Andrà in scena venerdì 15 febbraio alle ore 21:00 al Teatro dei Marsi di Avezzano (AQ), nell'ambito della rassegna "Contemporaneamente 2012-2013. Altri Mondi", curata dall'Ass. cult. Lanciavicchio, la pièce "Galileo Galilei", spettacolo prodotto nel 2012 da Teatri d’Abruzzo e tratto dalla "Vita di Galileo" di B. Brecht.
Il testo narra la vicenda umana, storica e politica del celebre matematico pisano che, nato nel 1564 e morto nel 1642, ha rivoluzionato il pensiero scientifico e filosofico degli ultimi quattro secoli, praticando un nuovo modo di porsi di fronte ai fenomeni della natura (attraverso il metodo scientifico, appunto, ovvero una prassi della verificabilità e condivisibilità delle informazioni, risultanti da esperimenti e non solo da argomenti).
Parole, musiche e immagini raccontano l’entusiasmo di un’epoca che vede all’orizzonte sorgere una nuova era. Galilei dice: “Da cent'anni è come se l'umanità si stia aspettando qualcosa. Ma ora noi diciamo: visto che così è, così non deve rimanere, perché tutto si muove amico mio”.
La straordinaria opera brechtiana si presenta come una parabola. Dapprima l’immagine luminosa che deriva dalla certezza di Galileo di poter affermare e divulgare le nuove attraverso l’affermazione della ragione. Ma la forza che ne scaturisce non basta a convincere il potere costituito, rappresentato dalla Chiesa: l’immagine luminosa si confonde, emergono zone buie, imperscrutabili, la certezza si trasforma lentamente e dolorosamente in illusione. Galilei, nonostante abbia osservato cose mai viste prima da essere umano, si vede suo malgrado inscritto nelle tenebre, e sarà costretto a fare i conti con un dictat superiore, quello del regime ecclesiastico
Nella ragione e nella visione, uscirà sconfitto. Ma proprio quando i suoi occhi non hanno più luce (rimane cieco a 70 anni), egli vede chiaramente l’etica che deve porsi alla base dell’agire di ogni scienziato e la rivela all’allievo prediletto: “Io credo che la scienza non possa proporsi altro scopo che quello di alleviare la fatica dell'esistenza umana.”
Il popolo, come afferma Walter Benjamin, seppure nell’ombra, è il vero protagonista del "Lieben des Galilei" di Bertolt Brecht, opera che rappresenta il testamento spirituale dello scrittore tedesco.
Nello spettacolo di Teatri d’Abruzzo, dieci attori/macchinisti raccontano la parabola umana di Galileo incarnando ogni figura della commedia, agendo in questa officina/laboratorio che è il palcoscenico.
In scena ci sono Alberto Santucci, Tommaso Di Giorgio, Rita Scognamiglio, Cristina Cartone, Marco Massarotti, Federica Nobilio, Ottaviano Taddei, Stefania Evandro e Giacomo Vallozza.
I costumi sono curati da Stefania Evandro, le luci e il suono da Antonio Silvagni; musiche e regia da Giacomo Vallozza.
Lo spettacolo prevede la partecipazione straordinaria, attraverso la proiezione di un video inedito, dell'astrofisica Margherita Hack e di Marco Santarelli