Teatro

Grande evento culturale a Castiglioncello ( LI)

Grande evento culturale a Castiglioncello ( LI)

PREMIO DELLA COMUNICAZIONE CASTIGLIONCELLO COSTA DEGLI ETRUSCHI - II EDIZIONE in collaborazione con il Centro Studi Ricerche sulla Comunicazione Perché chiamiamo Oscar la statuetta d'oro e croissant il cornetto a forma di mezzaluna? E dove hanno avuto origine espressioni come: «Cavarsela per il rotto della cuffia» o «Allevare una serpe in seno» o «Fare la gatta morta»? Perché il luogo dove abitiamo porta quel nome, e qual è l'origine dei nostri cognomi? a queste domande da una risposta il professor Luigi Beccaria nel libro Tra le pieghe delle parole. Lingua storia cultura edito da Einaudi, con il quale si è aggiudicato la vittoria del Premio Comunicazione Castiglioncello II edizione. Il Premio, conferito all’autore del più significativo libro, scritto nel corso dell’ultimo anno, sulle tematiche riguardanti la teoria della comunicazione e dei linguaggi, la semiotica, la sociologia delle comunicazioni di massa, l’etica della comunicazione, sarà consegnato al professore Beccaria, sabato 11 agosto alle ore 18,30 nel corso della cerimonia di Premiazione in programma alla Limonaia di Castello Pasquini, Castiglioncello(LI). Quaranta sono stati gli autori che hanno partecipato al Premio, con libri pubblicati dalle principali case editrici italiane. Il comitato promotore dell’iniziativa è composto dalla Provincia di Livorno, il Comune di Rosignano Marittimo, la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Livorno e l’Agenzia per il Turismo Costa degli Etruschi. In occasione della cerimonia di premiazione, il professor Beccaria, terrà una conferenza che avrà per tema la Parola. “Le parole –sostiene infatti l’autore, storico della Lingua italiana presso l’Università di Torino e noto al grande pubblico per la intelligente e piacevole rubrica televisiva per la RAI “Parola mia” – racchiudono memoria e fantasia. Portano il segno del passato, sono intinte nella storia, nei suoi grandi avvenimenti, ma anche nei piccoli, nella piccola storia e la sua casualità. Il loro significato si lega spesso a usanze perdute, ad abitudini da tempo dismesse, a racconti e leggende. Anche i nomi di inventori, viaggiatori, scienziati, legati alle loro scoperte, sopravvivono come termini d'uso comune: mansarda, biro, bignami, magnolia, ecc. La lingua nomina quel che siamo, giudica il diverso, lo straniero, genera un cumulo di "parole contro", testimonia distacchi culturali e differenti punti di vista. Ogni scelta linguistica, ogni parola-chiave che in determinati momenti storici è diventata una sorta di parola-bandiera, si fa strumento per sistemare il mondo circostante. La lingua testimonia cosí le stratificazioni del tempo, protrae nel presente immagini e pareri condivisi e sedimentati nei modelli sociali e culturali del passato. «Leggere un dizionario etimologico è come leggere un romanzo. Mi piace talvolta scorrerlo a caso, senza uno scopo preciso. Si fanno incontri inattesi tra parola e storia, tra lingua cultura e società. Apri alla lettera s e trovi che la parola salario risponde all'usanza nell'antica Roma di pagare le truppe con una certa quantità di sale, ingrediente prezioso per conservare i cibi. Alla lettera a t'imbatti in abbacchio, piatto tipico della cucina romana: è l'agnello da latte, e cosí si chiama perché viene dal lat. ab baculum "vicino al bastone": dieci giorni dopo la nascita, sino al quarto mese, i piccoli erano tenuti legati a un bastone, un paletto che evitava loro di saltellare qua e là e farsi male. Sfogliando ancora, alla g t'imbatti nell'agg. genuino, che risale al lat. genu «ginocchio», perché nell'antica Roma il figlio legittimo era dichiarato di fronte a testimoni «vero, autentico, genuino» dopo il gesto rituale che consisteva nel sollevarlo in alto e poggiarlo sulle proprie ginocchia. A tratti la spiegazione dell'etimologista volge decisamente al poetico, come quando leggi che embrione, coniato sul gr. enbryein, significa «ciò che fiorisce dentro»; e che nubile viene dal latino nubile(m), a sua volta dal verbo nubere, "sposarsi": le nozze in latino sono le nuptiae, ma hanno la stessa radice di nubes "nube", perché la sposa veniva velata, come fanno le nubi quando coprono il cielo e la luce». Nel corso della stessa cerimonia verrà attribuito il Premio Speciale della Giuria alla Collana editoriale “Segnature”, curata da Paolo Fabbri e Gianfranco Marrone per la casa editrice Meltemi di Roma, per il contributo dato allo sviluppo e alla diffusione delle discipline semiotiche e comunicative attraverso la pubblicazione di 39 volumi, in circa cinque anni, degli autori di punta, nazionali e stranieri, nei suddetti ambiti.