratto dinamico di Marinetti” (Tato, 1930), “Marinetti accademico”, (Regina, 1931), “Marinetti temporale patriottico. Ritratto psicologico” (Depero, 1924 – icona della mostra nella sua sghemba cornice) e poi Alfredo Gauro Ambrosi, Giovanni Acquaviva, la foto di Bragaglia ed altro. Mi hanno particolarmente colpito la tavola tattile “Sudan-Parigi” di Marinetti, il polimaterico “Acqua scorrente sotto ghiaccio e neve” della Zatkova ed il celebre “Pugno di Boccioni” di Balla.
Il catalogo Motta illustra compiutamente il percorso e riporta saggi fondamentali sulla figura di Marinetti per una più completa comprensione del futurismo, collegato alle altre mostre aperte in Italia per il centenario del movimento.
Milano, Fondazione Stelline, fino al 07 giugno 2009, aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 20 (lunedì chiuso), ingresso euro 8,00 (ingresso ridotto a 6,00 euro presentando il biglietto intero della mostra sul futurismo allestita a Palazzo Reale), catalogo Federico Motta Editore, infoline 02.54278, sito internet www.stelline.it
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