Plaise à Dieu que chacun chagalle comme Chagall
V. V. Majakovskij
Non sono molte le occasioni in cui si riesce a leggere tutto così bene dentro ad un solo sguardo. Negli occhi di Marc Chagall, guardando ciascuna delle fotografie che lo ritraggono prima di entrare nelle sale della mostra, e sorprendentemente a qualunque età si riferiscano, sembra che ci sia sempre, esattamente, la stessa anima, nonostante una vita fatta di peripezie, sofferenze, vicende che lo portarono a sradicarsi ed a inserirsi in ambienti, famiglie, luoghi di qua e di là delle cortine politiche e geografiche.
Sempre gli stessi occhi. Quelli che da bambino guardavano la neve di Vitebsk, rimasero intatti attraversando Hitler. C'è anche questo, nella pittura di Chagall, ad incantare. Certo, non si può paragonare in toto quel mondo fatto di fantasia, favola, amore ed emozioni che tocca la vetta nella fantastica Passeggiata del 1917/1918 a quello ispirato ai "legnosi discorsi dell'imbianchino" della Caduta dell'angelo (1923-33-47, si, proprio così, 24 anni di lavoro ed aggiunte); e tuttavia, lo spirito dei suoi colori non cambia, e diventa semmai quello del bambino che rimane attonito dinanzi alle sconvolgenti brutalità conosciute, ma che non ne viene strutturalmente cambiato, solo ferito in devastante profondità.
La mostra Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985, curata da Claudia Zevi con la collaborazione di Meret Meyer e promossa dal Comune di Milano-Cultura, è organizzata e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, Arthemisia Group, GAmm Giunti, e resterà a Milano fino al 1 febbraio 2015, prima di essere trasferita al Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles. È senza dubbio la più grande retrospettiva degli ultimi 50 anni, con oltre 220 opere dal 1908 (che magnificenza, quel Nudo rosso del 1909 in cui l'artista si trovava ancora nell'attuale Bielorussia, eppure sorprendeva con uno stile già così fauve...!) fino agli anni ‘80, attingendo a collezioni degli eredi ed ai maggiori musei del mondo, dal MoMa alla National Gallery di Washington, dal Museo Nazionale Russo di S. Pietroburgo al Centre Pompidou, ed a 50 collezioni pubbliche e private.
Nelle 15 sale del percorso, precedute da fotografie e materiale d'epoca, si svolge la ricerca che abbiamo appunto sintetizzato con il suo sguardo, ovvero quel filo conduttore tra le sperimentazioni di tutte le avanguardie, e la coerenza con la sua intima capacità di stupire con un linguaggio che colpisce chiunque, prescindendo dall'età e dallo status, grazie ad una poetica che riesce a tenere insieme il solido e l'effimero, e raggiunge l'irresistibile leggerezza avvolgente della solidità, come nella summa concettuale del Compleanno del 1915. Ed insieme, viene dato un notevole spazio alla conoscenza del sostrato culturale del suo mondo, composto da tre elementi ovunque riconoscibili quali l’originaria cultura ebraica, quella russa, e la pittura francese delle avanguardie, oltre che ad elementi di ispirazione storici come l'amata moglie Bella, il teatro ebraico, le favole de La Fontaine, gli animali evocativi, i fiori di Francia ed i venti di guerra, la musica da Rachmaninoff a Stravinsky e le monumentali opere pubbliche, fino alla seconda moglie Vava ed al riapparire degli innamorati, quelli fluttuanti nel cielo di St. Paul de Vence.
Molto interessante anche il catalogo della mostra, con numerosi saggi ed oltre 300 illustrazioni suddivise nei periodi della sua vita, e con testi rari e memorie ritrovate fra le carte dell'artista che quasi portano a termine la celebre autobiografia del 1922. Data la presenza di una così vasta rappresentazione della sua produzione, e di capolavori emozionanti come appunto La passeggiata, Compleanno, Circo rosso, ebbene sarebbe un gusto personale soffermarsi su alcuni dei dipinti: meglio abbandonarsi al senso del percorso, con il consiglio di fermarsi un po' nella prima sala, prima e dopo la visita, davanti alle fotografie che ritraggono Chagall, per ritrovare tutto insieme, in un solo sguardo.