Erano anni che non si vedevano tanti tricolori, senza che la nostra squadra Nazionale di calcio fosse coinvolta in un incontro particolarmente impegnativo.
Gli Italiani, in questo centocinquantenario dall’Unità della propria Nazione, hanno scoperto l’appartenenza a prescindere dal tifo sportivo, e questo fa onore ad un popolo così poco compatto, non solo per le diverse appartenenze geografiche, ma, soprattutto, per una vera assenza di amore per la “cosa pubblica”.
Le radio, le televisioni, echeggiano di musiche quali il nostro tanto vituperato Inno, del “Va Pensiero” di Verdi, che qualcuno vorrebbe lo sostituisse, dei discorsi di politici più o meno convinti che il nostro Paese, ricco di storia e di cultura, debba essere un nucleo indivisibile, seppur nelle sue differenze.
Le austere figure di Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, Camillo Benso Cavour, i Savoia ( non quelli che affidarono l’Italia ai nazisti e nemmeno quelli che ballano con le stelle, cantano a Sanremo o fanno i “raccomandati") per un giorno ritornano in grande spolvero, e con loro tutti quei nomi di giovani che abbiamo imparto tanti anni fa a scuola e che poi sono andati nel dimenticatoio salvo essere dei riferimenti per le strade e le scuole che portano il loro nome.
C’è da augurarsi che, finiti i clamori di una festa, giustamente proclamata, ci si svegli domani con una consapevolezza diversa, quella di “cittadini”.
Noi, nel nostro piccolo, festeggiamo questa giornata con la nascita di una nuova rubrica, “Gli Spettacoli e le Città”, a cura della giornalista e scrittrice Delia Morea: un percorso che ci porterà, di volta in volta, attraverso le grandi città di questo Paese che ha prodotto spettacoli teatrali la cui memoria merita di essere perpetuata a chi non ha avuto, per motivi anagrafici, la possibilità di conoscerne la magia, spettacoli che hanno rappresentato l’Italia nel mondo. Si comincia, un po’ per provocazione ma anche per amore, con Napoli e la sua “Gatta Cenerentola”, regalata al mondo dal Maestro Roberto De Simone.
L’augurio è che, in tempi di oscurantismo culturale come quelli che stiamo purtroppo vivendo, l’Italia torni a destarsi per far vivere un’arte che nasce con l’uomo e che non potrà mai morire.
Buona Unità a tutti.