“Nessuno può essere ridotto ai suoi errori”.Così termina la pièce teatrale scritta da Massimiliano Perrotta che vede protagonista Bettino Craxi nel suo periodo di esilio ad Hammamet. Ma il lettore si rende subito conto che Craxi non è il solo protagonista della narrazione: c’è l’Italia di quegli anni, il clima politico e giustizialista che tutti noi abbiamo vissuto un po’ stupiti, un pò soddisfatti, un pò eccitati, un po’sgomenti, un po’ preoccupati. “Hammamet” parla di Craxi e racconta di noi e di un pezzo della nostra storia recente. Il testo è una sorta di monologo-riflessione-confessione che va al di là della cronaca dei fatti; c’è un Craxi che non accusa, non difende, non giudica, non odia, non cerca di convincere né di avere ragione. E’il pensiero dell’uomo solo che riflette sul suo ruolo nella storia della politica italiana. Perrotta non scrive un testo politico ma un testo intimista, dolce e amaro, che tratta del pensiero privato e dell’anima di un uomo alla fine della sua carriera e della sua vita. Craxi si riflette come un uomo che ha pagato per le sue colpe e per quelle di un paese intero che funzionava sul meccanismo della corruzione (piu’ o meno velata) ma che in qualche modo funzionava.
L’autore con il suo stile asciutto preciso e acuto conduce la breve pièce in modo intenso e coinvolgente con un ritmo incalzante che restituisce l’immagine umana di Craxi non assolvendolo né condannandolo, ma mostrando la violenza di un sistema impazzito che stritola un grande uomo.
A distanza di dieci anni dalla sua morte non abbiamo piu’uomini di quella esperienza e intelligenza politica e abbiamo un paese altrettanto corrotto e mal funzionante. Dobbiamo confessarlo: tutti abbiamo sperato nella ventata di pulizia che mani pulite soffiò sulla politica; nessuno aveva immaginato che tutto sarebbe finito in un pugno di mosche, nella distruzione di pochi individui-simbolo senza nulla cambiare in un paese così difficile come il nostro. Non si pensava che avremmo rimpianto la vecchia classe politica e forse davvero non la rimpiangiamo. Rimpiangiamo però quegli uomini che avevano una cultura politica, una grande esperienza e che sapevano fare la storia.
Quelli sì li rimpiangiamo.
Gianni Pennacchi nell'introduzione scrive: «Non è curioso, anzi paradossale, che dopo tante commissioni d’inchiesta sempre annunciate e mai avviate, dopo estenuanti pellegrinaggi al piccolo cimitero sull’altra sponda del Mediterraneo, dopo discorsi riparatori senza alcun seguito, tocchi al teatro rendere giustizia a Bettino Craxi? È dai tempi di Eschilo che ciò avviene, dunque non stupitevi».
Massimiliano Perrotta
Hammamet
Editrice Sikeliana 2010 Mineo (CT)
Pagg.46 Euro 6,00
Teatro