Tim Eitel, David Schnell e Matthias Weischer hanno in comune diversi fattori: sono amici, sono nati della Germania Ovest, hanno studiato a Lipsia, anche se le loro storie sono diverse nello spazio-tempo della pittura, come sottolinea nel saggio in catalogo Gabriella Belli. Ma sono accomunati da aver vissuto l'intensa stagione del crollo del Muro di Berlino, che ha rappresentato una sorta di profonda frattura con il passato e con l'ideologia.
Le scene di vita quotidiana di Tim Eitel, tutte di piccole dimensioni, evocano atmosfere quasi surreali; le figure mostrano raramente il volto e, pur essendo spesso in movimento, non sono impegnate in azioni chiaramente identificabili: l'astrazione scenografica si accentua con una forte connotazione metafisica di straniamento.
Anche David Schnell ricostruisce luoghi familiari, ma le strutture sono sovrapposte a fondali dai colori brillanti; lo sguardo è attratto dalla presenza di oggetti in volo: colori e forme declinano verso un immaginario fantastico rappresentato ai confini con l'astrazione. In “Carillon” la torre di legno prende il volo sopra una natura coloratissima, mentre una scala di tavole sospese nel cielo sale verso l'azzurro. A completare lo sguardo alcune stampe a linoleum sugli stessi soggetti delle tele.
Invece Matthias Weischer descrive per lo più spazi interni in cui risaltano oggetti e sfondi che rimandano alla sfera del domestico e del quotidiano, senza rinunciare a una componente onirica e surreale del tutto personale. “Halle” descrive un atrio-ripostiglio in cui gli oggetti sembrano ammassati con il solo criterio della casualità, mentre in “Angolo” la materia pittorica densissima esce dalla tela come una frangia. I suoi acquerelli formano un giardino in pannelli.
In visita alla mostra anche David Riondino, impegnato nella conduzione di “Sentiero di pace” nel cortile del Mart (a proposito, l'edificio, progettato dal ticinese Botta, da solo merita il viaggio a Rovereto), per celebrare il novantesimo dalla fine della Grande Guerra senza retorica, ma con la forza serena di progetti ed eventi rivolti a un domani di concordia tra i popoli, culture e fedi diverse. Per l'Italia hanno partecipato Carmen Consoli e Marina Rei, che stavano provando mentre ero in visita al museo: le loro note hanno aggiunto emozione ad emozione, perchè la collezione permanente del Mart è imperdibile. Al piano terra un fornitissimo bookshop.
Rovereto (TN), Mart Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, fino al 26 ottobre 2008, aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 18, venerdì chiusura posticipata alle 21 (lunedì chiuso), ingresso euro 10,00 (comprensivo delle altre mostre temporanee e delle collezioni permanenti), catalogo Skira, infoline 0464.438887, numero verde 800.397760, sito internet www.mart.trento.it
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