Teatro

Goran Bregovic chiude il Pomigliano Jazz 2015

Goran Bregovic chiude il Pomigliano Jazz 2015

Il musicista e compositore bosniaco ha regalato due memorabili ore di musica all'insegna del sincretismo stilistico e culturale.

Finale decisamente scoppiettante per la XX edizione del Pomigliano Jazz, iniziato sul cratere dello Sterminator Vesevo e conclusosi domenica 13 settembre nello splendido Anfiteatro di Avella con l’esibizione di Goran Brevogic e della inossidabile Wedding and Funeral Orchestra, in tour con il progetto If you don’t go crazy, you are not normal!. Così come è accaduto nelle precedenti serate, che hanno visto esibirsi artisti, stranieri e nostrani, di calibro internazionale, anche in quella conclusiva si è registrato il sold-out. Giovani e meno giovani che impazziscono al ritmo sfrenato di suoni tzigani e melodie bulgare, con qualche leggera incursione nel rock, tutto brillantemente eseguito dalla Wedding and Funeral Orchestra, formata da Muharem Redzepi (goc e voce), Bokan Stankovic (tromba), Dragic Velickovic (tromba), Stojan Dimov (sax e clarinetto), Aleksander Rajkovic (trombone e glockenspiel), Milos Mihajlovic (trombone), e da due rubiconde coriste vestite in abiti tradizionali: Ludmila Radkova Trajkova e Daniela Radkova Aleksandrova.

A preparare il solco per l’esilarante spettacolo, la cantante partenopea Simona De Rosa con il nuovo progetto discografico dal titolo “Waves”, su etichetta Picanto Records, contenente nove standard jazz riarrangiati dalla stessa artista. Con la sua potente timbrica e un’appassionata interpretazione di brani noti, come The more I see you, o Historia di un Amor, ha scaldato l’atmosfera al punto giusto per l’arrivo sul palco di Goran Bregovic che subito ha chiarito: “Chi non diventa pazzo, non è normale”, e senza aggiungere altro ha dato inizio al concerto.
In scaletta il musicista bosniaco ha proposto brani tratti dai suoi album più recenti come Alkohol (2008) e Champagne for Gypsies (2012), ma anche di qualche anno prima come la Karmen con lieto fine. Di Champagne for Gypsies, Brevogic ha eseguito canzoni come Presidente e Quantum utopia, oltre a quella che dà il titolo all’album, dichiarando con un certo disappunto che il suo lavoro musicale è stato bistrattato in molti paesi per via delle ostilità verso i gitani. E lui, come è nel suo stile, ci ha suonato su, con molte altre canzoni che hanno attinto anche dalla colonna sonora dell’indimenticabile “Underground” come Ausencia, dedicata a Cesaria Evora, e Mesečina.

Se nella prima parte del concerto il compositore ha alternato momenti di frenesia ad altri più soft, con brani cantati anche dalle folkoristiche voci femminili bulgare, è nella seconda metà che ha dato sfogo agli incessanti e coinvolgenti ritmi balcanici e gitani, tanto che una nutrita schiera di spettatori, già in piedi in platea e negli spalti sin dalle prime canzoni, ha preso a ballare senza sosta fino al termine del concerto. Gran finale con “Bella ciao” e “Kalasnikov” che hanno fatto ballare il resto degli spettatori ancora inspiegabilmente seduti, e prima di lasciare il palco insieme alla applauditissima Wedding and Funeral Orchestra, il musicista si è di nuovo raccomandato al suo pubblico: “Chi non diventa pazzo, non è normale”.