La Scarlatti e la Pasqua: a S. Elmo arriva un capolavoro poco conosciuto del maestro Veneziano.
L’Associazione A. Scarlatti ha voluto celebrare le manifestazioni pasquali proponendo al pubblico l’esecuzione di un classico della scuola napoletana. La sera del Giovedì Santo il maestro Antonio Florio ha ridato vita alla musica di Gaetano Veneziano, dirigendo l’oratorio Passio Domini Nostri Jesu Christi Secundum Joannem grazie alla collaborazione tra il coro Ghislieri ed i musicisti della Cappella Neapolitana. Gaetano Veneziano, compositore di origini pugliesi, trascorse buona parte della sua vita nella città di Napoli, studiando con F. Provenzale ed insegnando nel noto Conservatorio di S. Maria di Loreto. L’evento, in sè di grande importanza musicale, è stato preceduto da un minuto di silenzio osservato religiosamente da pubblico e musicisti, per commemorare le vittime dei recenti attentati di Bruxelles. E proprio nello scrivere queste righe ci sovviene che alcuni manoscritti di Gaetano Veneziano sono custoditi anche nel prestigioso Conservatorio di Bruxelles, un fatto del tutto casuale, certo, ma che pure dovrebbe far riflettere su quanto siano vicine a noi le diverse realtà europee, al di là dei buoni o cattivi esiti dell’attività politica di chi ci governa.
L’oratorio, diviso in una canonica struttura a numeri tipica di quel periodo, tende a valorizzare le parti dei solisti, che pur dialogando col coro e l’orchestra barocca svolgono un ruolo di tutto rilievo. L’orchestra, che ha un impianto più vicino alla musica seicentesca che a quella propria del settecento, unisce al nucleo degli archi, due tiorbe, il clavicembalo e l’organo per svolgere la funzione di basso continuo. In verità in particolar modo risultano interessanti nella scrittura di Veneziano le linee dei bassi, sempre mosse e intriganti, calibrate a fungere da ornamento e struttura portante d’un contrappunto che sembra inarrestabile nella sua capacità creativa e fluidità melodica, mai noioso per la ritmica e piuttosto forgiato in modo tale che nel ritmo abbia un suo punto di forza. Grande protagonista della serata è il controtenore Raffaele Pe che interpreta il ruolo dell’evangelista e funge quindi da voce narrante, descrivendo nel testo i vari momenti della Passione di Cristo. La voce di Pe, leggera eppure ricca di colori e vigorosa all’occorrenza , rivela tutto il talento del musicista nei lunghi vocalizzi e nella dolcezza dell’espressività ben studiata e molto curata.
Molto bravi anche gli altri solisti, i due bassi Marco Bussi e Renato Dolcini nonché il tenore Luca Cervoni ed il soprano Valentina Argentieri. Di grande professionalità si è dimostrato il coro Ghislieri: l’ensemble nato a Pavia nel 2003 grazie all’intraprendenza del suo direttore Giulio Prandi si è nel tempo specializzato in partiture sacre del settecento con una particolare predilezione per il repertorio mozartiano. La direzione del maestro Florio, garbata e priva di eccessi, ha donato quell’elemento di solidità all’ensemble che ha permesso un’ottima esecuzione del capolavoro, molto apprezzato dal pubblico in sala. Ciò che però ha davvero stupito è stata la piacevolezza della scrittura di Gaetano Veneziano, un compositore così poco eseguito eppure di grande fascino e personalità, ricco nell’inventiva dei temi quanto nel cesello delle linee melodiche come l’incipit della Passio affidata alla voce del controtenore, che con un leggero ricamo del canto contrappunta con l’orchestra dando inizio e concludendo l’opera come in una scrittura circolare che pare voler tutto comprendere, in una potente “visio mundi” dinnanzi a cui ancora oggi, a distanza di secoli dalla sua creazione, non si può che restare profondamente colpiti.